Conoscersi è il primo passo verso una vita ricca di salute e benessere: parliamo perciò dell'imene, una parte del nostro corpo su cui la disinformazione e i falsi miti sono tanti
“Ma l’imene si rompe al primo rapporto?”, “Dov’è il mio imene?”, “Come faccio a capire se si è rotto oppure no?”, “A cosa serve l’imene?!”...
Ci sono così tante domande su questa piccola parte del corpo chiamata imene. Oggi avrai altrettante risposte che chiariranno ogni tuo dubbio sull’imene: cos’è, come è fatto, dove si trova, come è legato alla verginità e tanto altro.
Altro? Sì, perché questo pezzettino di pelle nascosta è oggetto di una serie di falsi miti e dicerie che andremo a sfatare.
Cos’è l’imene
“Imene” è una parola che etimologicamente, dal greco, significa “membrana” o semplicemente “pelle”: di fatto l’imene è un setto – solitamente incompleto - di membrana mucosa, ossia un piccolo lembo di tessuto che somiglia a quello delle piccole labbra.
Nella porzione interna è ricoperto da una mucosa affine a quella vaginale, mentre più esternamente presenta uno strato di epidermide sottilissimo.
È perciò molto simile ad una piccola piega più o meno elastica di tessuto epiteliale ed è irrorato e percorso da numerosi vasi sanguigni e terminazioni nervose: proprio per questa caratteristica può essere molto sensibile e allo stesso modo può succedere che una sua piccola lacerazione porti alla perdita di qualche goccia di sangue.
Dove si trova l’imene
L’imene si trova a livello dell’introito vaginale, non troppo in profondità: infatti, separa il canale vaginale - per intenderci, la cavità vera e propria in cui per esempio inseriamo i tamponi – dal vestibolo vulvare, ossia lo spazio centrale compreso tra le piccole labbra. Possiamo perciò osservarne la porzione più esterna: basta prendere uno specchio, un pizzico di volontà, coraggio q.b. ed osservarsi con attenzione una volta divaricate le piccole labbra!
Che forma ha l’imene
Le caratteristiche di questa membrana, così come per ogni parte del nostro corpo, variano da donna a donna: siamo tutte uniche, e così anche il nostro imene! Uno degli aspetti principali che può fare la differenza è l’elasticità: ci sono imeni più resistenti che possono rendere difficoltosa la penetrazione o lacerarsi in piccola parte durante il coito, altri più elastici, tanto da poter restare integri anche dopo un rapporto completo. Altrimenti, possiamo prendere in considerazione aspetti come la sensibilità, il colorito o la ricchezza di vasi sanguigni che a loro volta possono essere più o meno rappresentati.
Ma la forma? Con queste premesse non c’è da stupirsi che ne esistano diverse: infatti, più comunemente l’imene è anulare o semilunare, rispettivamente simile ad una membrana piana con un foro al centro o ad una mezzaluna con la “schiena” appoggiata in basso, sulla parete vaginale più posteriore. Esistono però anche l’imene labiato, cribroso, fimbriato e tanti altri – con nomi sempre più difficili da pronunciare - od ancora in alcune donne si presenta poco sviluppato se non inesistente.
Infine, possibilità più remota ma non infrequente, l’imene può presentarsi imperforato, andando ad occludere interamente il passaggio tra l’esterno e il canale vaginale: nella sua rarità, quest’evenienza rappresenta una patologia di tipo medico che necessita di un piccolo intervento chiamato imenectomia, una piccola incisione che permette di creare un’apertura nella membrana imeneale.
Non dimentichiamo che, come ogni altra parte del corpo, l’imene cambia nel tempo, invecchia e tendenzialmente si atrofizza – quindi perde di tono, consistenza e si riduce via via con l’età.
A cosa serve l’imene
Sembra che di questa membrana non si sia ancora definita la funzione specifica all’interno dell’organismo, ma possiamo affermare che, separandoli, segnala la diversa origine embriologica di vagina e vestibolo vulvare. Si tratta quindi di un’utilità prettamente anatomica, ma chissà quale segreto si cela dietro questo lembo di pelle!
Come si rompe l'imene e come si perde la verginità
Il legame che l’imene ha con la verginità è in realtà puramente di origine socioculturale, in quanto anatomicamente non può essere misurato o verificato come segno certo di avvenuta penetrazione e non può quindi presentare un segno lampante dell’avvenuta perdita della verginità vaginale. Infatti, viste le diverse caratteristiche e forme che l’imene può assumere - e considerata soprattutto la sua matrice elastica - non ha senso andare a ricercare un segno di rottura o strappo sulla sua superficie: l’imene non può rompersi o dilaniarsi con un rapporto sessuale o con altro tipo di penetrazione (dita, assorbenti interni, oggetti vari)!
Come dicevamo sopra, può al massimo lacerarsi, perdere una piccola quantità di sangue e rimarginarsi senza che sia presente una traccia visibile: è facile intendere perché la penetrazione possa essere completamente irrilevante nel parlare di verginità.
In tutto ciò c'è da tenere in considerazione che la verginità è qualcosa di molto più profondo, speciale, a cui solo ogni persona, nella sua individualità, può dare un valore e un significato.
È proprio per questo motivo che anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha espresso la necessità di sospendere il virginity testing – ossia qualsiasi tipo di visita ginecologica od osservazione volta a definire la verginità o meno di una donna secondo le caratteristiche del suo imene. Si tratta di una pratica che va contro i diritti umani di donne e ragazze, ma soprattutto non ha fondamento scientifico che motivi la sua esecuzione.
Non è perciò possibile collegare il concetto di verginità alla semplice presenza o assenza di questa membrana, né alle sue caratteristiche anatomiche: comunque sia fatto il tuo imene, non sono le sue proprietà a definire la tua verginità, ma la tua idea e i tuoi sentimenti nei confronti della verginità stessa.
Cosa sono le caruncole imeneali
La vera grande modificazione che può manifestarsi a livello imeneale non è quella che avviene facendo sesso, ma quella che avviene durante il primo parto col passaggio del feto nel canale vaginale: il diametro della testa fetale (solitamente intorno ai 9,5 cm) estende in maniera importante i tessuti materni e dopo il suo passaggio l’imene rimane presente in piccole parti dette caruncole imeneali o mirtiformi. Infatti, queste porzioni di tessuto una volta cicatrizzate, hanno la forma di piccole protuberanze carnose, simili a papille o piccoli mirtilli!
Questo è tutto quello che c'è da sapere sull'imene: siamo riusciti a rispondere ai tuoi dubbi o alle domande che non avevi mai osato porre? I misteri dell'imene sono stati svelati: ora non ha più segreti per te!