Cristoforo Colombo non la cercava, eppure ha scoperto l'America. Si può chiamare caso, errore o si può chiamare in causa la serendipità. Il termine, coniato dallo scrittore Horace Walpole, indica una scoperta inaspettata, una cosa trovata per caso mentre se ne stava cercando un'altra.
Scopriamo cos'è, come si manifesta e cosa c'è all'origine del fenomeno della serendipità. Perché a volte, anche se non lo cerchiamo, capita di trovare esattamente quello di cui abbiamo bisogno.
L'origine della parola serendipità
Il termine serendipità deriva da "Serendip", l'antico nome persiano dello Sri Lanka. Tuttavia fu coniato per la prima volta nel termine inglese serendipity da Horace Walpole, nel XVIII secolo.
Lo scrittore lo adoperò in una lettera ad un suo amico per indicare una scoperta inaspettata, fatta a proposito di un dipinto di Giorgio Vasari che faceva riferimento alla fiaba persiana I tre prìncipi di Serendippo.
Nella storia i tre protagonisti fanno continue scoperte, un po' dovute al caso, e in parte grazie anche alla loro arguzia e al loro spirito di osservazione.
Chi non cerca trova
La serendipità è quindi il punto in cui caso e intuizione si incontrano, e danno vita a scoperte, tanto inaspettate quanto felici. Julius H. Comroe, ricercatore biomedico americano, scrive in proposito: la serendipità è cercare un ago in un pagliaio e trovarci la figlia del contadino.
Se il caso infatti gioca un ruolo fondamentale, saper guardare è altrettanto importante. L'intuizione, l'arguzia, la capacità di vedere danno al fato quella mano senza la quale niente può accadere.
E senza bisogno di cercare ci ritroviamo sotto gli occhi cose che neanche immaginavamo di volere.
Serendipità e scienza
Se la serendipità è il punto d'incontro tra caso e intuizione, rappresenta anche uno dei punti cardine della ricerca scientifica. Alla base di ogni scoperta in campo medico, scientifico e farmacologico c'è infatti sempre una componente di causalità.
Spesso infatti il ricercatore nell'indagare su un fenomeno giunge ad una scoperta inaspettata. Casi eclatanti sono stati quelli dell'aspartame, del viagra e della penicillina.
Tutte fattispecie in cui l'analisi della realtà ha ceduto il passo al caso e alla serendipità, situazioni in cui lo scienziato ha trovato qualcosa di diverso da quello che cercava. Ma ugualmente importante, anzi alle volte talmente tanto da andare al di là delle aspettative.
Liberare la mente
Secondo la scrittrice e Direttrice di Imaginal Academy Selene Calloni Williams, sebbene il fattore caratterizzante della serendipità rimanga il caso fortuito, la capacità di fare per caso scoperte inattese può essere potenziata.
Come? Attraverso la fede. Secondo la documentarista affrontare situazioni ed eventi avendo fede in ciò che accadrà significa incentivare le sincronie fortunate che possono verificarsi. Proprio come accade in natura, anche la serendipità è infatti caratterizzata da ritmo e armonia.
E assecondare la forza creatrice dell'universo, significa essere in grado di godere della bellezza che offre e smettere di complicarsi la vita. Liberare quindi la mente da ciò che dovrebbe essere, e focalizzarsi su ciò che invece è, consentirebbe di godere dell'armonia che, nella maggior parte dei casi, anima il mondo.
Come favorire la serendipità
Liberare la mente significa anche andare oltre gli ostacoli che essa stessa si pone. Spesso infatti la serendipità è compromessa da pensieri cupi e negativi che offuscano non solo il cervello ma anche la vista. E ci impediscono di godere di quella bellezza che non può essere predetta attraverso una palla di cristallo.
Creare le condizioni adeguate a favorire la scoperta di cose belle e inattese richiede quindi un costante allenamento a saper guardare oltre quello che usualmente si è portati a vedere. E, talvolta, per farlo occorre anche sapere quando gettare le armi.
Non tutto infatti può essere previsto o controllato. Ma affrontare eventi e situazioni con questa consapevolezza consente di creare situazioni in cui il libero fluire degli eventi traccia la linea di confine tra errore e scoperta.
Se infatti serendipità significa trovare senza cercare, allora progettare un qualcosa e scoprire l'inatteso non significa sbagliare strada, ma semplicemente ripercorrere la stessa con occhi diversi.
L'inatteso e il nuovo, nella scienza come nella vita quotidiana, rompono gli equilibri prestabiliti ma ne alimentano di nuovi. E possono creare circoli virtuosi grazie ai quali si trova non solo ciò che non si stava cercando ma anche il senso che si era perduto.
Procedere per errori
Nonostante il mondo ci voglia perfetti e sempre sulla retta via, la storia è sempre andata avanti di errore in errore, la scienza ha reso i suoi inciampi occasioni di progresso. La stessa umanità probabilmente, senza incidenti di percorso, non esisterebbe.
E se anche Dante ha smarrito la "diritta via", forse la serendipità è la dimostrazione che non dobbiamo impazzire quando le cose non vanno come avevamo pianificato.
Perché c'è sempre una lezione da imparare, soprattutto dai tranelli che il caso ci pone. Gli errori infatti spesso si travestono da orrori, ma a ben vedere, possono diventare opportunità inattese, da riconoscere e cogliere al volo.
D'altronde: erro, ergo sum. Umano aggiungerei.