Non tuttə hanno ben chiaro cosa sia la pansessualità, e talvolta infatti è confusa con la bisessualità. Abbiamo imparato a conoscere questo termine negli ultimi anni, ma la chiarezza per alcunə è ben lontana dall’essere raggiunta. Quando star come Miley Cyrus e Cara Delevingne ne hanno parlato per la prima volta, facendo di fatto coming out, si è iniziato a normalizzare la pansessualità. La differenza con la bisessualità può sembrare minima, ma c’è ed è importante conoscerla.
Per approfondirla, abbiamo pensato di iniziare proprio dal prefisso greco “pan”, che si traduce con “tutto”. In Italia, abbiamo iniziato a conoscere il termine pansessuale nel 1977, con l’attivista, scrittore e teorico degli studi di genere Mario Mieli, che iniziò a discutere dell’orientamento pansessuale.
Cosa significa essere pansessuale
Quando parliamo di bisessualità, sappiamo che ad attrarre potenzialmente è proprio il genere. La pansessualità ha invece un concetto più ampio di base: elastico. In poche parole, essere pansessuali significa essere attratti da una persona al di là del suo genere/della sua identità di genere: a conquistare è la personalità, il suo modo di porsi, di essere. Il desiderio pansessuale va oltre il genere, ma anche l’orientamento stesso, ed è molto importante saperlo.
I luoghi comuni sulla pansessualità
Lo stesso Istituto Superiore di Sanità ha definito la pansessualità come la tendenza di una persona a essere attratta dalle persone al di là del genere. Molto spesso, abbiamo sentito delle generalizzazioni sulla pansessualità: luoghi comuni, stereotipi e persino pregiudizi che andrebbero abbattuti e combattuti. In realtà, uno dei pregiudizi più diffusi sull’orientamento è lo stesso concetto che si applica alla bisessualità: i pansexual sono attratti da chiunque. Ma non è vero.
Non è il genere, l’identità sessuale o l’orientamento ad attrarre il pansexual, ma altri aspetti: non vuol dire che per ogni persona che incontra può provare automaticamente interesse. Questo mito andrebbe sfatato, così come un altro: spesso, chi è pansessuale viene “accusato” di condurre uno stile di vita libertino. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un errore di forma: non tuttə scelgono di avere delle relazioni poliamorose, tutt’altro. Moltə hanno delle relazioni sentimentali esclusive e monogame.
Pansessuale non vuol dire essere promiscuo
Come sempre, quando parliamo di orientamento sessuale, ci troviamo di fronte a una serie di pregiudizi e stereotipi particolarmente difficili da digerire. Ed è così che la pansessualità viene definita promiscua, come se fossimo dispostə a innamorarci di chiunque, solo per il “gusto di farlo”. Non solo è un luogo comune, ma è anche un giudizio pesante, un’offesa che può ferire e che, in effetti, ferisce moltissimo.
L’attrazione che si prova può essere di stampo romantico o sessuale. Si sceglie di seguire l’istinto, si sceglie una persona perché magari fa sentire a casa, perché si prova un amore totalizzante, perché ci si innamora della sua personalità, perché si è attratti sessualmente.
Quanto è importante la consapevolezza di sé
C’è un motivo per cui l’orientamento sessuale è stato vittima di pregiudizi? Sì, non è largamente diffuso. Raggiungere una piena consapevolezza di sé, in un mondo che discrimina e che elargisce giudizi affrettati, non è semplice. Perché spesso in tantə decidono di tenere per sé l’orientamento, evitando di definirsi. C’è anche da dire che chi è pansessuale non supporta molto le etichette.
Proprio per la propensione ad andare oltre il genere, l’etichetta viene vista come un aspetto limitante. Sarebbero da mettere al bando anche quei classici test per capire se si è pansessuali: la grande verità è che dovremmo ascoltarci più spesso, per raggiungere una piena consapevolezza. Il nostro istinto difficilmente sbaglia, e per farlo prevalere sarebbe importante smettere di ascoltare i giudizi altrui.
Non c’è alcuna rivalità tra pansessuali e bisessuali
Un aspetto su cui si pone spesso l’accento è a una possibile “rivalità” tra chi è pansessuale e chi è bisessuale. Questi orientamenti sessuali non sono in alcun modo in conflitto, né agli antipodi. Oltretutto, sono stati a lungo confusi, o ritenuti simili. Il che per certi versi non è sbagliato, ma non è nemmeno giusto. La linea di differenza è sottile, ma c’è e va rispettata.
Imparare a conoscere e accettare gli orientamenti sessuali di tuttə è un primo passo in avanti per un mondo più inclusivo (a tal proposito potrebbe tornarti utile ascoltare i Ted Talk al femminile), che non punta il dito e che non giudica troppo in fretta. Prima o poi ci arriveremo, e per farlo è necessario porre delle basi di accettazione, andando a contrastare di fatto il “non sapere”, perché è proprio l’ignoranza che crea confusione e che genera un divario. Incolmabile? No, per fortuna, con la volontà possiamo tutto.