Si fa in fretta a dire di essere soli, ma conosci la differenza tra single volontari e involontari? Certo, non serve essere esperte di psicologia per intuire la condizione di scelta e di “scelta obbligata”. Anche se questa distinzione potrebbe sembra politicamente scorretta, in primo luogo perché la condizione di single oggi come oggi non dovrebbe più essere uno stigma, un ostacolo, e tantomeno una cola.
Tuttavia, visto che le relazioni e le dinamiche sentimentali sono oggetto di studio della psicologia, potrebbe essere interessante sapere cosa dice la scienza riguardo le persone “non in coppia”. Anche perché, entrandoci un bel po’ di psicologia, conoscere la differenza tra single volontari e involontari potrebbe aiutarti a comprendere meglio te stessa e le altre persone.
VEDI ANCHE LifestyleQuesti sono i motivi per cui in amore non bisogna mai accontentarsiLa differenza di base tra single volontari e involontari
Come puoi aver già intuito, la principale differenza tra single volontari e involontari consiste proprio nel fatto che la condizione sentimentale sia una scelta o, piuttosto, una situazione subita. In generale, si può affermare che i single volontari (single per scelta) sono coloro che godono della libertà della loro condizione di single e non hanno alcun interesse nelle relazioni a lungo termine, come convivenza e/o matrimonio.
I single involontari, al contrario, sono persone che spesso si sentono sole e vorrebbero avere una relazione romantica a lungo termine, ma che non sono stati in grado di trovare un partner adatto.
Cosa dice la scienza sui single
Fin qui, è tutto molto evidente. La scienza (cioè, la psicologia, in questo caso) tuttavia, è andata oltre. Alcune ricerche, infatti, hanno cercato di individuare l’esistenza di connessioni tra tratti della personalità e la predisposizione a essere single volontari e involontari. Secondo la cosiddetta "Teoria dei big 5", proprio i tratti della personalità (i cosiddetti Big 5) possono predire lo stato della relazione, in particolare la condizione di single.
Nello specifico, a proposito di single volontari e involontari, il livello di estroversione sarebbe determinante. I single volontari, infatti, presenterebbero punteggi elevati nell'apertura mentale come tratto della personalità. Le persone introverse, al contrario, hanno maggiori probabilità di essere single involontari e quindi hanno maggiori probabilità di sperimentare la solitudine.
Cosa sono i Big 5
Dal momento che negli studi riguardanti la differenza tra single volontari e involontari la psicologia tira in ballo le Teorie della Personalità, potrebbe essere comodo un breve accenno a cosa sia quella dei Big 5.
Sono tante le teorie degli studiosi di piscologia che negli anni si sono cimentati con lo studio della personalità e del suo sviluppo. Ancora oggi, il modello di Robert R. McCrae e Paul T. Costa, cioè la Teoria dei cinque grandi fattori della personalità (per l’appunto, la teoria dei Big Five) è quello di maggiore riferimento, poiché più completo, dal momento che riesce a dare conto anche della variabilità individuale, pur essenso una classificazione tassonomica. Il modello di McCrae e Costa è, in sintesi, di una classificazione dei principali tratti di personalità (con i due poli opposti):
- Estroversione – introversione (extraversion)
- Amicalità o gradevolezza – ostilità (agreeableness)
- Coscienziosità (conscientiousness)
- Nevroticismo – stabilità emotiva (neuroticism)
- Apertura mentale (openness to experience)
Lo studio sui single
Tra tutti gli studi condotti per approfondire la differenza tra single volontari e involontari, uno dei più recenti è quello di Apostolou e Tsangari, pubblicato nel numero di febbraio 2022 di Personality and Individual Differences (e ripreso sul magazine di psicologia Psychology Today) Questa ricerca suggerisce che tra i membri di questi due gruppi ci siano differenze notevoli, soprattutto rispetto ai livelli dei tratti di personalità "apertura all'esperienza" e "estroversione”.
La ricerca
Lo studio è stato condotto nella Repubblica di Cipro su un campione di 1.418 partecipanti di lingua greca (627 uomini e 791 donne), con un'età media di 32 anni. I soggetti coinvolti erano in una relazione (35%); single involontari (20%); sposati (18%); temporaneamente single (16%); single volontari (8%); single per altri motivi (4%).
L'analisi dei dati ha rilevato che gradevolezza, coscienziosità e nevroticismo non sono fattori predittori dell’essere single. L'essere single si correla, tuttavia, sia con l'estroversione che con l'apertura amentale. In particolare, l'estroversione ha ridotto la probabilità di essere single. Al contrario, l'apertura mentale come tratto di personalità ha aumentato la probabilità di essere single per scelta.
I tratti della personalità di estroversione e di apertura mentale sono piuttosto predittori dello stato della relazione:
- Le persone introverse, rispetto alle estroverse, hanno maggiori probabilità di essere single involontari o di vivere una vita da single più lunga.
- Gli individui che ottengono un punteggio elevato in termini di apertura mentale, rispetto a quelli meno aperti all'esperienza, hanno maggiori probabilità di essere single volontari.
Le conclusioni
Oltre alla definizione, un’altra differenza tra single volontari e involontari è strettamente legata ai tratti della personalità. Rispetto al tratto di estroversione, i livelli più bassi indicavano che i single involontari, cioè le persone che desiderano una relazione romantica hanno alti livelli di introversione. Questo li porta a trascorrere più tempo da soli e in attività solitarie, quindi hanno meno interazioni sociali e meno opportunità di incontrare potenziali compagni. In rapporto al tratto di apertura mentale, i livelli più alti sono tipici nei single volontari. Visto il legame tra apertura e preferenza per la varietà, queste persone potrebbero preferire varie esperienze e altrettanti partner, piuttosto che un’unica relazione. Potrebbero inoltre essere più insofferenti alle convenzioni sociali in materia di matrimonio e relazioni a lungo termine.