Abbracciare il cambiamento ed essere in continua evoluzione è una condizione naturale dell’essere umano. Tuttavia c’è un istinto primordiale che spesso ci spinge verso la cosiddetta autoconservazione. Si tratta di una sorta di corazza metaforica che cerca di proteggerci portandoci ad evitare determinate situazioni o condizioni che potrebbero metterci in pericolo, spingendoci verso la via rassicurante che porta dritti alla confort zone.
Anche se non è di per sé negativa, l’autoconservazione viene percepita come un’inclinazione che esclude il rischio, una condizione di cautela estrema ed eccessiva che limita alcune azioni o inclinazioni per la paura di soffrire o perdere. In realtà in “in medio stat virtus”, perché l’autoconservazione può sia limitarci che supportarci in un equilibrio sottile che oscilla tra la valutazione del rischio e la volontà di cambiamento. Ecco cos'è l'autoconservazione e quando può essere positiva per la nostra vita.
VEDI ANCHE LifestyleAllenare l’intelligenza emotiva può cambiarti la vita, ed ecco comeChe vuol dire autoconservazione
Dal greco “αὐτός” esso stesso e dal latino “conservatio” preservare, il termine autoconservazione si lega al concetto di cura di sé, intesa come protezione del proprio io da situazioni che potrebbero minacciarne l’integrità e la salute. È un istinto naturale, un’attitudine che hanno tutti gli esseri viventi, dagli animali agli alberi, un meccanismo di difesa che porta a proteggersi salvaguardandosi da potenziali minacce e continuando a sopravvivere mantenendo intatta la propria natura e la propria integrità.
Questo istinto così forte è radicato in ognuno di noi e, come abbiamo già accennato, di per sé non ha nulla di negativo, ma si regge su un equilibrio particolarmente sottile che quando si spezza può portare a chiudersi troppo in se stessi e a vivere una vita priva di rischi e di grandi emozioni.
Il problema è che se non rischi nulla rischi ancora di più.
Erika Jong
Ponendo dinanzi a ogni scelta l’istinto di autoconservazione infatti, si rischia di non osare mai, di non fare salti nel buio o passi più lunghi della gamba e questo può proteggerci, è vero, ma può anche impedirci di scoprire la bellezza che si cela verso situazioni a noi finora ignote, di vivere esperienze che ci mettono in discussione, ma che proprio per questo ci permettono di crescere e trasformarci.
Insomma rischiare vuol dire crescere, cadere, rialzarsi e cadere di nuovo, senza paura del fallimento e senza chiudersi in una confort zone che col tempo può diventare limitante. Cosa succede invece quando l’equilibrio non si spezza? Quand’è che l’istinto di autoconservazione può cambiare in positivo la nostra vita?
VEDI ANCHE LifestyleAllenare l’intelligenza emotiva può cambiarti la vita, ed ecco comeAutoconservazione positiva
Nessuno ci conosce meglio di noi stessi. E ogni volta che lo mettiamo in dubbio dobbiamo guardarci allo specchio e prendere coscienza del fatto che è proprio questa consapevolezza che può fare la differenza nella nostra vita. Siamo noi a conoscerci nel profondo, siamo noi a sapere ciò che ci ha fatto soffrire più del dovuto, ciò che ha impattato in maniera importante sulla nostra esistenza, ciò che ci rende felice e ciò che vogliamo cambiare o conservare della nostra persona.
E come e più di noi, è il nostro istinto a spingerci ad agire in un certo modo, a volte rischiando, a volte no. Perché non sempre il gioco vale la candela e correre o no un rischio dipende solamente da noi stesse, dal nostro libero arbitrio e non da una condizione imposta dall’esterno. E il nostro istinto di autoconservazione è proprio lì a ricordarcelo. Ci ricorda che la vita deve essere vissuta appieno, certo, ma che pericoli e minacce sono dietro l’angolo e che vivere in balia di istinti primordiali senza tener conto di rischi e insidie può impattare in maniera decisamente negativa sulla nostra vita. Proprio per questi motivi l'autoconservazione può rivelarsi assolutamente positiva.
Autoconservazione e red flags
La vita non è un gioco e l’istinto di autoconservazione ce lo ricorda prendendosi cura della nostra crescita e del nostro sviluppo personale corazzandoci con una serie di sentinelle pronte a farci cogliere potenziali red flags e a prevenire situazioni che potrebbero minacciare seriamente il nostro benessere psicofisico.
Per tenere qualcosa, devi averne cura, per averne cura devi capire di che tipo di cura ha bisogno.
Dorothy Parker
Curare se stessi è un atto d’amore tra i più nobili ed è un modo per ricordare che amandoci possiamo tutelarci da situazioni che potrebbero farci molto male. Le red flags possono presentarsi in ogni ambito della nostra vita segnalando che qualcosa non va. Ecco, è proprio quando valutiamo questo segnale d’allarme, fermandoci a riflettere sul suo significato, che il nostro istinto di autoconservazione svolge il suo lavoro in maniera preziosa, difendendoci da minacce pericolose e salvaguardandoci facendoci evitare quei rischi che non celano nuove opportunità, ma solo insidie sfavorevoli.