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Ecco come il manipolatore usa le omissioni per raccontare la sua verità

Omissioni nella manipolazione
Silenzi tattici, informazioni taciute, vicende nascoste: le omissioni sono uno dei jolly del manipolatore, che riesce a usarle a suo vantaggio in modo magistrale

Avere a che fare con un manipolatore è un'esperienza estremamente traumatica. Le sue implicazioni sulla nostra psiche sono moltissime: da una relazione tossica con una persona del genere si esce a fatica, piene di dubbi e con molte, troppe paure.

Questo perché, purtroppo, chi pratica l"arte" della manipolazione mette in atto diverse strategie per indebolire la nostra mente. Una di queste è l'uso spasmodico delle omissioni, che gli permettono di tralasciare tutto ciò che potrebbe minare la sua posizione.

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Cosa sono le omissioni?

Le omissioni o bias di omissione sono un processo per il quale le persone (non solo il manipolatore, dunque) preferiscono non agire quando sarebbe richiesto o non comunicare informazioni importanti riguardo a fatti, azioni, stimoli, gesti o pensieri.

Ciò accade perché la nostra mente si convince che il danno derivante dall'azione/comunicazione sarebbe più grande dell'azione/comunicazione stessa. In alcuni casi si tratta di un bias cognitivo, che viene messo in atto in modo fondamentalmente involontario, ma chiaramente può anche essere usato in modo strategico, pensato e razionale.

Come le usa il manipolatore?

Il manipolatore usa le omissioni per cercare di mantenere immutato il suo status di controllo e superiorità. Può sfruttarle in due modi: il primo è fisico, omettendo alcune azioni e rifiutandosi dunque di svolgere nonostante nostre esplicite richieste o nonostante i nostri motivati bisogni.

Il secondo è morale: l'omissione morale consiste nel non dire o nel nascondere determinate cose, perché nel dirle o nel manifestarle il manipolatore dovrebbe necessariamente sottoporsi a un severo giudizio che riguarda la sua morale e, di conseguenza, dovrebbe accettare di essere criticato e ammettere in qualche modo di aver sbagliato.

Qualunque sia il modo in cui sfrutta queste tipologie di omissione, il manipolatore sa perfettamente cosa sta facendo. Tuttavia, nelle più subdole delle sue strategie, può affermare di aver "dimenticato" di fare o di dirci questa o quella cosa, di aver tralasciato l'informazione per paura di ferirci o sostenere di non aver capito o non aver immaginato che il suo comportamento avrebbe potuto in qualche modo farci del male.

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Quali sono le conseguenze?

Chi si relaziona con una persona manipolatrice che ricorre spesso alle omissioni si trova spesso ad affrontare un forte senso di impotenza. Si tratta di una delle conseguenze di trovarsi ad avere a che fare con qualcuno che, purtroppo, non solo non riesce a darci ciò di cui abbiamo bisogno, ma trascura in maniera consapevole e deliberata ciò che ci serve.

Altre due conseguenze comuni che derivano dall'uso reiterato delle omissioni da parte del manipolatore sono il senso di colpa e il senso di inadeguatezza, che nascono da una domanda tanto spontanea quanto purtroppo dannosa: se una persona così importante per noi tralascia e trascura gesti e informazioni importanti, non sarà che non ce li meritiamo?

Infine, le persone che subiscono questi comportamenti possono evitare i conflitti ma al contempo rimuginare in maniera ossessiva per trovare un senso alle azioni della persona che li sta mettendo in atto: la verità, però, è che un senso non esiste e che alla lunga rimuginare può solo essere autodistruttivo.

Come identificare le omissioni e come difendersi?

Le omissioni sono sicuramente la strategia manipolatoria più facilmente identificabile e lampante, anche se è tra le più dolorose: ci si ritrova o di fronte a una persona che non sta mentendo in senso stretto, ma sta comunque evitando di dirci qualcosa di importante, o di fronte a qualcuno che pur sapendo bene quale azione potrebbe farci stare bene/meglio la evita, dandole poco valore.

Difendersi dalle omissioni richiede uno sforzo non indifferente perché è fondamentale assumersi il "rischio" di discutere, cosa che viene a mancare quando l'altra parte ha il controllo, perché è come se dipendessimo interamente dal suo umore e dalle sue decisioni.

Avviare un dialogo che abbia anche delle implicazioni spiacevoli, però, è essenziale per costruire (se possibile) un rapporto che si basi sulla reciproca cura e che sia sano e bilanciato.

Cosa fare se qualcuno ti manipola?

Avere a che fare con un manipolatore non significa soltanto avere a che fare con una lunga serie di omissioni che, per altro, possono diventare sempre più gravi, danneggiando la nostra salute mentale. Significa avere a che fare, in generale, con una persona che ci sminuisce, che ci rende insicure e che mano a mano ci annichilisce.

Gestire un manipolatore però, purtroppo, non è facilissimo e non esistono delle risposte che possono valere per tutte allo stesso modo. Infatti, le situazioni possono variare tanto in base alla tipologia di manipolatore (passivo-aggressivo, affettivo, adulatore o altri) quanto al nostro legame con lui e al nostro pregresso psicologico e sentimentale.

L'unica suggerimento che può essere sempre valido ed efficace è seguire un percorso di psicoterapia: la psicologa ci aiuterà a trovare una direzione e ci darà le "armi" migliori per avere a che fare con questa tipologia di persona. Non perdete la speranza, perché sì: se ne può uscire.

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