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7 cose durante una conversazione che ti fanno capire chi hai di fronte

conversazioni a due
14-10-2021
Silenzi, gesti, tono di voce e sguardo: come capire chi ci sta di fronte in una conversazione
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Spontanee o pianificate in un incontro a due: le conversazioni possono arricchirci, ispirarci e coinvolgerci, ma anche far scoprire molte cose sull'interlocutore del quale non sappiamo praticamente nulla. Un'interazione conoscitiva anche senza proferire parola? Sì, spesso per comprendere emozioni, stati d'animo e personalità di chi abbiamo di fronte basta osservarne i movimenti o la postura. Ecco, quindi, come capire chi si ha di fronte in una conversazione, già dal primo appuntamento.

Tono della voce

Uno dei fattori che ci permettono di capire chi si ha di fronte in una conversazione è senza dubbio il tono di voce. Chi è sicuro di sé ha un tono deciso, senza flessioni, marcato. Spesso, è colui che in una sala riunioni sul lavoro, è probabile sia la persona che abbia la voce che si impone e forte, e quindi anche la più sicura ed espansiva. Ciò non significa, però, fare la voce grossa: quello è segno di poca educazione e scarso rispetto delle parti.

La "voce forte" nel corso di una conversazione permette di capire chi possiede una personalità più istrionica, carismatica e che sappia tenere testa in una relazione.

Attenzione alla comunicazione non verbale

Non sono soltanto le parole a tratteggiare le caratteristiche di una persona. Chi ci sta davanti ci comunica sentimenti e stati d'animo anche stando in silenzio, semplicemente muovendo un braccio o mantenendo una determinata postura. C'è chi si schiarisce la voce, chi resta a braccia conserte, chi gesticola senza sosta o resta immobile e guarda il pavimento mentre parla, chi si gratta la testa o strizza gli occhi.

Fondamentale è prestare attenzione alla comunicazione non verbale, perché i gesti che accompagnano parole o anche silenzi svelano nervosismo, menzogne, imbarazzo, rabbia, o al contrario rilassamento e fiducia della persona che ci sta di fronte. Se abbiamo impressione che menta, facciamo qualche domanda in più. Anche a trabocchetto.

Interpretare il silenzio

Le persone spesso equiparano l’ascolto al silenzio. Per capire chi si ha di fronte in una conversazione bisogna interpretarlo il silenzio. Il nostro interlocutore potrebbe non parlare perché ci sta ascoltando, perché sta pensando a come rispondere quando sarà il proprio turno. Oppure stanno pensando a tutt'altro, a partire dal cosa preparare per cena alla partita di calcetto con gli amici. Tendenzialmente si ascolta per capire, non per rispondere. O meglio, uno è conseguenza dell'altro in una conversazione che funziona.

L'importante è essere un ascoltatore attivo. Così chi sta conversando con te dovrebbe fare lo stesso. Ciò consente di comprendere il punto di vista dell'interlocutore e capire come l’altro vede le cose. Fondamentale essere presenti, non solo fisicamente ma anche con la testa. Senza dover fare la domanda di rito: cos'ho appena detto? Puoi ripeterlo? Suona molto da maestrina, ma fa ben comprendere all'altro che ci siamo accorti della sua scarsa attenzione.

Genuinità nell'atteggiamento

Quando si creano intoppi nella comunicazione nel corso di una conversazione? I fattori sono molteplici. Uno, ad esempio, è l'avere davanti un tuttologo, gli esperti che tendono a inscenare monologhi, anche di carattere tecnico, noiosi, e incomprensibili agli altri. Per portare avanti una conversazione costruttiva e interessante è necessario muoversi su un terreno comune, dove chi ci parla trova riscontro e risposte da parte nostra.

In una conversazione proficua ed in grado di arricchirci nessuna delle due parti ha un secondo fine o una maschera. Gli ipocriti sono facilmente smascherabili. Per capire chi si ha di fronte in una conversazione, se sia genuino o meno, si deve valutare proprio l'accompagnamento delle parole con i gesti, e se l'intento -percepibile -sia benefico per tutti e due.

Sguardo attento

Una delle cose che ci consentono di capire chi si ha di fronte in una conversazione è osservare lo sguardo dell'interlocutore. Cercare un contatto visivo con le persone che ci parlano, ci aiuterà non solo
ad essere più attenti e scrupolosi, ma anche a dimostrare carattere. Se chi ci parla, lo fa guardando costantemente il telefonino, o peggio, chattando e rispondendo a messaggi o scorrendo post sui social, non dimostra grande rispetto e interesse per la conversazione.

Controllare anche dove finisce lo sguardo può far capire le intenzioni della persona che ci sta davanti. Se ci si guarda negli occhi in modo ammiccante, o gli occhi finiscono per essere puntati altrove, rispetto ai nostri, ad esempio, è facile comprendere il messaggio sottinteso.

Seguire il flusso per aiutare i più timidi

Senza schermi, oppure ordini del giorno da osservare, ma seguire il flusso della conversazione, con i pensieri a briglia sciolte. Le associazioni, poi, arriveranno naturalmente. Questo modo di condurre un'interazione mette a proprio agio quelle persone maggiormente riservate e timide che potrebbero così evitare di inibire i loro pensieri e tenere per sé le proprie idee.  

Empatia nelle esperienze

Condividere, essere empatici, è sempre positivo, tranne quando la confidenza non è profonda, ed è meglio tenere presenti alcuni paletti. Distanze emotive importanti per non ottenere l'effetto contrario: dalla vicinanza all'incomprensione. Un esempio pratico: quando chi abbiamo davanti inizia a paragonare le proprie esperienze, soprattutto dolorose e sofferte, con quelle che abbiamo appena accennato. A volte chi ci "zittisce" nel racconto delle nostre emozioni in relazione ad una situazione delicata, rispondendo con le proprie vicissitudini rischia di far sentire l’altro non ascoltato e meno importante.

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