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Come riconoscere una relazione emotivamente abusante

relazione emotivamente abusante
Si parla spesso di rapporti tossici, e uno di questi è senza dubbio la relazione emotivamente abusante, nella quale uno dei due partner prende il sopravvento psicologico sull'altro. Come riconoscerla ed evitarla?

Quando ci troviamo in una relazione emotivamente abusante non sempre riusciamo a cogliere subito gli indizi, e solo quando spesso è diventato difficile uscirne capiamo cosa sta succedendo. Eppure, in buona parte dei casi, i campanelli d’allarme sono chiari, ben visibili, ma siamo noi a ignorarli o a volerli ignorare.

Vediamo perché questo tipo di rapporto è tossico, come riconoscerlo e come evitarlo.

Che cosa è una relazione emotivamente abusante?

Una relazione emotivamente abusante è quel tipo di relazione tossica, purtroppo molto comune, in cui uno dei due partner letteralmente abusa dell’altro nella sfera psicologica e emozionale. Non parliamo, dunque, di abusi fisici (o perlomeno non necessariamente) ma è un vero e proprio soggiogamento mentale, molto dannoso per la nostra psiche.

Inutile sottolineare che ogni tipo di abuso o violenza è da condannare, e quando riguardano la sfera psicologica non sono da sottovalutare come, purtroppo, spesso accade. È vero, quando si inizia una relazione non si pensa certo alla eventualità che questa possa rivelarsi tossica, ma ci sono dei segnali che, sin da subito, possono perlomeno metterci in allerta (le ormai celebri red flags).

In tutte queste relazioni abbiamo un partner più forte psicologicamente che “sottomette” quello più debole: rabbia, bugie, manipolazione, controllo, questi sono solo alcuni dei nocivi atti di violenza compiuti. Si instaura una sorta di piacere nell’abusare l’altro, non si tratta solo di caratteri incompatibili o di eccessiva predominanza, ma di una vera tortura psicologica, perpetrata quotidianamente, sotto varie forme.

Spesso ci si trova davanti a uno schema ripetuto: il più comune è il colpevolizzare l’altro di qualcosa, in modo da poterlo attaccare, solitamente con una violenza verbale, e purtroppo in alcuni casi anche fisica. La violenza emotiva è una condanna, perché instaura insicurezza, senso di colpa, sottomissione nel partner che, al tempo stesso, inizia persino a sentire una dipendenza affettiva dal suo aggressore.

L’intimidazione come primo passo di un abuso

Una relazione emotivamente abusante non si palesa sempre sin da subito come tale. Il partner violento è molto bravo all’inizio a dimostrarsi diverso, tanto da far scatenare in seguito, come già accennato, un senso di colpa, che ci fa credere di essere noi la causa di tutto.

Il primo step è l’intimidazione: uno sguardo, un gesto, una parola, possono metterci in soggezione, farci sentire in difetto, come se stessimo sbagliando. Quello che in una coppia sana può essere un semplice avvertimento ad evitare un atteggiamento, specie in pubblico, in una relazione tossica è un divieto. La persona più forte incute terrore all’altra, non la sta aiutando o consigliando, ma comandando, per puro interesse personale di controllo.

Abuso di potere e violenza psicologica

Questi due aspetti vanno di pari passo, e già arrivati a questo punto dovreste scappare da questa relazione emotivamente abusante. L’abuso di potere è quando viene impedito al partner di compiere scelte e azioni che riguardano la propria vita, oltre a quella di coppia. Non si può decidere della vita delle altre persone, e se questo avviene stiamo già subendo una violenza psicologica.

A queste scelte spesso viene detto di no perché, secondo l’altro, non siamo all’altezza, abbastanza bravi, capaci, perché siamo responsabili di una crepa nella coppia, se facciamo questo o quello nuociamo al rapporto. Non è vero, è un modo per piegare la nostra volontà, questo si chiama manipolazione.

Negazione e colpevolizzazione

Quante volte ci troviamo in un rapporto in cui il partner nega di averci fatto del male e addossa a noi la colpa? Stiamo vivendo una relazione emotivamente abusante. Negare le violenze psicologiche, o far sentire in colpa l’altro per esse, è un campanello d’allarme talmente tossico da essere impossibile da non vedere. Eppure, purtroppo, capita di cascare in questa trappola: siamo noi i responsabili per un attacco d’ira, per una reazione brusca, per una violenza (anche fisica). Questo ci vogliono far credere, ma non è vero. Abbiamo davanti a noi una persona da allontanare, che ci fa del male, e che dovrebbe essere curata da uno specialista, e non diventare il padrone di una coppia. Ne scaturiscono spesso ricatti, un modo per tenerci legati, per non farci scappare e, soprattutto, per premere sulle corde che sanno essere più sottili in noi.

L’isolamento

L’ultima red flag, che spesso è persino la prima, è l’allontanamento da parenti, amici e colleghi. Alcuni cercano di convincere che il motivo dei loro problemi sono gli altri, o che la loro coppia funzioni solo se lontana da possibili influenze negative. Si innesca un meccanismo di isolamento, sempre, e ripetiamo, sempre sbagliato. Non parliamo di chi, per il nostro bene, ci consiglia di stare lontani da una singola persona che ci ha fatto del male o che abusa della nostra generosità, ma di chi ci impedisce di avere rapporti con chiunque. Non siate mai ciechi davanti a una situazione simile, non è per il nostro bene ma per poterci controllare meglio, senza intromissioni, senza che qualcuno tenti di aprirci gli occhi.

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