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Come il manipolatore usa la minimizzazione per ridimensionare i nostri (e i suoi) gesti

Minimizzazione nella manipolazione
Trasformare fatti e informazioni cruciali in faccende di poco conto: ecco come il manipolatore usa la minimizzazione per svalutare ciò che fa e che facciamo
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Quando si vive una relazione tossica con un manipolatore tutto diventa confuso, difficile, estraniante. Chi manipola sa perfettamente come farci mettere in dubbio qualsiasi cosa, dalle certezze che ritenevamo incrollabili a legami storici. Lo sa perché sfrutta una serie di strategie, tra cui la minimizzazione.

Il nome di questa strategia è già esplicativo: chi ci manipola rende minuscoli determinati fatti, azioni o eventi per affermare il suo potere. Ecco perché, per uscirne, dobbiamo imparare a vederci chiaro.

Cos'è la minimizzazione?

La minimizzazione è una distorsione cognitiva che coniuga l'analisi e l'eventuale razionalizzazione di uno specifico fatto, azione o comportamento a una negazione parziale. Si innesca quando si è messi alle strette ed è impossibile mettere in atto una negazione completa, di conseguenza diventa fondamentale ridurre ai minimi termini la propria responsabilità o la propria colpa.

Non si tratta di un comportamento proprio solo del manipolatore, ma appartiene a ognuno di noi e può anche essere un meccanismo di difesa, perché pur di non vedere quanto è dannoso ciò che abbiamo davanti tendiamo a categorizzarlo come "inferiore", negandone o respingendone importanza o pericolosità.

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Come la usa il manipolatore?

Il manipolatore usa la minimizzazione in modo duplice. Il primo è rivolto verso sé stesso: quando commette un errore o fa qualcosa di inaccettabile (un tradimento, una forte mancanza di rispetto o di attenzione) cerca di discolparsi dicendo che lo sbaglio è molto meno grave di quando pensiamo e cerca di convincerci che stiamo esagerando.

Il secondo modo, invece, è rivolto verso di noi ed è relativo alle nostre emozioni. In sostanza, il manipolatore cercherà di sminuire ciò che stiamo sentendo o di ridurlo ai minimi termini, e non soltanto quando si tratta di vicende che lo vedono protagonista. Se stiamo male perché abbiamo discusso con un'amica, per esempio, questa persona ci dirà che dobbiamo smetterla di farla così tragica, e lo stesso vale se stiamo attraversando un periodo professionalmente molto duro.

Quali sono le conseguenze?

Le conseguenze, come per praticamente qualsiasi azione commessa dal manipolatore, sono molto gravi. Di base, iniziamo a vivere una sorta di distacco dalla realtà. Per cominciare, ci ritroviamo davvero a dubitare di noi stesse e di come affrontiamo ciò che accade nella nostra relazione con il manipolatore: avrà ragione a dirci che esageriamo tutto ciò che fa? Il dubbio s'insinua e inizia a farci sentire sempre più fragili e insicure, minando le convinzioni che abbiamo su noi stesse.

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Non è tutto: iniziamo a chiederci se sbagliamo qualcosa anche nei confronti degli altri. D'altronde, dato che è proprio la persona che "ci ama", a dirci tutte queste cose, ci verrà naturale chiederci se forse il suo punto di vista sia motivato. Nel complesso, inizia a farsi sempre più forte la sensazione che a essere storti non siano gli altri (e soprattutto lui) ma noi. Questo modo di vivere e di sentire può diventare sempre più pressante e forte, fino al punto di scatenare una vera e propria crisi esistenziale.

Come identificarla e come difendersi?

Come per la razionalizzazione e le omissioni, identificare senza ombra di dubbio le strategie del manipolatore può davvero essere complicato. Di fatto, chi si trova a vivere all'interno di una relazione del genere inizia fortemente a dubitare di sé, cosa che può anche peggiorare se il manipolatore con cui abbiamo a che fare è un narcisista, che sfoggerà le sue frasi tipiche per ridurci ulteriormente ai minimi termini. Un modo per identificare la minimizzazione, però, esiste: è fare introspezione.

Analizziamo noi stesse e chiediamoci se è in effetti possibile che tutto (proprio tutto) ciò che facciamo o che fa il manipolatore è meno rilevante, pesante o grave di quanto immaginiamo o pensiamo. Dopo l'introspezione, cerchiamo il confronto: il manipolatore sarà incapace di avere una comunicazione serena e avrà difficoltà, in particolare, se useremo una comunicazione assertiva. Non rinunciamo mai a discutere o ad affermare il nostro punto di vista, perché è proprio così che il manipolatore ci tiene sotto scacco. E ricordiamoci che se quella che stiamo vivendo è una relazione tossica, l'unica cosa da fare è allontanarci il prima possibile, per quanto male possa fare.

Cosa fare se qualcuno ti manipola?

Come appare chiaro dai paragrafi precedenti, il rapporto con un manipolatore è dannoso sotto moltissimi punti di vista. Già solo la minimizzazione porta a delle conseguenze che minano la nostra sicurezza e la nostra autostima, e con il passare del tempo, purtroppo, la situazione peggiora.

Se da una parte esistono delle strategie psicologiche efficaci per affrontare i manipolatori, dall'altra parte non per tutte può essere un percorso facile. La difficoltà cambia in base a diverse variabili e parametri, che vanno dal tipo di manipolatore al rapporto che abbiamo stretto con lui. In generale, c'è un solo consiglio valido per tutti: seguire un percorso di psicoterapia.

Lo psicoterapeuta ci accompagnerà lungo un percorso che sì, sarà lungo e non privo di sofferenza, ma ci darà tutti gli strumenti per distaccarci e non farci più manipolare (ricordiamocelo: nessuno è immune). Se ne può uscire, l'importante è farsi aiutare.

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