Vi sarà certamente capitato, leggendo o ascoltando i discorsi più disparati, di imbattervi in queste due semplicissime quanto altrettanto potenti parole: sessualità fluida. Anche nota come “sexual fluidity” o fluidità sessuale. Un concetto che è stato coniato nel 2008 dalla psicologa e docente presso l’università dello Utah, Lisa Diamond. Ma cosa significa esattamente sessualità fluida e cosa comporta?
Con questo termine, la Diamond ha definito la capacità di essere flessibili nella risposta sessuale, a seconda dalla situazione che si sta vivendo. E consentendo alle persone di sperimentare i diversi cambiamenti che nascono nella propria sessualità nel corso della vita, e di propendere da una parte o all’opposto, sia nel breve termine che nel lungo.
Sessualità fluida, cosa implica
Questo significa che, l’orientamento sessuale di un soggetto, non prevede una rigidità ma è libero di modificarsi e di assecondare scelte e desideri nel momento in cui questi arrivano e indipendentemente dalla natura degli stessi. Fluido, appunto. Come dire, ognuno è libero di sperimentare ciò che il suo essere gli para davanti, senza limiti, etichette e orientamenti imposti.
Con fluida sessualità fluida, infatti, non si intende che ognuno di noi sia bisessuale o che non esiste un orientamento sessuale. Ma piuttosto sta a sottolineare che nulla è statico e definito, e che le scelte che si compiono possono (e dovrebbero) tenere conto dei desideri e dell’inclinazione che il soggetto vive nel corso della vita nel momento in cui questi si presentano, anche se completamente all’opposto di quanto fatto fino a quel momento. Sia che questo avvenga in modo temporaneo, occasionale o che diventi il filo conduttore che delinea la propria identità sessuale.
La sessualità fluida come possibilità
Di fatto, quindi, la sessualità fluida dipende molto dalle esperienze vissute o che ci si concede e/o si potrebbe vivere. Ed è molto più diffusa di quanto si possa pensare. (Spoiler: se non si sono vissute determinate esperienze non vuol dire che la sessualità fluida non esista o sia sbagliata).
Secondo un sondaggio condotto nel 2015 dal sito britannico “yougov”, su un campione di 1600 abitanti del Regno Unito a cui sono state poste domande sul proprio orientamento sessuale (basandosi sulla famosa “scala Kinsey”), è emerso che:
- solamente il 4% degli intervistati si definisce “esclusivamente omosessuale”;
- il 72% “esclusivamente eterosessuale”;
- mentre il restante 19% si è posto a metà tra le due “opzioni”.
In particolare, esaminando i dati emersi dalla fascia dei giovani tra i 18 e i 24 anni, solo il 46% degli intervistati si è definito “esclusivamente eterosessuale”, il 6% ha dichiarato di essere “esclusivamente omosessuale”, e ben il 49% si è collocato in una posizione intermedia.
Cosa significa tutto questo
Cosa significa tutto questo? Una cosa molto semplice, ovvero che la sessualità fluida era ed è in aumento. Così come la necessità e la voglia di non doversi definire secondo un sistema binario che incasella le persone e il loro essere in una direzione o l’altra. Senza tenere conto delle infinite sfumature e possibilità presenti.
Possibilità che nascono dal cambiamento che si vive nel corso della propria esistenza e dall’evoluzione potenziale della sessualità stessa, che non deve essere vista e definita come fissa e rigida ma che viene costantemente stimolata e modificata dai diversi fattori sociali, culturali e relativi alle situazioni che si vivono.
Un inno alla sperimentazione, quindi, alla possibilità di non doversi definire o di farlo come meglio si crede di volta in volta, mano a mano che si vive e che ci si scopre. Imparando ad accettarsi e accogliersi, valorizzando ciò che ci sembra diverso anche e soprattutto in noi stessi e lasciando che ogni parte di noi si possa esprimere e trovare una ragione di essere. In ogni fase della vita.