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Autocommiserazione: perché la proviamo, perché può essere nociva e come superarla

Autocommiserazione
S.O.S. autocommiserazione! Scopriamo come contrastare questa tendenza che potrebbe peggiorarti la vita

Autocommiserazione? No, grazie! La sindrome di Calimero, purtroppo, è più diffusa di quanto pensiamo. La tendenza a vedere tutto nero, a fare la vittima e autocommiserarsi infatti non fa altro che minare l’autostima e spingere verso l’immobilità.

Il primo passo è riconoscere il sentimento di vittimismo e cercare di capire da cosa deriva: in questo articolo approfondiamo il significato dell'autocommiserazione e le sue motivazioni in psicologia per capire come gestire e superare questo sentimento che spesso non fa che bloccarci e farci stare male.

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Il significato dell’autocommiserazione

Conosciuta anche come sindrome di Calimero, la tendenza all’autocommiserazione è caratterizzata dalla sensazione di essere sempre sfortunati e di non sentirsi compresi da nessuno. Chi ne soffre ha la tendenza a svalutarsi, a fare la vittima, e a costruire una visione negativa della propria vita e di se stesso. Il risultato? L’autocommiserazione porta a lamentarsi continuamente, innescando un pericoloso meccanismo in cui, a poco a poco, tutto viene avvolto dalla negatività. Se spesso hai questo stato d'animo sappi che forse è ora di reagire: ammettere il problema è il primo passo per gestirlo e provare a superarlo.

Le cause: l'autocommiserazione in psicologia

Hai mai sentito parlare di Calimero? Si tratta di quel pulcino nero e sempre triste, protagonista di un noto cartone animato, che si lamenta in continuazione ed è convinto che tutto sia contro di lui. Non a caso la frase che pronuncia più spesso è: “Questa è un’ingiustizia però!”.

Con i suoi occhioni e la voce triste Calimero non può che evocare tenerezza e la volontà di aiutarlo, ma basta davvero poco per rendersi conto che questo tenero pulcino nero è in realtà affetto da manie di vittimismo (sì, proprio così!) e non fa altro che commiserarsi.

Ma da dove deriva questo comportamento? Come spesso accade le cause risiedono nell’infanzia. Dietro la tendenza ad autocommiserarsi c’è il più delle volte una famiglia incapace di infondere fiducia e un mancato sviluppo dell’autostima. Un bambino che non cresce sviluppando la resilienza e la certezza nelle proprie capacità, crescendo diventerà un adulto che, di fronte alle ingiustizie e ai problemi non riuscirà a reagire.

L’autocommiserazione diventa dunque un modo di approcciare la vita, portando a sviluppare una rabbia verso l’esistenza stessa, accompagnata dal pensiero di essere sfortunati in qualsiasi cosa e il desiderio ardente di farsi compatire dagli altri.

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Scopri se anche tu soffri della sindrome dell’autocommiserazione

Sei vittima dell’autocommiserazione? Per scoprirlo non ti resta che analizzare i tuoi atteggiamenti per capire se stai mettendo in atto un vero e proprio “vittimismo patologico”.

  • Paragoni la tua vita con quella degli altri

Ti capita spesso di fare paragoni con l’esistenza e i risultati degli altri e, puntualmente, tu ne esci sconfitta. Certo, vista da fuori la vita di tutti sembra perfetta, soprattutto perché tendiamo sempre a mostrare esclusivamente il lato migliore di noi, confidando preoccupazioni e problemi solo alle persone più care.

  • Sei convinta di non avere il controllo della tua vita

Sei preda di una sensazione di impotenza che ti spinge a non agire. Questo perché sei convinta che anche se fai qualcosa nulla potrà mai cambiare la situazione che vivi. L’idea che tu sia impotente di fronte agli eventi ti offusca e ti porta ad avere sempre una visione negativa.

  • Parli di te definendoti sfortunata

Quando parli di te lo fai sempre con un’accezione negativa. Ti consideri come la persona più sfortunata del mondo e qualsiasi cosa ti sembra architettata esclusivamente per farti un danno. In questo modo rischi di perderti tutte le cose positive che hai e soprattutto di innescare un meccanismo in cui le tue profezie negative si auto-avverano.

Se sei convinta che le cose andranno male alla fine sarai propensa a mollare e a tirarti indietro di fronte agli ostacoli. Di conseguenza il risultato sarà per forza negativo. In sostanza: tutto dipende da te e dalla fiducia che hai nel futuro!

  • Dai la colpa agli altri

Una litigata, un licenziamento, un torto subito: tutto ti sembra che derivi dagli altri e mai da te. Sei fermamente convinta che la situazione che stai vivendo non dipende da ciò che fai, ma che tutto viene fatto esclusivamente per crearti un danno.

I rimedi: come uscire dall'autocommiserazione

Come combattere la tendenza all’autocommiserazione? Per fortuna esistono dei rimedi che ti consentiranno di uscire dalla situazione di stallo in cui ti trovi per riprendere in mano la tua vita.

Il primo passo è allenare la resilienza. Impara ad affrontare ciò che ti succede in modo proattivo, traendo un insegnamento da ogni avversità. Vinci la paura di ciò che non conosci, cercando di adattarti anche alle situazioni insolite, uscendo dalla tua comfort zone.

Quando ti lamenti fai molta attenzione a ciò che dici. Il linguaggio infatti può modificare il pensiero, dunque scegli affermazioni positive anziché negative. Ad esempio, anziché dire: “Mi va sempre tutto male!”, prova a ripetere: “Stavolta è andata così, ma sono certa che la situazione migliorerà”.

Prova ad alleviare la tensione prendendoti cura del tuo corpo: pratica la meditazione e fai attività fisica per favorire la produzione di endorfina, l’ormone del benessere.

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