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Quando sentirsi amati diventa un’ossessione?

Donna accudita ma triste
Può capitare ed è destabilizzante: in alcuni casi, spesso quando non si è davvero ricambiati, sentirsi amati diventa un'ossessione. La buona notizia è che possiamo fare qualcosa un merito
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Le relazioni affettive sono complesse e spesso si basano su meccanismi contorti, che danno origine a dinamiche in cui è difficile riconoscere il limite tra giusto e sbagliato. Ciò è chiaro quando sentirsi amati diventa un'ossessione e non si riesce a smettere di pensare ad altro.

Nonostante il desiderio di essere ricambiate, apprezzate e ovviamente amate ci appartenga in modo naturale, è bene tenere presente che a volte può generare dipendenza e sfociare in tendenze che compromettono non solo il rapporto di coppia, ma anche e soprattutto il nostro stesso benessere.

Il bisogno di essere amatə

Essere amatə è un desiderio comune a tuttə, che risponde all’istinto primario di amore che ci portiamo dietro fin da bambini. Riconoscerlo e saperlo gestire in modo sano può aiutarci a vivere una vita appagante non solo dal punto di vista della coppia ma anche nelle nostre relazioni sociali.

Se è vero, infatti, che l’uomo è un animale sociale, il suo bisogno di interazione si sviluppa tanto verso un partner quanto verso una comunità, di cui desidera pare parte. Fin qui tutto bene, e anzi, accettare questo desiderio non è sinonimo di debolezza, ma di crescita.

Il nostro bisogno dell’altro e degli altri è normale e riconoscerlo come qualcosa di arricchente ci aiuta a dare un valore aggiunto alla relazione. L’amore sano, reciproco, aiuta entrambe le persone a crescere e a sentirsi appagate, allontanando lo stereotipo per cui per essere forti non abbiamo bisogno di nessuno e l’idea che vede nel desiderio dell’altro una debolezza.

La differenza tra bisogno e un’ossessione

Ma cosa succede quando questo bisogno diventa un’ossessione? Il pensiero di essere amati non è più appagamento, ma alimenta un meccanismo di dipendenza affettiva che compromette il rapporto su più livelli. Dipendere dalle dimostrazioni d'amore di qualcuno, dal suo avvicinarsi o allontanarsi, è inficiante sia che si tratti di un partner stabile che di un flirt.

C'è da precisare che spesso questo tipo di dipendenza è causata dalla mancanza di sicurezza e fiducia in noi stessə. Ciò che si attiva è un meccanismo complesso e di sicuro non sano, che si sublima solo nel momento in cui l'altrə ci dona attenzioni, conferme, accettazione.

Questo costante bisogno di approvazione e amore, purtroppo, alimenta né più né meno che un rapporto disfunzionale. In alcuni casi la ricerca di gesti/attenzioni da parte dell'altro diventa talmente tanto essenziale da far scomparire tutto il resto, scatenando risposte ansiose e stress.

L’altra persona diventa indispensabile per acquisire valore, per cui gli concediamo il potere di decidere o meno della nostra felicità. Così è possibile passare dall’ebbrezza di un momento alla disperazione di quello successivo in un battito di ciglia.

Quello che l'amore non è

«Io per un’ora d’amore non so cosa farei», cantavano i Matia Bazar. Ma che cos’è quell’ora d’amore? Risponde al bisogno di sentirsi amati solo in un certo modo? È un tentativo costante di ricercare conferme nell’altro?

È sempre bene ricordarci che l’amore non è una gara e che ognuno di noi ha il suo modo di vivere ed esprimere i sentimenti. Credere che l’amore riesca a colmare i propri vuoti è sbagliato e può condurre a pretese disfunzionali, a prospettive irrealistiche e distorte.

Cercare esclusivamente nell’altrə la propria soddisfazione alimenta dinamiche di coppia insane: si idealizza il partner (o la persona di cui ci si innamora), ritenendolo non solo il meglio che si possa avere ma anche l'unica persona da cui si vuole effettivamente avere qualcosa di buono.

Ciò che ne deriva è il rischio di accontentarci di poche briciole (non a caso, spesso l'ossessione d'essere amati è ciò che alimenta il breadcrumbing) invece di costruire una relazione completa, basata sulla stima, la fiducia, la comprensione reciproca.

Perché capita?

Come abbiamo già detto, possono essere diverse le ragioni che trasformano il desiderio d’amore in ossessione. I motivi più importanti sono una bassa autostima, una mancanza di fiducia in sé stessi (ma anche negli altri) o, ancora, il desiderio di vedere nel partner qualcosa che non c'è, che non esiste.

Studi dimostrano che queste dinamiche possono influenzare la nostra concezione della vita e il modo in cui vediamo le cose, per cui aver vissuto un certo tipo di amore durante l’infanzia può generare carenze invece che educare all’autostima e all’amore verso noi stessə, primo punto di partenza per riuscire ad amare ed essere amati dagli altri.

Ma vale la pena ricordare un’altra cosa. Il bisogno ossessivo d’amore porta ad accontentarsi di molto poco e rischia di alimentare una spirale in cui il bisogno si fa più intenso e allo stesso tempo trova sempre minor soddisfazione.

Non è azzardato fare un paragone con le droghe: ci si ossessiona finché non si riceve la propria "dose" di attenzioni e si riceve sollievo, un sollievo che ha quasi dei tratti euforici e che cambia completamente l'umore, per poi ripiombare nella tragica e dolorosa attesa della nuova dimostrazione d'amore, del nuovo momento felice che, in soldoni, felice non è.

È possibile ricercare sempre questo tipo di relazioni perché sono le uniche che conosciamo e perché il bisogno di ottenere fuori ciò che si dovrebbe cercare dentro diventa predominante.

Imparare ad amare noi stessə

Ciò che dobbiamo cambiare è il punto di partenza. La soluzione ce la offre la lingua italiana: desiderio e bisogno non sono la stessa cosa. Non possiamo trattare l’amore come una necessità, ma come un punto di arrivo, come un sentimento che ci completa, non che ci sovrasta.

È la storia più vecchia del mondo, ma per amare gli altri dobbiamo amare noi stessi. È vero che la società ci impone di piacere a tutti ed è vero che siamo spesso alla ricerca dell’approvazione altrui, ma non dobbiamo fare in modo che questo desiderio diventi un bisogno da soddisfare a tutti i costi.

Accettarci e imparare ad amarci per quello che siamo è il primo passo per piacere agli altri. La nostra autostima è fondamentale per migliorare il rapporto con noi stessi e quello con gli altri, perché ci impedisce di sacrificare qualcosa per ottenere l’amore degli altri. Perché l’amore, quello vero, arriva senza nulla in cambio.

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