Sembra quasi una magia, ma appena comprendi il funzionamento delle app di monitoraggio dell’umore o mood tracker, ti rendi conto che era solo questione di tempo. Ma di cosa si tratta davvero? E perché tenere traccia dei nostri stati d'animo può rivelarsi così utile?
Che tu sia in terapia e stia percorrendo la strada verso l’isola del tesoro che è dentro di te, o voglia semplicemente sperimentare con una tecnica di “diario personale” un po’ diversa dal solito, eccoti un modello di applicazione che potrebbe fare al caso tuo. E farti capire quando è ora di prendere in mano la situazione.
VEDI ANCHE LifestyleEcco perché il disordine intorno a te impatta negativamente sul tuo umorePerché dovresti avere bisogno di monitorare il tuo umore
Nessuno deve avere bisogno di un’app di monitoraggio dell’umore, ma tutti noi potremmo beneficiarne in alcuni momenti delicati della nostra vita. Si tratta di applicazioni digitali basati su una risposta dell’utente che ti seguono durante la giornata, facendoti qualche domanda mirata e semplice per capire a che punto si trova il tuo umore.
Ce ne sono di varie tipologie, in realtà, e ognuna di queste applicazioni è pensata per aiutarti a capire quali sono i momenti più difficili della giornata, le attività che ti mettono sotto pressione. O magari, i momenti migliori per prendersi una pausa.
Le app di monitoraggio dell’umore potrebbero esserti utili per:
- Identificare i “trigger”, ovvero fattori scatenanti che provocano in te una sensazione negativa, cattivo umore, tristezza, paranoia, paura o autolesionismo
- Individuare strategie funzionali a gestire i momenti di umore nero attraverso attività che ti aiutano davvero a distogliere l’attenzione
- Verificare l’andamento del tuo percorso psicoterapeutico, nel caso ne stessi conducendo uno o abbia appena trascorso un momento difficile
Non si tratta di dispositivi che possono sostituirsi al lavoro di un professionista (psicologo o psicoterapeuta), e tantomeno si sostituiscono al lavoro interiore da fare in prima persona. Però sono un ottimo strumento che ci aiuta in modo concreto su base quotidiana.
Come funzionano le app di monitoraggio dell'umore
A volte è bello sentirselo chiedere con genuino interesse. E all’applicazione in questione, effettivamente, interessa. Ce ne sono moltissime sul mercato. Tra le più popolari possiamo citare MoodPanda, Promood, MyTherapy, Daylio e IFeel, ma ovviamente si possono esplorare tutte le opzioni disponibili per trovare quelle che funzionano meglio per noi.
Alcune di queste applicazioni inviano una notifica tre volte al giorno proprio per chiederti come stai: puoi rispondere con cinque tipi diversi di faccine, da quella raggiante a quella triste. In base al momento e al giorno, l’applicazione traccia dei grafici che monitorano l’andamento dell'umore su base settimanale, mensile e anche di più. Così è più facile capire quali sono i “trigger” e in che modo imparare a gestirli. Ogni app di monitoraggio dell’umore ci aiuta a capire quali sono i momenti della giornata che ci producono più stress.
Addirittura, alcune di queste applicazioni hanno introdotto meccanismi di machine learning (sistemi digitali che “imparano” dai comportamenti dell’utente) basati su fattori esterni rintracciabili non solo dal feedback dell’utente, ma anche dai movimenti dello smartphone geolocalizzato:
- Il numero di telefonate e messaggi testuali scambiati
- Gli spostamenti (troppi? Troppo pochi?) individuati dal geolocalizzatore
- Luce ambientale e inquinamento acustico
- Movimenti individuati attraverso i sensori del telefono
- Dati “paralinguistici”, ovvero il tono di voce, il ritmo delle frasi, le pause. Tutto ciò che non viene detto espressamente ma che cambia il significato di una frase
- L’uso dell’applicazione in sé e la “frequenza di ritorno”. Si usa l’app quando ci si sente poco bene: se la si usa spesso, essa ne tiene conto per darti un risultato migliore
Se ti senti triste e non sai perché, queste applicazioni potrebbero fare al caso tuo. Cosa innesca la tua tristezza o la tua rabbia?
Imparare a conoscersi meglio
A volte ci si sente tristi e basta. Perché sì. Ma è una ragione sufficiente? Imparare a conoscersi è un processo lungo che richiede pazienza e tanta indulgenza. Conoscersi significa accettarsi, sì, ma anche perdonarsi perché non si è sempre al top. Molte persone riescono a conoscersi proprio mettendo in ordine i loro pensieri.
Altre persone, invece, hanno bisogno di un aiuto in più. Le app di monitoraggio dell’umore ti insegnano qualcosa su di te. Se la tristezza ti piove addosso ogni sera al rientro del tuo partner dal lavoro, questo modello è sintomatico di qualcosa. Parimenti, se vieni colta dall’ansia ogni volta che ti metti alla guida di un’automobile, il problema potrebbe essere un altro. Non tutte le paure e le malinconie sono immediatamente comprensibili al nostro cervello. Sono in ansia quando mi metto a tavola perché non entro più nei miei pantaloni preferiti.
A volte gli umori più vari si innescano tramite esperienze quotidiane che facciamo fatica a comprendere se qualcuno non ce le mette davanti. Se sei in terapia, parla dei mood tracker – così si chiamano in inglese – con il tuo terapeuta, e chiedi se possono fare al caso tuo. Ricordati inoltre che, per quanto possano essere strumenti tecnologicamente avanzati, non sono ufficialmente riconosciuti dalle autorità sanitarie.