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Cosa significa essere intersex e l’affascinante storia del loro riconoscimento

simbolo dell'intersessualità
10-03-2022
Nella sfera della sessualità, ci sono le persone intersex, termine ombrello che indica una condizione innata che trascende la dicotomia maschile/ femminile

Hai mai sentito parlare di intersex? Con questo termine si individuano le persone intersessuali, che cioè non rientrano nelle “categorie” binarie di genere maschile e quello femminile. Si tratta quindi di una definizione che si riferisce all'identità di genere.

Possiamo anche dire che si tratta di una "parola ombrello", che cioè raccoglie più categorie che in questo articolo vedremo. Le persone Intersex o intersessuali costituiscono un gruppo minoritario, e anche per questo sono molto poco rappresentate e raccontate.

Cosa significa Intersex, numeri e definizioni

Le persone Intersex hanno caratteri sessuali interni ed esterni che non rientrano nella tradizionale (ormai superata) classificazione binaria di genere tra maschio o femmina. Concretamente si tratta di persone che presentano variazioni a livello fisico. Queste variazioni possono riguardare i cromosomi, l’assetto ormonale, le ghiandole sessuali (cioè, le gonadi: ovaie o testicoli), i genitali esterni, o i caratteri sessuali secondari.

Secondo la definizione dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, le persone intersessuali hanno un corpo che «non corrisponde alla definizione tipica dei corpi maschili o femminili».

In passato, le persone Intersex (che ci sono sempre state) venivano definite con il termine «ermafrodita». Questa parola porta ancora con sé uno stigma e che proprio per questo motivo non è più accettato dalla comunità scientifica e da chi si occupa di attivismo intersex. Adesso gli intersessuali sono rappresentati con la «I» nella sigla LGBTQIA+.  A livello di stima statistica, solo l’1,7% della popolazione mondiale presenta caratteristiche di intersessualità. Si tratta di una percentuale che è più o meno la stessa delle persone con i capelli rossi. Insomma, siamo di fronte a una minoranza sui cui a maggior ragione è bene fare chiarezza.

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Un po’ di storia: lo studio di Anna Fausto-Sterling

I dati statistici secondo cui le persone intersex rappresentano l’1,7% della popolazione mondiale arrivano da uno studio della biologa Anna Fausto-Sterling. È stata questa scienziata a spezzare il paradigma dicotomico della sessualità, secondo cui o si è maschi o si è femmine. In un articolo del 1993 e intitolato The Five Sexes, la Fausto-Sterling afferma che «nella natura umana esistono almeno cinque sessi».

Riferendosi esclusivamente agli organi genitali e all’apparato riproduttivo, la scienziata identificava quindi:

  • «maschi con pene e testicoli»;
  • «femmine con vulva e ovaie»;
  • «herms che hanno contemporaneamente sia i testicoli che le ovaie»;
  • «merms con testicoli e alcune caratteristiche dei genitali femminili»;
  • «ferms con ovaie combinate a qualche aspetto dei genitali maschili».

Dalla scienza al dibattito socio-giuridico

Fausto-Sterling mostrò l’esistenza delle persone intersex, che non rientrano nel binarismo maschio-femmina. Gli effetti del lavoro di Fausto-Sterling furono davvero rivoluzionari, poiché mostrava in maniera lampante «che il sistema sessuale binario della nostra società non è adeguato ad includere l’intero spettro della sessualità umana».

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Una scienziata “in difesa” degli intersessuali

La scienziata, infatti, contrastò il sistema tradizionale binario e pose delle basi scientifiche per riflessioni sociologiche sulla determinazione del sesso e dell'identità. Da questa rivoluzionaria teoria, anche il sistema giuridico e la politica dovettero fare i conti con la necessità di affrontare dal punto di vista legale la tutela e i diritti delle persone non binarie.

Va ricordato che il forte binarismo è tipico delle società occidentali, a causa della produzione filosofica e culturali su cui esse si basano, come la filosofia greca antica, che ha introdotto la dicotomia sessuale (uomo/ donna) arrivata fino agli anni Novanta. Per esempio, già il filosofo greco Aristotele ha messo il concetto di opposizione al centro del pensiero occidentale. Dal punto di vista filosofico, spiega la Treccani, «l'opposizione è la condizione che qualcosa per le sue caratteristiche sta in contrasto con altro. In questo senso, il maschio esiste in opposizione alla femmina e la femmina nasce in opposizione al maschio. I due opposti filosofici sono interdipendenti, poiché esistono in funzione dell'esistenza del loro opposto. Inoltre, si completano a vicenda: a partire dagli organi genitali, il maschio completa la femmina».

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Una definizione aggiornata e un libro da leggere

 Nel 2019 è uscito un libro (edito da ETS), intitolato Intersex. Un’antologia multidisciplinare, curato dalla sociologa Michela Balocchi, in cui sono presenti contributi di molti esperti di sociologia, scienze giuridiche e biologia. Questa è la definizione che Balocchi fornisce della parola intersex. «Intersex è un termine ombrello con cui si comprendono tutte quelle variazioni di caratteristiche di sesso genetico/cromosomico, gonadico/ormonale, e/o anatomico (relativo alle caratteristiche sessuali primarie e secondarie) di una persona che non rientrano nelle tipiche nozioni binarie dei corpi considerati femminili o maschili».

In Italia, il sito di riferimento è intersexesiste.com, che definisce l’intersex (cioè, l’Intersessualità) «Iun termine ombrello che può essere reso anche con  la locuzione di Variazione delle Caratteristiche del Sesso (VCS), per indicare persone che presentano caratteristiche biologiche innate nei caratteri sessuali che non collimano con la nozione di maschile e femminile più diffusa nella popolazione».

Orientamento sessuale: sì o no?

Uno dei principali equivoci che vivono le persone intersessuali comincia dalla confusione tra la loro condizione (che è innata) e l’orientamento sessuale.

L’intersex non è un orientamento sessuale, ma una condizione in cui si nasce. Di conseguenza, le persone intersessuali, come tutti, possono essere cis-gender o transgender. L’intersex ovviamente non è nemmeno una malattia. Presentare alla nascita dei cromosomi un genere diverso rispetto agli altri, delle variazioni dei caratteri sessuali o, ancora, avere dei genitali definiti "ambigui", non è una condizione patologica.

Le difficoltà delle persone intersessuali

Non solo, dunque, l’intersex non è una malattia e, contrariamente a quanto si possa pensare, per lo più non hanno problemi di salute Molti intersex vengono a conoscenza della loro condizione biologica durante l'adolescenza, quando sono in grado di capire concetti scientifici come quelli di cromosomi, ormoni e variazione di genere. Prima, quando sono bambini, non si avvertono come "diversi" rispetto agli altri, proprio perché non hanno conoscenza del tema del sesso e dintorni.

Probabilmente da qui possono cominciare le difficoltà, poiché spesso agli intersessuali viene proposto un trattamento chirurgico e/o con terapie ormonali finalizzate a farli rientrare nella tradizionale dicotomia di genere (maschio o femmina).

A volte, le persone intersessuali subiscono pesanti medicalizzazioni già in età pediatrica, con vari interventi di assegnazione di sesso (che non hanno deciso loro). Gli effetti di questi interventi medici sono spesso devastanti e ovviamente irreversibili, con notevoli implicazioni rispetto al benessere fisico, sessuale e relazionale della persona intersex.

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