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Quali sono gli stili di attaccamento e come influenzano il nostro modo di relazionarci

stili di attaccamento
08-03-2022
Il modo in cui le persone riescono a stabilire le loro relazioni con chi hanno attorno differisce di parecchio da individuo a individuo. Da uno stile di attaccamento si può comprendere come l’individuo abbia conquistato la sua autonomia, e in che modo si legherà agli altri

Attraverso il modo in cui instauri relazioni con le persone accanto a te puoi scoprire qualcosa di ciò che sei: gli stili di attaccamento insegnano questo e ancora molte altre cose. Per "stile di attaccamento" in psicologia si indica quell'insieme di modalità e comportamenti che mettiamo in atto quando costruiamo un legame con un'altra persona.

Le teorie su questo meccanismo sono svariate, ma in particolare vengono studiati i modi cui si formano questi stili, sin dalla primissima infanzia a partire dal legame con le figure di riferimento (spesso i genitori).

Di certo individuare il proprio stile di attaccamento può dirci molto di noi stessi, attenzione però a non semplificare troppo: non si tratta di profezie autoavveranti o di storia che si ripete senza motivo apparente. Di certo indagare sulle modalità che mettiamo in campo nelle relazioni - analisi da fare magari con l'aiuto di uno specialista - può essere molto utile ad aumentare la nostra autoconsapevolezza, e di conseguenza a vivere meglio.

Andiamo a vedere nel dettaglio queste dinamiche.

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Cosa è l'attaccamento: la definizione di Bowlby

Non ci vuole uno psicologo per comprendere quanto sia importante analizzare il proprio passato per capire i motivi per cui oggi la nostra personalità è ciò che è. Le esperienze, specie quelle nei primi anni di vita, giocano un ruolo chiave sulla persona che diventeremo. E dunque non si può sottolineare abbastanza l’importanza dei legami dentro il nucleo familiare, con la madre, il padre o chi per loro.

Gli stili di attaccamento che sviluppiamo condizionano poi la persona che diventiamo da adulte, e plasmano le modalità con cui ci relazioniamo ai nostri partner o amici. In base a questo insieme di esperienze e vissuto andiamo a stabilire uno dei principali fili conduttori della nostra vita: lo stile di attaccamento.

Di questo bisogna ricordare che l’attaccamento sano prevede un distacco senza che la natura del rapporto debba deteriorare. La dipendenza, invece, impedisce il distacco. L’attaccamento come l’ha definito John Bowlby nel 1969 è: La propensione innata a cercare la vicinanza protettiva di un membro della propria specie quando si è vulnerabili ai pericoli ambientali per fatica, dolore, impotenza o malattia. Indagando a fondo la relazione tra madre e bambino, questo studioso ha gettato le basi per quelli che stiamo per illustrare come stili di attaccamento.

La Strange Situation

Mary Ainsworth ha studiato il legame di attaccamento tra madre e bambino dalle prime fasi di vita del piccolo, definendolo come una relazione stabile che, se tutto va per il verso giusto, si instaura tra bambino e figura di accudimento.

Le madri in grado di fornire cure attente e sintonizzate sui segnali di disagio erano in grado di allevare, secondo gli esperimenti condotti dalla Ainsworth, bambini che piangevano meno, con sviluppate capacità di comunicazione. Nel suo esperimento “strange situation” i bambini erano messi alla prova attraverso esperimenti controllati in piccole situazioni di stress.

La gestione dello stress prodotto, per esempio, dall’allontanamento della madre e dall’affiancamento di una figura estranea, produce risultati diversi in base al tipo di legame che la madre ha stabilito col suo piccolo. In questo studio, sono emersi quattro stili di attaccamento principali che dipendono dalla figura di attaccamento (la mamma) e ne proiettano i modelli comportamentali attraverso le esperienze vissute.

Crescendo, i bambini trasformano questa modalità comportamentale in un modello operativo che guida la gestione delle relazioni che verranno, creando una specie di cartina al tornasole del nostro “modus vivendi” quando andiamo a stringere nuovi legami.

Gli stili di attaccamento secondo Ainsworth sono questi quattro:

  • Attaccamento sicuro
  • Stile insicuro-evitante
  • Stile insicuro-ambivalente
  • Stile disorganizzato

Andiamo a vederli nel dettaglio

Attaccamento sicuro

Lo stile di attaccamento sicuro è quello sviluppato da un bambino con una figura di riferimento che si dimostra presente, capace di accudire e disposta a comunque a lasciarlo libero di fare le sue esperienze. Una madre capace di amore al punto da non farsi iperprotettiva, ma di lasciarlo “sbagliare” o vivere la sua avventura anche quando questa si risolve in un piccolo disastro.

Il bambino sa di poter provare, sperimentare, lanciarsi, fare esperimenti con il mondo che lo circonda. E come sa ciò, sa anche di avere un posto dove tornare, ovvero tra le braccia della mamma. Da adulto sarà una persona sicura di sé, capace di mettersi alla prova e soprattutto di riconoscere i propri bisogni.

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Stile insicuro-evitante

Lo stile di attaccamento insicuro-evitante è tipico del bambino con una madre poco accogliente, che ha sperimentato poca presenza. Questo bambino non ha un adulto di riferimento capace di soddisfare i suoi bisogni e si focalizza su un’autonomia forzata.

L’adulto risultato è schivo sul piano fisico ed emozionale. Sa di poter contare esclusivamente su di sé, e ciò è un bene, ma al tempo stesso nutrirà sfiducia verso gli altri. Questo stile evita il conflitto perché vuole evitare, in generale, il contatto. Difficile, dunque, che possa comprendere i suoi bisogni.

Stile insicuro-ambivalente

Lo stile insicuro-ambivalente è tipico del bambino che riceve cure da un genitore scostante. Il bambino ne risulta disorientato e dunque non sa se e quando potrà sfruttare il suo genitore come “punto di ritorno” dalle sue avventure.

Ne risulta un adulto insicuro, incostante, schivo nei confronti degli altri. Questo adulto sarà caratterizzato da una visione negativa di sé e di chi gli sta intorno. Potrebbe rivelarsi possessivo, aggressivo e ansioso, costantemente preso dal fuoco del giudizio altrui e dotato pertanto di bassa autostima.

Stile disorganizzato

Lo stile di attaccamento disorganizzato è proprio del bambino che ha a che fare con un adulto con problemi irrisolti, come ad esempio traumi o lutti. Il bambino non comprende i comportamenti del genitore e, in modo imprevedibile, reagisce a sua discrezione. O si trasforma in una vittima, o un protettore del genitore.

Questo adulto sarà incline perlopiù a sviluppare relazioni amorose patologiche, malsane e disfunzionali. A volte vittima, a volte carnefice, il suo approccio alla vita potrebbe rivelarsi confuso, aggressivo e incontrollabile.

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