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Tutti lo abbiamo fatto almeno una volta: ecco cosa è il gatsbying

ragazza vestita di giallo attua il gatsbying scattandosi un selfie
Ti è mai capitato di non voler palesare il tuo interesse per una persona, ma di ricorrere a selfie sapientemente postati sui social per conquistarla a suon di immagini? Senza saperlo hai messo in atto una tattica 2.0 chiamata gatsbying

Tra i dating trend più noti, ne spicca uno strettamente legato al mondo dei social e che -non faremo fatica ad ammetterlo- ha coinvolto in prima persona o meno almeno una volta tutti noi. Si tratta del gatsbying, un neologismo coniato nel 2018 dalla modella australiana Matilda Dods. In un interessante articolo su TomBoyBeauty, la Dods ha parlato infatti di un fenomeno legato alle relazioni e agli appuntamenti con il quale tutte, almeno una volta, abbiamo avuto a che fare. Ma da cosa deriva questo termine? Che cos’è il gastbying e come possiamo riconoscerlo? Niente di più semplice, perché la sua essenza deriva dal suo stesso nome.

Vi dice niente Il grande Gatsby? Che abbiate letto il capolavoro del 1925 di F. Scott Fitzgerald o che abbiate visto le sue trasposizioni cinematografiche, poco importa. Se conoscete i tratti peculiari e la storia del personaggio di Jay Gatsby (eh sì, proprio il personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio nella versione del 2013) allora capirete immediatamente cosa si cela dietro questo termine finora poco conosciuto.

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Il grande Gatsby

Ambientato nei ruggenti anni’20, Il grande Gatsby è un romanzo incentrato sulla figura di un uomo, l’elegantissimo Jay Gatsby, re dei party newyorkesi, innamorato da sempre della dolce Daisy Buchanan, che rivedrà dopo molti anni e che deciderà di riconquistare investendo tutto il suo tempo e tutti i suoi soldi nell’organizzazione di sfarzosi party d’élite.

L’opulenza e il lusso di questi eventi unici sono destinati a raggiungere un solo obiettivo, far sì che Daisy possa notarlo. Ed è proprio a questa intenzione che si deve il termine gatsbying. Se infatti nel 1922 (anno in cui è ambientato il romanzo) Jay Gatsby ha avuto bisogno di organizzare feste all’insegna dell’opulenza per farsi notare, oggi basta solo un click! Il mezzo è diverso, ma l’obiettivo è il medesimo.

Nell’era di Instagram e Facebook l’interesse non si palesa a parole, si mostra senza dichiarazioni. Sì, perché alla base del gastbying c’è un'esigenza precisa. L'esigenza è quella di non rivelare alla persona che ci piace la nostra attrazione, ma di conquistarla attraverso una serie di selfie postati sui social in cui diamo la nostra immagine migliore. Outfit studiati nei minimi particolari, pose ricercate, sorrisi smaglianti, attività e uscite super interessanti, sono solo alcune delle esche 2.0.

Farsi notare senza dichiararsi

Lo sappiamo bene, i social network hanno completamente cambiato il modo di flirtare e il gatsbying ne è la prova lampante. L’esigenza di fare colpo senza dichiararlo apertamente celandosi dietro scatti che spesso di reale hanno ben poco, diventa la miccia che fa scaturire fenomeni come questo. La stessa Matilda Dods nel suo articolo ha affermato:

Perché, invece di inviare un messaggio al ragazzo che mi piace, sto lanciando l'equivalente di una festa intrisa di champagne, un lampadario oscillante, una festa danzante a Charleston sulla mia Instagram Story?

Matilda Dods

Se champagne, lampadari scintillanti e feste danzanti, simboli del lusso newyorkese dei ruggenti anni ‘20, fanno da cornice a uno dei capolavori della letteratura americana, luce giusta, locali di tendenza, sguardi languidi e bronci alla Bardot, sono gli ingredienti utilizzati dai grandi e dalle grandi Gatsby dei nostri giorni, per catalizzare l’attenzione dei loro interessi amorosi.

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Non è una questione di like

E se pensate che sia una questione di like, vi sbagliate. Followers e seguito in questo caso c’entrano ben poco. Gli scatti sono sapientemente studiati non per ricevere consensi e accumulare commenti, cuoricini e pollici in su, ma solo ed esclusivamente per attirare la persona che ci piace.

È proprio il fine a fare la differenza tra un classico selfie postato sui social senza un’intenzione specifica e la tattica del gatsbying, in cui il selfie ha un obiettivo prestabilito e una finalità precisa. Ma qual è il motivo principale per il quale in molti fanno ricorso al gatsbying? La paura di dover affrontare un coinvolgimento emotivo e mentale che potrebbe potenzialmente far soffrire.

La timidezza è un meccanismo di difesa contro il pericolo di venir respinti nell’incontro, di venir svalutati dal rifiuto.

Francesco Alberoni

Se infatti la timidezza frena molti istinti e blocca primi passi spesso importanti da fare, proprio per la classica paura del rifiuto, il gatsbying non fa altro che cavalcare quest’onda emotiva. Un’onda in cui la paura di fallire e di non piacere, sostituisce alla cosiddetta “prima mossa” una serie di immagini social in cui poter investire più tempo, ma meno cuore ed emotività. Il rischio di coinvolgersi troppo e di soffrire si assottiglia e il virtuale si sostituisce al reale perché pensiamo che possa farci meno male. Ma sarà davvero così?

Questo dating trend è sicuramente innocuo, ma ricordiamo sempre che superare le nostre paure e insicurezze è il primo passo per diventare vere protagoniste della nostra vita e che la sofferenza fa parte di essa. Una volta accolta, state sicure, saremo in grado di superarla alla grande. A quel punto non ci sarà gatsbying che tenga! Non avremo bisogno di brillare sui social, perché saremo in grado di brillare -eccome- nella vita reale. Shine bright like a diamond!

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