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Dating sicuro? Tinder controlla la fedina penale degli utenti

ragazza controlla lo smartphone
Tinder ha lanciato negli Stati Uniti una novità: arriva la funzione che consente di controllare la fedina penale degli utenti attivi

È la app di dating online più utilizzata nel mondo e vanta un numero di interazioni senza precedenti. Adesso, però, Tinder apre una finestra su una concezione della app finora inesplorata, consentendo di controllare la fedina penale dei suoi utenti.

In tanti (anzi, tantissimi) ci affidiamo al mondo "virtuale" per conoscere nuove persone, incontrare potenziali partner, o anche fare nuove amicizie. Ma al contempo è tangibile il rischio che questo mondo possa diventare "terreno di caccia" anche per persone malintezionate.

È questo il fulcro della nuova funzionalità di Tinder: controllare la fedina penale degli utenti attivi. Un modo per giocare d'anticipo evitando molestie, abusi e violenze sessuali. Una energica sferzata contro i crimini di genere.

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L'accordo tra Match Group e Garbo

L'idea di questa nuova funzione di Tinder per il controllo della fedina penale degli utenti, era balzata agli onori della cronaca circa un anno fa. Ma adesso l'attesa è finita. Match Group, ovvero la società che gestisce la app di dating più celebre al mondo, ha stipulato un accordo con Garbo, organizzazione no-profit che opera contro la violenza di genere. La sua fondatrice è una donna, Kathryn Kosmides.

Al momento questa nuova peculiarità della app di dating è circoscritta agli Stati Uniti, quindi agli utenti di nazionalità americana. La Garbo, in pratica, mette a disposizione degli utenti di Tinder un nutrito database che consente di individuare le potenziali minacce nell'ambito del dating online. Come ha precisato Kathryn Kosmides, questo "registro" esclude tutte le informazioni personali (come l'indirizzo di casa) o quelle legate ad altri tipi di reato.

Facciamo un esempio. Possiamo cercare il potenziale partner conosciuto su Tinder nel database di Garbo, così da sapere se è stato denunciato per molestie. Ma non sapremo mai ad esempio se ha commesso reati legati al consumo o allo spaccio di stupefacenti. In altre parole, questa nuova funzione dovrebbe salvaguardare la privacy di tutti, fatta eccezione per eventuali reati sessuali commessi in passato.

Come funziona il controllo della fedina penale su Tinder

Utilizzare Tinder è davvero molto semplice: basta scorrere sullo schermo dello smartphone a destra o a sinistra ("fare swipe") per approvare o disapprovare il profilo suggerito. Su questa stessa scia si inserisce la nuova funzione della app di dating online, alla quale si può accedere praticamente con un solo click.

Ma come fa Tinder a dirci se l'utente che abbiamo di fronte è un potenziale sex offender con la fedina penale sporca? Nella app è stata inserita una voce che porta direttamente al database di Garbo dove, inserendo nome e cognome e numero di telefono del "sospettato" si può verificare se abbia precedenti. Il database consente l'accesso a informazioni prese da registri pubblici o da segnalazioni di violenze, abusi, molestie e altri crimini violenti.

Una sicurezza in più? Di certo non possiamo negare che ci possa far sentire più protette in qualche modo, specialmente in vista di un possibile appuntamento "dal vivo" con uno sconosciuto incontrato su una app di dating.

Ma ecco che incontriamo un piccolo dettaglio che (secondo noi) non fa proprio onore alla mission di Tinder e Garbo: il servizio è a pagamento. Chiunque utilizzi Tinder negli USA può sfruttare gratuitamente la nuova funzione per il controllo della fedina penale soltanto per due volte. Dopodiché deve pagare 2,50 dollari + tasse amministrative.

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Perché può essere uno strumento utile

"Tasse" e pagamenti a parte, non c'è dubbio che il nuovo servizio di Tinder per il controllo della fedina penale dei potenziali predatori sessuali sia una freccia in più all'arco di tutte le donne che si sentono in pericolo. Nome, numero di telefono e anche altri dati come età o segno zodiacale possono dare accesso a informazioni importanti.

"Sappiamo che il più grande indicatore di futuri abusi o violenze è la storia di questo tipo di comportamenti - ha affermato Kathryn Kosmides, fondatrice di Garbo -. Che si tratti di appuntamenti online o delle dozzine di altri modi in cui incontriamo estranei nell'era digitale di oggi, dovremmo sapere se stiamo potenzialmente mettendo a rischio la nostra sicurezza".

Non è un caso che Kathryn Kosmides abbia preso a cuore certe tematiche. Lei stessa è stata vittima di molestie e crimini di genere e da questo passato doloroso e difficile è riuscita a trarre una grande forza. Quella che oggi le consente di aiutare altre donne proprio mediante la Garbo.

Cosa ne pensano gli esperti

La nuova funzione di Tinder ha generato un dibattito che non ha escluso alcuni detrattori. Molti esperti non riescono a dare completa fiducia a un servizio che consente di controllare la fedina penale all'insaputa degli utenti. Da una parte c'è la sempiterna questione della privacy, ma dall'altra ci si chiede se uno strumento del genere possa incrementare ulteriormente la sfiducia nelle istituzioni.

Insomma, questo tipo di funzione su una app di dating è davvero utile per prevenire i crimini di genere e come strumento di aiuto per le donne? Interpellata dal Guardian, Nicole Bedera - dottoranda all'Università del Michigan che tratta proprio di violenza di genere - ha affermato che sfruttare le accuse penali passate per prevedere atti di violenza in futuro è davvero molto complicato.

Nicole Bedera teme che i danni di questo strumento possano superare qualsiasi vantaggio, soprattutto se offre alle (e agli) utenti di Tinder un falso senso di sicurezza. Ci ricorda che il numero di denunce e condanne per violenza sessuale è davvero molto basso e non corrisponde effettivamente al reale numero di crimini di genere che donne e uomini subiscono. Significa che anche chi ha commesso crimini violenti in passato, potrebbe non essere essere mai stato denunciato e quindi non risultare nel database.

La studiosa, inoltre, ci pone di fronte a una riflessione più che legittima. Forse le risorse di Tinder sarebbero spese meglio in un'ottica di "segnalazione" già a partire dalla app stessa, rimuovendo chi compie molestie già in chat. oppure la società potrebbe investire nell'educazione sessuale, mettendo a disposizione degli utenti (e non solo) programmi volti alla sensibilizzazione su questi temi.

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