Differenza tra identità di genere e orientamento sessuale
Identità di genere e orientamento sessuale non sono la stessa cosa e oggi più che mai è importante conoscere bene la differenza. Negli ultimi anni infatti la società ha vissuto un risveglio che ha portato in tanti a comprendere come non si possa più parlare solamente di maschi e femmine, e di eterosessualità riguardo le questioni di genere.
La sessualità e l’identità infatti sono ricchi di sfumature e sfaccettature che non accettano etichette. Un discorso fondamentale che i Millennials e la Gen Z hanno aperto da tempo e stanno portando avanti con orgoglio, combattendo le discriminazioni legate a generi e orientamenti sessuali, ma anche portando alla comprensione di concetti che non sono ancora chiari a tutti.
VEDI ANCHE LifestyleOrientamento sessuale e coming out: che cosa significa essere velatiCosa è l'identità sessuale, facciamo chiarezza
Partiamo dalle basi per cercare di scoprire tutte le sfumature e i colori che possiamo incontrare nella nostra esistenza. Concetti come identità di genere, sesso, orientamento sessuale e ruolo di genere sono racchiusi all’interno dell’identità sessuale. Distinguere questi elementi fra di loro è importantissimo per avere un quadro chiaro.
Il sesso biologico viene utilizzato per indicare le caratteristiche fisiche con cui nasce una persona. Può essere dunque maschile o femminile, ma esistono anche le persone intersessuali che per via di una questione fisica, cromosomica oppure ormonale sono al di fuori della tradizionale classificazione binaria (maschio-femmina). Proprio per questo si tratta di una classificazione che dovrebbe essere ormai superata.
L’identità di genere invece fa riferimento alla percezione che una persona ha del proprio genere d’appartenenza e di sé. Non è dunque un concetto legato al sesso biologico, ma all’idea che ognuno di noi possa riconoscersi in un genere in cui si sente pienamente sé stesso, al di là della biologia.
Questo concetto non va confuso con il ruolo di genere che riguarda la percezione che le altre persone hanno verso di noi e il nostro ruolo all’interno della società. Ossia come dovremmo comportarci o vestirci in base all’essere uomini o donne.
Infine troviamo l’orientamento sessuale. Una categoria che fa riferimento all’attrazione – fisica o sentimentale - che ognuno di noi può provare per qualcun altro. Attenzione, anche in questo caso le sfumature sono tantissime e non esiste solo la distinzione fra eterosessualità e omosessualità.
Identità di genere, un nome per sfumature
L’identità di genere dunque è un concetto complesso e ricco di sfumature. La classica classificazione binaria - come abbiamo detto - andrebbe superata. Questo perché esiste invece uno spettro con tantissime variabili, che garantiscono la massima libertà a ognuno di noi di riconoscersi ed essere pienamente sé stesso.
Troviamo, ad esempio, le persone cisgender che tendono a far coincidere il genere con quello biologico. Un cisgender può essere pansessuale, omosessuale oppure eterosessuale, poiché questa sfumatura non ha nulla a che vedere con ciò che riguarda l’orientamento sessuale.
Il termine transgender invece viene utilizzato per definire coloro che non si identificano con il sesso biologico. Fra le identità transgender dunque troviamo trans female to male oppure male to female, ossia persone che si riconoscono nel sesso opposto rispetto a quello biologico. Queste persone, con coraggio, affrontano spesso un percorso di transizione che e può riguardare il genere, il sesso biologico oppure entrambi.
Una persona non binary, invece, rifiuta l’idea di due soli generi. All’interno di questa definizione rientrano altri termini come genderqueer, genderfluid, bigender, agender, pangender, gender neutrois, demiboy, demigirl. Una persona genderfluid ad esempio vive in modo mutevole i sessi, variando fra il genere femminile e maschile, fluidamente.
Genderqueer è invece un termine che fa riferimento a chi non si riconosce nella visione binario maschio/femmina né col sesso biologico. Una persona genderqueer dunque potrebbe considerarsi di nessun genere (agender), di entrambi i generi (bigender) oppure di un terzo genere (pangender).
Esistono inoltre persone che hanno una identità di genere neutra: i gender neutrois. Il concetto è piuttosto simile a quello degli agender, il più delle volte però le persone neutrois vogliono che la loro espressione di genere venga considerata androgina. Infine troviamo i termini demy boy e demy girl, categorie usate dalle persone che spaziano fra il genere maschile e l’agender oppure fra il genere femminile e l’agender.
Perché dobbiamo smettere di usare le etichette
Ormai è chiaro: l’orientamento sessuale e il genere rappresentano solamente due variabili da cui possono nascere sfumature e visioni differenti. Le etichette? Non servono, anzi, dovremmo smettere di usarle! Ok, le parole servono per orientarci, ma non tutte sono in grado di descrivere le migliaia di sfumature della nostra anima. Le etichette infatti rischiano di condurci fuori strada e di non soddisfare l’esigenza di raccontare davvero chi siamo. L’orientamento sessuale è molto più fluido e non coincide, come abbiamo visto, con il genere.
Cercare di dare delle definizioni a questo punto può diventare difficile e sfiancante. Non possiamo sapere prima chi sarà ad attrarci o chi ameremo, né cosa vorremmo in futuro. Perciò le etichette non ci servono, sono utili solamente per gli altri, meglio cancellarle e vivere liberamente la nostra vita, senza pensare al resto.