Love

Chi sono le “pick me girls” e perché questo modo di fare danneggia tutte

donna giudicata
Si chiamano pick me girls e sono una tendenza che sta spopolando su Tik Tok con conseguenze negative per tutte le donne

Cosa significa "pick me girl"

Avete mai sentito parlare di "pick me girls"? Forse vi è capitato di sentire questo termine su Tik Tok (dove è diventato un vero e proprio trend) ma non avete ben capito a cosa si riferisce. Il significato letterale dell'espressione è "ragazza sceglimi", e serve a definire il modo di fare di alcune ragazze che tenderebbero a esaltare se stesse sminuendo le altre, facendo leva però su una serie di stereotipi misogini e maschilisti.

Chi sono le pick me girls

Ma andiamo con ordine per comprendere questo fenomeno. Chi sono le pick me girls? Come abbiamo accennato sopra il termine, divenuto popolare nel 2016 su Twitter, fa riferimento a una tipologia di ragazza che, per ottenere l’approvazione maschile, si impegna a dimostrare di essere diversa dalle altre.

VEDI ANCHE Chi sono gli Incel e cosa bisogna sapere per difendersi? LifestyleChi sono gli Incel e cosa bisogna sapere per difendersi?

Il trend di Tik Tok è partito da una canzone del rapper Lil Uzi Vert in cui troviamo la frase "Pick me, come pick me". L'espressione "pick me girls" viene usato dagli utenti dei social per indicare delle ragazze che si comportano in un modo che vuole differenziarsi dalle altre per attirare l’attenzione maschile, rifiutando tutto ciò che è comunemente considerato femminile.

Generalmente il classico comportamento da "pick me girl" dovrebbe consistere nell'avere solo amici maschi, non parlare con altre ragazze (possibilmente mostrando disprezzo) e<strong> fare battute sessiste</strong>. E ancora: deridere le altre ragazze, criticando il modo in cui si vestono, mangiano e parlano.

Nel vortice di Tik Tok però troviamo anche video che criticano le pick me girls e i loro modi di fare. In sostanza si crea un mega circolo vizioso di ragazze che criticano altre ragazze che criticano altre ragazze ancora

Misoginia interiorizzata

Il fenomeno delle pick me girls accende la luce su una questione molto importante, mostrandoci come la <strong>misoginia</strong> sia interiorizzata fortemente nella nostra società. Questo desiderio di allontanarsi e prendere le distanze da tutto ciò che è comunemente considerato femminile è infatti un modo per svilire l’unicità di ogni donna, cercando invece di ricalcare un modo di pensare ed essere tutto al maschile.

n sostanza se da sempre ti fanno credere che nella società essere<strong> una donna vale meno</strong> rispetto all’essere un uomo, inconsciamente sarai spinta ad allontanarti e rifiutare alcuni atteggiamenti per sentirti all’"altezza" del sesso maschile e non sminuita, ma anche per ricevere maggiore considerazione da parte dei maschi, che in quanto tali dovrebbero avere una qualche superiorità morale. In altre parole: chi mette in campo questi modi di fare cerca di valutare se stessa e la propria persona cercando di allontanarsi da tutto ciò che è identificato come "femminile", andando ad avallare il pensiero che "femmina=essere inferiore".

Ovviamente questo meccanismo è spesso quasi inconscio, anche se in questo modo di fare c'è sempre una punta di bullismo. Si tratta di un pensiero a ben vedere retrogrado: nel 21esimo secolo la parità tra i sessi dovrebbe essere un faro luminoso nella nostra mente, a cui dovremmo associare la consapevolezza che ogni persona che si riconosce come femmina è libera di viversi davvero come preferisce la propria femminilità, senza temere il giudizio delle altre. E soprattutto senza basare tutto il proprio essere sul giudizio dell'occhio maschile

VEDI ANCHE Perché “non sei come le altre ragazze” non è un complimento CulturePerché “non sei come le altre ragazze” non è un complimento

Da dove nasce

Il comportamento delle pick me girls può essere descritto come una <strong>competitività inconscia</strong>, frutto di una misoginia interiorizzata. Cosa significa? Semplicemente che quando una ragazza si rende conto che un uomo ha molte donne fra cui scegliere, nella sua mente può radicarsi un pensiero legato alla paura del rifiuto. Crede infatti che, se sminuirà le altre, l’uomo alla fine sceglierà lei.

In sostanza l’obiettivo è quello di “invalidare” le rivali<strong> per renderle inoffensive</strong>. Ed è così che, puntando il dito contro le altre, le pick me girls prima e le donne che le criticano dopo, finiscono per sostenere un sistema oppressivo, basato sul patriarcato.

Le conseguenze

Le pick me girls dunque si mostrano diverse da tutte le altre, ma in realtà non fanno altro che alimentare la misoginia e il senso di competizione fra le ragazze solo per conquistare gli uomini. Non c’è dunque un gioco di squadra, come dovrebbe esserci, ma una battaglia da cui nessuno esce vincitore.

Questa però non è l’unica conseguenza di un fenomeno che si è diffuso a macchia d’olio. I video virali delle pick me girls infatti hanno dimostrato quanto la tossicità sia in grado di alimentare e generare ancora più tossicità.

Le clip appare sul social infatti hanno offerto l’ennesima occasione per etichettare, criticare e sminuire delle ragazze, generando un circolo vizioso. Le pick me girls criticano le altre, affermando di essere diverse, e a loro volta vengono criticate per come si comportano.

La conclusione è una sola: il comportamento di tutte viene posto sotto una lente d’ingrandimento. Le parole, il modo di vestirsi, l’aspetto e gli interessi vengono svergognati e rimproverati di fronte a tutti, in una gogna social nascosta sotto le mentite spoglie di una battaglia femminista.

Cosa fare

La domanda dunque sorge spontanea: cosa fare per mettere fine a questo circolo vizioso di critiche e cattiverie? La prima cosa da fare è smetterla di osservare il mondo attraverso la dicotomia maschile e femminile, ma andare oltre le etichette. Ascoltando i propri bisogni, le necessità e i desideri. Il modo migliore per superare il patriarcato e la misoginia non è criticare gli altri, ma imparare ad essere fedeli solo a sé stessi e ai propri interessi, senza pensare a ciò che potrebbero dire o fare gli altri.

Puntare il dito contro le altre donne non è mai la scelta giusta. Il rapporto con le altre, al contrario, dovrebbe essere un porto sicuro in cui essere trasparenti, raccontare i propri bisogni e liberarsi dalle norme di genere, dalla necessità di validazione e dagli stereotipi.  

Il principio da cui partire è semplice: l’obiettivo non deve più essere quello di farsi scegliere, ma di scegliere noi stesse attivamente. La soluzione sta, come sempre, nella capacità di creare delle alleanze, di sciogliere le catene che ci negano la libertà e di lottare insieme.

Riproduzione riservata