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Esiste un modo giusto di rispondere al trattamento del silenzio?

Ragazza triste ha subito il trattamento del silenzio
Il trattamento del silenzio è un vero e proprio abuso emotivo. Ecco in che modo riconoscerlo e come rispondere correttamente

Pesante, frustrante, duro: il trattamento del silenzio ha riguardato e condizionato migliaia di relazioni e probabilmente sta impattando anche sulla tua. Chi lo ha subito lo sa bene, quando la persona che abbiamo accanto decide di bloccare ogni tipo di comunicazione e frenare l’ascolto, ritirandosi dalle interazioni di coppia ed escludendo ogni tipo di confronto, ci si sente impotenti e invisibili, e spesso non si è nemmeno pienamente consapevoli di star subendo un abuso emotivo.

Tutto questo comporta una serie di conseguenze che hanno un peso non indifferente sull’autostima e sul benessere psicologico di chi subisce questo tipo di atteggiamento. Come si risponde correttamente al trattamento del silenzio? Lo scopriamo subito.

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Cos’è il trattamento del silenzio

Nella vita di coppia i litigi e le discussioni sono all’ordine del giorno. I motivi possono essere tanti e la chiave della loro risoluzione pacifica sta tutta nella comunicazione efficace e nell’ascolto attivo. Predisporsi in maniera empatica, aperta, chiara e serena nei confronti del nostro partner è fondamentale per trasformare ogni tipo di problema in un confronto costruttivo e condiviso. Ma questa predisposizione, ahinoi, non è affatto scontata. Non sempre infatti la risoluzione delle problematiche di coppia avviene in questo modo, anzi.

Le difficoltà nel trovare un punto di incontro possono rivelarsi molteplici, soprattutto se uno dei due partner decide di optare per il trattamento del silenzio. Cosa si intende con questo termine? Si tratta sostanzialmente dell’atto di chiudersi a guscio tenendo per sé le proprie emozioni e i propri punti di vista e serrandoli a doppia chiave in modo che il partner non possa in alcun modo entrare in contatto con essi. E badate bene, non si tratta di discrezione o pudore nei confronti delle proprie emozioni.

È un trattamento messo in atto scientemente che chiude ogni comunicazione con l’altra metà della coppia, attuando una chiusura manipolatoria e punitiva. Nel corso di una discussione infatti, chi mette in pratica questo trattamento decide di bloccare completamente la comunicazione verbale. In questo modo impedisce ogni tipo di dialogo e di confronto e mina in modo passivo-aggressivo, la stima e la sicurezza del partner.

Perché il silenzio può pesare più di tante parole

Se le parole possono ferire come e più di spade taglienti, il silenzio pur nella sua apparente passività, può fare altrettanto. Non è un caso che uno degli ossimori più noti sia “il silenzio urla”. È proprio nei non detti, nei chiaroscuri, negli sguardi non accompagnati dalla parole, che spesso, si dicono tante, troppe cose. Il silenzio quindi può pesare tanto quante le parole che ci feriscono e quando lo subiamo in maniera continuativa da chi dovrebbe amarci, ci fa sentire impotenti e invisibili.

Non essere all’altezza di un confronto col partner è una dei primi dubbi con cui chi subisce il trattamento del silenzio si trova a fare i conti. “Non comunica con me perché non riuscirei a capirlo?” oppure “Non sono degna delle sue parole”. O ancora “Si barrica dietro uno scudo di mutismo perché in me non trova una persona all'altezza delle sue emozioni?”.

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Queste sono solo alcune delle domande che sorgono spontanee quando subiamo un atteggiamento del genere. Domande a cui segue una sensazione di smarrimento. Smarrimento che precede dubbi e preoccupazioni che possono arrivare a scatenare, nei casi più gravi, veri e propri disturbi d’ansia. Vediamo quindi come imparare a gestire la situazione e rispondere correttamente al trattamento del silenzio.

Come rispondere correttamente al trattamento del silenzio

Rispondere al trattamento del silenzio può sembrare una missione impossibile. I codici comunicativi di chi attua il trattamento e di chi lo subisce possono sembrare diametralmente opposti. Chi si chiude nel mutismo stoppando ogni tipo di interazione e comunicazione verbale protrae questo atteggiamento fino a quando lo ritiene necessario, proprio come se fosse una punizione. Chi invece vuole risolvere la situazione cerca di indagare i motivi di questa chiusura optando per un ripristino repentino del dialogo, ma trovandosi di fronte a un muro d’acciaio.

Qual è quindi la soluzione? Psicologi e psicoterapeuti ci vengono incontro aiutandoci con una serie di suggerimenti e consigli da mettere in pratica. Partiamo da un presupposto fondamentale: punire e ferire una persona attuando un trattamento del genere vuol dire avere a che fare con un vero e proprio abuso emotivo. E questa è la prima cosa da capire. Il trattamento del silenzio non ha nulla a che fare con i momenti fisiologici quotidiani in cui il partner per stanchezza, per routine o per avere un momento per sé, limita momentaneamente il dialogo.

Ha a che fare con un comportamento manipolatorio abusante, di tipo passivo-aggressivo che attua il silenzio in maniera continuativa al solo scopo di far star male e punire chi si ha accanto. Una volta compreso questo, il primo passo è quello di affrontare direttamente la situazione. In che modo? Dicendo chiaramente al partner di essere perfettamente consapevoli del tipo di trattamento che sta attuando e di voler chiarire insieme la situazione. Il secondo passo è quello di far capire, senza remore, quanto questo atteggiamento vi stia ferendo e quanto sia deleterio per la vostra serenità e per la serenità di coppia. Se tutto questo non dovesse bastare, prendete in considerazione l’idea di chiudere una storia che è decisamente arrivata al limite o datevi l’ultima chance di chiedere l’aiuto di un professionista e optare per la terapia di coppia.

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