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Cosa è l’eteronormatività e perché dovremmo superarla

Coppia eterosessuale
08-03-2022
Un sistema che riconosce l'eterosessualità come unico orientamento sessuale possibile, nonché il solo a poter essere considerato giusto e naturale. Anche se ovviamente non è così
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Il dizionario definisce l'eterosessualità come "la tendenza erotica verso il sesso opposto", ma ben poco ci dice sul concetto di eteronormatività. Ne hai mai sentito parlare? Volendo semplificare il concetto, l'eteronormatività è un sistema che riconosce l'eterosessualità come il solo orientamento sessuale possibile, l'unico che può essere considerato normale e "quindi giusto".

Ovviamente si tratta di un pregiudizio perché, com'è noto, esistono molteplici orientamenti sessuali, tutti degni di medesimo rispetto e considerazione. Ma l'eteronormatività si insinua nella nostra mentalità in modi spesso impercettibili. Motivo in più per imparare a riconoscerla ed evitarla. Ecco allora cosa significa eteronormatività.

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È la convinzione che l'eterosessualità sia il solo orientamento valido

Secondo quanto specifica il Portale di Informazione Antidiscriminazioni LGBT, l'eteronormatività è “l’insieme di pratiche e istituzioni che legittimano e privilegiano una particolare forma di eterosessualità caratterizzata da monogamia, convivenza tesa al matrimonio, riproduzione come finalità del legame, struttura familiare nucleare, perfetta sovrapposizione tra le componenti dell’identità sessuale.”

Essa riconosce l'eterosessualità come il solo orientamento sessuale possibile, l'unico a poter essere considerato valido e "naturale". Va da sé che qualunque orientamento diverso, essendo etichettato come “anormale”, è più soggetto a discriminazioni e pregiudizi. Questo non significa però che tutti gli eterosessuali siano discriminatori nei confronti di chi non lo è. Qui facciamo riferimento al sistema eteronormatività.

Concepisce solo la coppia monogama

L'eteronormatività concepisce solo la coppia eterosessuale monogama, e quindi l'unione matrimoniale di un solo uomo con una sola donna, escludendo altre forme d'amore, come per esempio il poliamore, in cui l'amore viene condiviso tra più persone. Un modello stabile non monogamo, consensuale, con forti legami sentimentali, purtroppo soggetto a numerosi pregiudizi proprio perché non si conforma allo "standard". Non è il solo.

Fra l'altro le persone che non si riconoscono in questo sistema, spesso vengono sottoposte a domande inopportune relative alla propria sessualità e al proprio modo di vivere le relazioni, nonostante sia una grave mancanza di rispetto. Ricordiamoci che nessuno è tenuto a dare spiegazioni al riguardo e tantomeno a giustificarsi.

Alimenta le discriminazioni e la paura della "diversità"

Siamo soliti parlare di diversità quando ci riferiamo a qualcosa (comportamento, caratteristica o altro) al di fuori della "norma", ovvero diverso dalla maggioranza. Ma la cosiddetta normalità è un concetto decisamente insidioso perché spesso diventa sinonimo di cosa giusta. Considerare “normale” qualcosa implica infatti un rifiuto, o un’anomalia, in coloro che non rispecchiano questa regola non scritta.

L'eteronormatività, legittimando solo un determinato orientamento, alimenta le discriminazioni nei confronti delle persone che non vi si riconoscono, e di conseguenza incrementa le difficoltà nell'accettarsi. In un mondo ideale le unicità di ciascuno di noi dovrebbero essere un valore aggiunto, ma purtroppo le cose stanno diversamente. E spesso ciò che non rientra nella cosiddetta "normalità", inclusi gli orientamenti sessuali, viene etichettato in modo dispregiativo.

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Riguarda anche l'identità di genere

Identità di genere e sesso assegnato alla nascita sono due cose diverse. Se la prima identifica il genere a cui sentiamo di appartenere, il secondo si riferisce ai nostri cromosomi. Si parla di cisgender, quando l'identità di genere corrisponde al sesso assegnato alla nascita, si parla invece di transgender, quando l'identità di genere corrisponde al sesso assegnato alla nascita opposto. E c'è anche chi si definisce non binary, ovvero non binario, perché non si sente né una cosa né l'altra oppure entrambe.

Ebbene, l'eteronormatività riconosce validità solo all'identità di genere maschile e femminile, in un'ottica binaria. Tutto ciò che non rientra in questo sistema, incluse quindi le identità non-binarie e gender fluid (le persone che non amano le etichette e che non riconoscono un'identità di genere né una sessualità costante nel tempo), vengono automaticamente escluse e tacciate come "anormali", con tutto ciò che comporta in termini di discriminazione.

Il fatto che nel nostro mondo si pensi comunemente al genere solo come maschile e femminile è un dato di fatto. Basti pensare, banalmente, a come veniamo classificati in base al colore e ai capi d'abbigliamento, rigorosamente suddivisi tra maschi e femmine. Accorgersene è il primo passo verso il cambiamento.

È un sistema rigido e ingiusto

L'eteronormatività, dal momento che esclude qualunque orientamento che non rientri nelle proprie strettissime categorie, è un sistema rigido e tutt'altro che fluido. Di per sé limitato e ingiusto. Tutte le persone devono potersi sentire rispettate e rappresentate, anche quelle che non si riconoscono in un'identità di genere precisa e che preferiscono evitare le etichette.

Senza contare che dare per scontato l'identità di qualcuno è una grave mancanza di rispetto. Una società davvero libera e paritaria non può permettersi simili pregiudizi e stereotipi, che costringono moltissime persone a nascondersi dalle loro stesse famiglie, per timore di essere ferite e giudicate negativamente. Colpevoli di cosa? E purtroppo il confronto con il mondo circostante è spesso ancora più brutale perché le discriminazioni nei confronti di coloro che non sono eteronormativi sono all'ordine del giorno. Vittime di ogni forma di bullismo, di pregiudizi, e talvolta persino di violenza fisica.

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