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Tutte le domande sul punto G e le risposte delle esperte

5 sex expert americane rispondono ad alcune domande fondamentali sul punto G: esiste? Cos’è? Come trovare il punto G e come stimolarlo?

Nell'articolo:

Tutto sul punto G: i consigli alle donne dalle sex expert

Il punto G, questo  sconosciuto. O meglio: discusso, contraddetto, confuso. Da sempre sull’argomento regnano una grande confusione e dubbi amletici. Il  risultato è che per molte donne quello che dovrebbe e potrebbe essere  una fonte di piacere naturale diventa un mistero, una leggenda, o  peggio, un tarlo.

Per  creare un po’ di chiarezza 5 sexpert (esperte di sesso)  americane (Tristan Taormino, Deborah Sundahl, Jamye Waxman, Megan Andelloux e Regina Lynn) hanno risposto ad  alcune domande sul punto G e aiutare le donne a vivere la propria sessualità con più libertà dai luoghi comuni e più consapevolezza dell’unicità del  proprio corpo.

Il punto G esiste?

Sì e no. perchè è  evidente nell’esperienza di molte donne che quella zona della parete anteriore della vagina è il punto d’accesso a sensazioni molto  particolari.

E no perché non è una struttura separata, ma un’area che può essere altamente ricettiva al piacere. Per fare un esempio, “l’orecchio è una zona spesso molto sensibile, ma se dei medici si mettessero ad analizzare  un centinaio di orecchie, non potrebbero trovare nessun insieme di nervi  da chiamare punto O." (Megan Andelloux)

Cos’è il punto G ?

Su questo argomento le  opinioni ancora non coincidono del tutto: infatti, secondo Tristan Taormino e Jamye Waxman sarebbe la spugna uretrale, un tessuto erettile  che coinvolge anche la parte interna del clitoride e varie terminazioni  nervose che possono essere stimolate attraverso la parete anteriore della vagina, mentre secondo Deborah Sundahl sarebbe da identificare con  la prostata femminile.

Di sicuro, non si tratta di un punto monodimensionale, ma sia tutte e due le cose insieme, forse tre, o  quattro, poco importa.

E' davvero utile sapere con precisione chirurgica cos’è il punto G? Non ci basta forse sapere che “non è una zona sensibile isolata, ma parte di una rete di nervi, muscoli e tessuti” (Tristan Taormino) a circa due falangi (ma può  anche essere più in profondità, o più vicino)  dall’ingresso della vagina, che può regalare sensazioni estremamente  piacevoli? Non ci basta esplorare in pratica come funziona il nostro  corpo, invece di volerci confondere le idee con la teoria?

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Tutte le donne hanno il  punto G?

. O meglio: la maggior parte sì, così come la maggior parte  degli esseri umani è nata con 5 dita per mano. Tuttavia, non è detto che la stimolazione del punto G piaccia a tutte - “alcune  donne la amano, ad altre piace, ad altre ancora non piace affatto”  (Tristan Taormino) magari perché “non riescono a superare la sensazione  di dover urinare” (Jamye Waxman) -  e non è detto che “tutte abbiano un orgasmo attraverso questa stimolazione” (Regina Lynn). Ma proprio “questa è la bellezza della sessualità umana, non ci sono assoluti” (Megan  Andelloux).

Qual è il modo migliore  per trovare il punto G?

Innanzitutto, bisogna  sapere che “il classico rapporto eterosessuale pene-vagina spesso non è  il modo migliore per trovare/stimolare il punto G (Tristan Taormino)”: a  volte è molto meglio usare le mani o dei sex toys adatti.

Inizia da sola, con la masturbazione. “Allontana dai tuoi pensieri, obiettivi fastidiosi, limiti di tempo e aspettative diverse dal piacere che deriva dall’esplorare il tuo corpo. (Megan Andelloux)”. Respira e  rilassati.

Stenditi sulla  schiena, con le gambe piegate.

Stimola il clitoride con le mani o con il  vibratore. Riscaldati” (Jamye Waxmanu) finché non ti sentirai  abbastanza eccitata: esserlo è fondamentale per trovare e stimolare il  punto G, visto che “si gonfia leggermente quando cresce il desiderio”  (Tristan Taormino) e che altrimenti la ricerca potrebbe rivelarsi  addirittura fastidiosa.

Quando sarai abbastanza su di giri, inserisci  lentamente un dito o due nella vagina e muovile avanti e indietro  (contemporaneamente puoi stimolare anche il clitoride), piegandole  leggermente in modo che le punte delle dita vadano a toccare la parete  anteriore della vagina. Da qualche parte, non troppo lontano  dall’ingresso della vagina (ma anche più in profondità, o più vicino),  dovrebbe esserci un tessuto diverso dal resto delle lisce pareti vaginali: “è un po’ rugoso, come se avesse delle piccole creste”  (Tristan Taormino). Eccolo, il punto G, l’hai trovato!

Qual è il modo migliore  per stimolare il punto G?

“Una volta che hai localizzato la zona da  stimolare, inizia la parte divertente, in cui proverai diversi tipi di tocco, velocità e pressione per scoprire ciò che ti piace di più.” (Regina  Lynn)

Ecco alcune tecniche:

Il prurito

Muovi le  dita delicatamente, come se stessi grattando un piccolo prurito. (Megan  Andelloux)

Il richiamo

Muovi le dita come se stessi cercando di attirare un uomo molto sexy (Mister G?), facendo un gesto che sia un: “vieni qui, baby,  sto parlando con te”. (Jamye Waxmanu2028)

Il campanello

Muovi le dita come se  stessi suonando il campanello della casa di un amico: “Ding Dong! Siamo  qui, Punto G!” (Megan Andelloux). In ogni caso, “focalizzati sul quello che  percepisce il tuo corpo, sulle sensazioni che si susseguono.” (Megan  Andelloux)

Quali sono le posizioni per stimolare il punto G?

Se sei da sola

Sdraiati sulla schiena per aiutarti a rilassarti, ma in generale “qualsiasi posizione in  cui riesci a raggiungere l’interno e fare pressione verso l’esterno” è  l’ideale, così come le esplorazioni nella vasca da bagno (Regina Lynn).

Se sei in dolce compagnia

Tristan Taormino consiglia la variante della posizione missionario con le gambe piegate all’indietro contro le spalle o appoggiate alle spalle del partner, ma anche “l’amazzone e  l’amazzone al contrario” (ovvero, tu sopra guardando il partner  negli occhi... o le punte di suoi piedi) non sono niente male, come suggerisce Jamye Waxman.

Kamasutra e istruzioni a parte, come sottolinea Megan  Andelloux, la  posizione migliore è “quella che funziona meglio per te!”. “Prova diverse  posizioni per capire quale si accorda meglio al tuo punto G, alla tua  mente e soprattutto a te stessa”.

Se non si trova il punto G?

Secondo Deborah  Sundahl: “Se una donna non riesce a trovare il suo punto G di solito  significa che non lo sente”. O, forse, non lo riconosce: infatti, come sottolinea Tristan Taormino: “spesso le donne sono alla ricerca di un posto magico che appena toccato creerà fuochi d’artificio e musica  lirica. Ma bisogna avere delle aspettative realistiche e sapere che  alcune donne sono più sensibili di altre alla stimolazione del punto G.  Ma è ok - non a tutte le donne piace la stimolazione del punto G”.  

Se si ha la sensazione di fare la pipì?

Se questa è la sensazione che provi stimolando il punto G, non allarmarti. Infatti “è  davvero un segnale eccellente perchè quello è il punto G. Ora che l’hai  trovato, tutto quello che devi fare è abbandonare l’ansia di bagnare il  letto, respirare profondamente, provare a rilassarti e aprirti alla  stimolazione. Quel bisogno di orinare svanirà e inizieranno intense e  profonde onde di sensazioni, che si diffonderanno a tutto il tuo corpo.”  (Regina Lynn)  

Se non si riesce ad avere un orgasmo stimolando il punto G?

“Non devi sentirti  ansiosa! Non devi avere un orgasmo al primo tentativo. Non sei neanche obbligata a fartelo piacere la prima volta! Devi solo desiderare di aprirti e di esplorarti, e ricorda che queste esplorazioni riguardano  sensazioni piacevoli e divertirsi. Non c’è nessun esame finale.” (Regina  Lynn).  

Ricorda che il piacere è un fatto soggettivo. E soprattutto, non farti ossessionare “da qualche punto particolare o da qualche sensazione che pensi di dover provare ma non provi. Semplicemente, come non tutte le persone rispondono alla stimolazione dei capezzoli mentre altre hanno addirittura un orgasmo, non tutte le donne rispondono nello stesso modo alla stimolazione del punto G” (Regina Lynn). Ci sono sicuramente sul  tuo corpo altri punti di interesse da esplorare e da elevare al rango di tuo personale punto G.

Pur essendo in gran parte del tutto soggettive, sono state riconosciute come zone del piacere alcune parti del corpo in particolare. Leggi Zone erogene femminili: sai qual è la mappa del piacere? per saperne di più.

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