Tra i termini più in voga, ce n’è uno, metrosessuale o metrosexual, che viene usato spesso in fasi alterne, ma su cui permane una certa confusione.
Si tratta di una parola, o, più precisamente, di un aggettivo che fa riferimento a una tendenza degli uomini eterosessuali.
Il termine è nato negli anni Novanta, ma ancora oggi è in uso per indicare un modello preciso di virilità, che sembra non passare mai di moda. Ecco cosa significa davvero metrosessuale e cosa devi sapere sull’argomento.
La definizione di metrosessuale
Proprio perché metrosessuale è un termine molto popolare e, nel contempo, molto spesso equivocato, è bene ripassarne il significato preciso e fare piccoli cenni di storia.
Storia: chi ha inventato la parola "metrosexual"
Il termine metrosessuale è un neologismo inventato nel 1994 dal giornalista inglese Mark Simpson in un articolo del quotidiano britannico The Independent. Simpson inventò questo termine per indicare una nuova generazione di uomini eterosessuali, che vivono nelle grandi città e che hanno una grande attenzione per il proprio aspetto. La sua diffusione risale ai primi anni 2000, in seguito ad un articolo su Salon.com in cui Simpson definì David Beckham «più grande metrosessuale britannico». In seguito, anche l'American Dialect Society ha eletto metrosexual parola dell'anno per il 2003. Da sempre Beckahm è il personaggio a cui viene collegata quasi automaticamente questa parola.
Significato del termine
Il neologismo metrosessuale deriva dall’unione dei termini «metro» e «sexual». Il primo fa riferimento alla provenienza da grandi aree metropolitane degli uomini in questione, il secondo alla loro eterosessualità. Sebbene siano etero, infatti, gli uomini eterosessuali seguono comportamenti che tradizionalmente vengono ricondotti alla sfera femminile: sono grandi consumatori di prodotti di cosmetica, praticano il fitness, si depilano, curano l’abbronzatura, si dedicano a trattamenti estetici e curano in maniera quasi ossessiva il proprio aspetto, conseguendo un ideale di perfezione estetica.
Orientamento sessuale o stile di vita?
Essere metrosessuale è uno stile di vita, non un orientamento orientamento sessuale, come l’omosessualità o la bisessualità. Non si tratta nemmeno di un termine della psicologia, ma riguarda piuttosto una tendenza dell’uomo contemporaneo, che non ha paura di esprimere la propria sessualità ma soprattutto che non teme il proprio lato femminile e, anzi, lo coltiva – secondo stereotipi sociali a lungo tempo appannaggio delle donne (passione per lo shopping, cura del corpo, etc).
Cosa c’entra con la sfera sessuale?
Vuoi controllare di aver capito bene cosa significa metrosessuale? La domanda di controllo è questa: cosa c’entra con la sfera sessuale? Se la tua risposta a questo interrogativo è «Assolutamente niente», sei stata promossa! Scherzi a parte, per molte persone non c’è rischio di confusione, ma per altre invece sì. A destare, forse, qualche ambiguità, è la somiglianza tra metrosessualità e altre espressioni che, al contrario, rimandano proprio all’orientamento e alla sfera sessuale (per esempio, l’abrosessualità, termine meno noto di altri).
Ipotesi di confusione
In caso di confusione, meglio rileggersi il paragrafo (sopra) sul significato del termine metrosessuale, dall’unione delle parole inglesi «metro» e «(etero)sexual». È pur vero che a generare una possibile perplessità intorno alla metrosessualità potrebbe aver contribuito anche una convincione comune. Si tratta del fatto che, tradizionalmente (quanto meno, fino al Novecento), una certa vanità e cura del proprio aspetto era attribuita alle donne e a uomini effeminati.
Non è quindi così difficile pensare che, soprattutto chi non bazzica il linguaggiodelle tendenza, potrebbe associare il significato di metrosessuale qualche sottocategoria dell’omosessualità maschile. In realtà, è un errore piuttosto grossolano, proprio perché, come detto ripetutamente, l’essere metrosessuale non c’entra niente con la sfera sessuale.
Le icone metrosessuali
Come ti abbiamo detto nei cenni di storia del termine, il primo metrosessuale è stato David Beckham. Questo stando al giornalista che ha coniato il neologismo per indicare uomini etero che dedicano molta attenzione alla cura del proprio aspetto. Il calciatore inglese, marito di Victoria, ex Posh Spice (Girl) è stato quindi la prima icona metrosessuale. Da allora, non ha mai smesso di condizionare la moda, per il taglio di capelli, i tatuaggi, i look sfoggiati nelle varie occasioni, formali e non.
Come Beckham, è facile che anche calciatori famosi siano icone metrosessuali, da Cristiano Ronaldo a Zlatan Ibrahimović. Sono tanti gli atleti del mondo del calcio (in particolare) che oltre a essere ultra milionari, vengono ingaggiati come testimonial di aziende legate alla bellezza o alla moda maschile. A loro, si aggiungono a volte cantanti e attori, che spesso diventano dei modelli per il look e le acconciature di altri uomini.
L’evoluzione del termine
Nonostante sia relativamente recente, il termine metrosessuale ha già compiuto una certa evoluzione. A partire dai primi anni dieci del Duemila, è stato progressivamente da altri neologismi, in concomitanza con il cosiddetto Man-Renaissance, cioè il «Rinascimento del genere maschile». Questa tendenza ha visto cambiare lo stile metrosessuale, che è diventato più mascolino, e lievemente più “easy”. Una cosa simile è successo con lo stile hipster: è diventato più “post-hipster” (lo stile metrosexual in chiave più intellettuale e alternativa).
Tra le numerose frontiere della metrosessualità, ci sono gli Hummersexual e gli Spornosexual, ma anche i Clonosexual, gli Ubersexual, gli Eteropolitan, i Machosexual, i Retrosexual, etc.
Hummersessuale
Quest’evoluzione del metrosessuale è, piuttosto, una sorta di ritorno ai modelli di mascolinità da macho. Il termine, infatti, fa riferimento all’Hummer (marchio di veicoli fuoristrada e SUV statunitensi), che con il suo slogan «Reclama la tua virilità» indica un modello ormai molto irreale di una virilità vecchio stampo e super muscolosa.
Spornosessuale
Tra le evoluzioni del metrosexual, oltre all’hummersessuale, anche lo spornosessuale coltiva un corpo muscoloso. In questo caso, il termine deriva dall’unione di «sport» e «porno». L’uomo etero spornosessuale, infatti, ama mostrare pubblicamente (soprattutto attraverso i social) il suo corpo perfetto modellato dallo sport. Lo fa per essere desiderato sessualmente, da donne o uomini o altri generi non binari.