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Tutta la storia della parola Queer per capirne il vero significato

Significato di queer
Non è facile definire cosa voglia dire essere Queer, ma è incredibile scoprire come un termine dalla storia dolorosa sia diventato "un'isola felice" per molti

Queer è la parola a cui fa riferimento la Q di LGBTQIA+ e ha una storia che fa male. Ma è incredibile come il potere rivoluzionario delle idee, della presa di coscienza, dell'umanità nel senso più intimo del termine possa cambiare le cose. Un tempo essere Queer era un'umiliazione, un'offesa, una vergogna. Oggi per molti è un orgoglio. È identità.

Etichettare qualcuno non è mai positivo, ma conoscere la storia di questa parola ti farà capire come certi casi possano essere l'eccezione che conferma la regola e quale sia il vero significato di Queer. Perché se un tempo con la parola Queer si apostrofava qualcuno per mancargli di rispetto, oggi è una parola che esprime in toto la libertà di essere se stessi al di fuori di ogni etichetta.

Conoscere è il primo passo per comprendere ed è per questo che è importante capire cosa significa essere Queer oggi. Il valore dirompente di una semplice, breve parola di cinque lettere.

L'origine del termine Queer

Oggi non è raro incontrare persone che affermano orgogliosamente di essere Queer, senza paure né vergogna. Ma se facciamo un balzo indietro nel tempo ti renderai conto che l'origine di questo termine è tutt'altro che positiva. "Queer" è una parola della lingua inglese che un tempo si usava per designare le persone omosessuali in senso dispregiativo.

Un insulto, una parola sprezzante di cui si servivano le perone "normali" (si fa per dire) per additare chiunque avesse un orientamento sessuale fuori dai canoni considerati accettabili per la società. Questa accezione dell'essere Queer, però, risale in realtà agli anni Venti del secolo scorso. Etimologicamente il termine si potrebbe tradurre con "strano", "particolare", "bizzarro" e il suo corrispettivo verbale (to queer) significa letteralmente "andar male".

Norma e devianza. Giusto e sbagliato. Un dualismo che decenni di attivismo stanno cercando di dissolvere, lasciando spazio alla piena espressione di sé, al di là di pregiudizi e preconcetti insiti nella lingua stessa. Un semplice aggettivo si è contaminato di un giudizio di valore, due volte negativo: Queer è diventato all'inizio del secolo scorso sinonimo di "maschio omosessuale effeminato", ampliando non solo il divario inerente all'orientamento sessuale ma intaccando persino quello di genere (maschio-femmina).

Come è cambiato il significato di Queer: la storia

Ha dell'incredibile osservare come una parola possa assumere significati completamente diversi a seconda di chi la pronuncia. Fino alla metà del Novecento, essere Queer per molti equivaleva ad essere pervertiti, deviati. L'omosessualità era qualcosa al di fuori della "norma" che non poteva essere accettata dagli uomini "perbene", quelli "giusti". Le persone straight ("dritte"), per usare il contrario di Queer nel vocabolario inglese.

Poi negli anni Ottanta è accaduto qualcosa di imprevisto. Le persone LGBT - e non parliamo soltanto di gente comune, ma anche di personalità di spicco del mondo accademico e politico - hanno iniziato ad appropriarsi del termine Queer e usarlo per identificarsi in esso, strappandolo di fatto dalle grinfie di chi si ostinava a sbandierarlo in modo dispregiativo.

coppia queer

Una sfida che ha avuto i suoi frutti perché ancora oggi, a distanza di tanti anni, molti affermano di essere Queer e lo fanno a gran voce. Perché non è sbagliato essere consapevoli della propria identità e, quando non riesci a trovare (o semplicemente, non vuoi) un'etichetta in cui identificarti, hai una parola che ti consente di farlo.

Che vuol dire essere Queer oggi e significato di genderqueer

Ma quindi, in definitiva, che significa essere Queer? Oggi questo termine descrive qualsiasi orientamento sessuale o identità di genere, escludendo chi si definisce eterosessuale o cisgender. Quindi - tanto per fare degli esempi - possono identificarsi nella parola Queer tutte le persone omosessuali, asessuali o transgender .

Il significato di genderqueer si riaggancia a questo universo: è un termine usato per accomunare le persone che si identificano come non binarie, che cioè non si riconoscono nel binarismo di genere.

Ma essere Queer è molto più di questo. Travalicando qualsiasi preconcetto o etichetta, Queer è la parola in cui si identifica chiunque non riesca - o più semplicemente non voglia - definire la propria sessualità o la propria identità di genere in una delle etichette precostituite. Due cose che, come stiamo imparando a comprendere, spesso non sono certezze granitiche. Possono cambiare nel tempo, possono essere "fluide", escludendo dunque la possibilità di adattarsi o conformarsi a un orientamento sessuale o un genere ben precisi.

Ecco allora che essere Queer definisce chi non trova altro modo per esprimere se stesso e il proprio mondo interiore, al di là del solo orientamento sessuale.

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La Teoria Queer

La parola Queer continua a essere il fulcro di un dibattito e di studi sull'identità di genere, ma forse in fondo è bene che sia così. Il confronto è essenziale se vogliamo imparare a conoscerci, dobbiamo ascoltarci per capirci davvero.

L'attivismo tra anni Ottanta e Novanta ha determinato un cambio di rotta, quando Queer è diventato una provocazione voluta e ben mirata. Poi grazie a un'italiana, Teresa De Lauretis, il termine è entrato a tutti gli effetti in ambito accademico con la cosiddetta Teoria Queer (Queer theory. Gay and lesbian sexualities) che poggia su tre punti fondamentali:

Rifiutare il riferimento all’eterosessualità come termine di paragone per tutte le forme di sessualità; farla finita con la rappresentazione della sessualità gay e lesbica come un’unica forma di sessualità per considerarle, invece, nella loro diversa condizione di esistenza storica, materiale, sociosimbolica; infine, dare rilievo ai molteplici modi in cui la razza influenza in modo decisivo le soggettività sessuali.

Teresa De Lauretis

Il termine assume quindi un senso più ampio, sfida la eteronormatività in tutti gli ambiti della vita come salute, immigrazione, religione. Essere Queer vuol dire opporsi al tradizionale (e convenzionale) binarismo e contrastare le etichette imposte nell'ambito della comunità LGBTQIA+.

Queer e comunità LGBTQIA+

La "Q" di LGBTQIA+ si riferisce proprio alla parola Queer. Eppure all'interno della stessa comunità non tutti concepiscono l'uso positivo di questo termine, che porta sulle spalle il peso di un passato discriminatorio nei confronti di chiunque avesse un orientamento sessuale "diverso".

Dunque Queer non è sinonimo di LGBT, ma una "corrente" a sé che per certi versi va in conflitto proprio con il senso stesso dell'acronimo, che prova a definire con parole specifiche (etichette) ogni singola sfaccettatura dell'individuo.

Interpellato sul significato dell'essere Queer, l'attivista Steven "Z" Patton ne ha dato una definizione piuttosto esauriente:

So quanto sia potente rivendicare parole che sono state usate per farci del male, e apprezzo "Queer" in particolare perché ha sempre portato un senso di indefinita astrattezza. Anche come insulto, la parola descrive coloro che esistono al di fuori di ciò che la società impone, quindi è giusto che il termine ora sfidi tutte le restrizioni dell'amore e del sé che il mondo ci ha imposto.

Steven "Z" Patton
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