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Perché non riusciamo a lasciare chi ci sta facendo del male?

Coppia infelice
04-01-2022
I rapporti sono complessi. Può sembrare strano, ma a volte si continuano relazioni tossiche. Perché non riusciamo a lasciare chi ci sta facendo del male?
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Forse all’inizio era tutto magico, la fase dell’innamoramento rendeva ogni momento perfetto e indimenticabile, ma poi è arrivato il periodo delle incomprensioni.

Inizialmente un rapporto ha sempre degli aspetti sani: reciprocità, emozioni vere, soddisfazione reciproca. Ogni dettaglio appare perfettamente in linea con le proprie aspettative e si decide di impegnarsi. Questa fase può durare a lungo, mutare leggermente, ma restare invariata nella sostanza. Accade quando il legame è sano e fondato su basi solide.

Altre volte, però, succede che il vento cambia e non si è pronti a fare i conti con la realtà. Perché non sappiamo come lasciare chi ci sta facendo del male? Non vogliamo mettere a fuoco e prendere le decisioni che andrebbero prese. Cos’è a bloccarci?

Questione di aspettative

Non riusciamo a lasciare chi ci sta facendo del male perché non vogliamo ammettere qualcosa che, sbagliando, decodifichiamo come un fallimento. Le aspettative e l’idea che ci siamo fatti dell’altra persona ci spingono a illuderci. E quando c’è una discrepanza, non sempre si ha il coraggio di ammetterlo a sé stessi.

Sentimenti di sorpresa, delusione e paura ci portano a rimanere ancorati al passato, a credere che se è accaduto in passato – di essere felici – si possa ritornare a esserlo: che “lui/lei, se vuole, ne è capace”. Si rimane ancorati a frasi e sensazioni passate e si nega anche l’evidenza. La neghiamo anche a chi ci vuole bene davvero e ci mette in guardia.

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Confusione e paura di soffrire di più

La forza di volontà, la rabbia, il dolore e il desiderio di stare meglio – invece di allontanarci da una situazione tossica alla ricerca di ciò che ci potrebbe far stare davvero bene – ci bloccano e ci fanno rimanere prede di emozioni e decisioni che non controlliamo e che perpetriamo nonostante il risultato sia sempre deludente.

Andiamo a sbattere sempre contro lo stesso muro di gomma, che ci sbalza indietro e ci fa tornare al passato insieme a lui/lei. E non quello dei primi tempi, ma quello che ci fa soffrire, sentire inadeguati, nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Non si reagisce per via di ragioni profonde e diverse, stratificate come la struttura della cipolla. Spesso sono controversi e si fanno la lotta, non permettendoci di trovare la via d’uscita: quella apparentemente più semplice e lineare. La stessa che, chi ci guarda dall’esterno, vede chiaramente e non capisce cosa ci freni ancora.

La paura del futuro, di pentirsi

Non riusciamo a lasciare chi ci sta facendo del male, in sostanza, perché abbiamo paura di commettere un errore, di stare ancora peggio; per il timore di perdere la persona che amiamo anche se si è rivelata diversa da quella che immaginavamo.

Poi c’è la paura della solitudine, di non trovare nessun altro. Di non avere di meglio, magari di non meritarlo nemmeno (ma perché?). Ci illudiamo di poter essere amati davvero, con un po’ di impegno, e non vogliamo ammettere che non è questa la strada giusta da percorrere per raggiungere l’obiettivo. Resistiamo non per amore, ma perché ci ostiniamo a volere accanto una persona che ci voglia bene e vogliamo che sia quella. Anche se nella realtà ci fa soffrire.

In noi può esserci un residuo di disvalore che ci spinge ad accettare anche le briciole, ma da dove proviene? Forse dalle esperienze passate, probabilmente da un vecchio amore che – anche inconsapevolmente – è stato insano e ci ha amato male. Il caos, le dinamiche manipolatorie, il timore dell’abbandono ci fanno accettare compromessi inaccettabili.

Un’apparente ostinazione

A una prima analisi, la donna o l’uomo che rimangono ancorati a un rapporto malato e deleterio sono ostinati. Si impegnano a cercare un sentimento sincero dove non c’è. Si illudono di stare vivendo una storia diversa, ma poi si ritrovano a vivere sempre lo stesso copione (o molto simile).

Si espongono di nuovo alla sofferenza, al tradimento (non per forza fisico ma anche emotivo), alla delusione. Si tratta di qualcosa che li tiene ancorati a fondo, una forza invisibile alla quale non riescono a sottrarsi. Liti, rotture cicliche diventano dipendenza: migliori della solitudine. La soluzione è difficile da vedere chiaramente a causa di motivi complessi sottostanti alle decisioni che vengono perpetrate.

Il grande inganno (dal quale si può uscire)

Non riusciamo a lasciare chi ci sta facendo male perché siamo vittime di un “grande inganno”. Il partner, in un primo momento, si è mostrato migliore di quanto non sia, illudendoci di essere quello giusto. Improvvisamente, come uno schiaffo virtuale (nella migliore delle ipotesi) ma potentissimo, ci ha sbattuto in faccia la sua vera indole.

Lo ha fatto, però, dopo aver creato un legame difficile da spezzare. Ed ecco che, quando si prende coscienza che qualcosa non va, un aiuto psicologico potrebbe essere la soluzione. Affrontare i motivi complessi e atavici che ci tengono legati all’altro nonostante tutto potrebbero illuminarci e potremmo trovare la forza che pensiamo di non avere. Possiamo lasciarlo andare, perché prima di tutto è noi stessi che dobbiamo amare.

Si rifiorisce, si passa dallo smarrimento all’autonomia. Si impara a dimenticare una persona alla quale si è voluto bene, ma che ci ha fatto soffrire. Ed è una sensazione bellissima, che fa sentire fortissimi: in grado di poter affrontare qualsiasi cosa con successo.

Perché il partner rimane

Oltre a pensare perché non riusciamo a staccarci da chi ci sta facendo del male, forse potrebbe tornare utile scoprire perché anche dall’altra parte si decide di restare anche se il sentimento non è sincero. A volte succede perché non si vedono alternative, per la paura di restare da soli o di essere criticati, per quello che viene chiamato analfabetismo emotivo: l’incapacità di amare davvero, perché nessuno in precedenza lo ha mai insegnato, ha mai mostrato come si fa.

La verità, in definitiva, è che – al di là dei perché e delle analisi sicuramente utili - il futuro è solo nelle nostre mani, e solo noi siamo artefici del nostro destino. Possiamo scegliere di stare meglio, di essere sufficienti. Perché un partner sbagliato, incapace di amare come noi vorremmo essere amati fa solo star male. E, come dice un vecchio detto – e come tale con un fondo di verità – “meglio soli che male accompagnati”.

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