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Carico mentale: cos’è e perché è un problema soprattutto per le donne

carico mentale
Molte persone, in particolare le donne, sono vittime del fenomeno del carico mentale, ovvero quella sensazione di oppressione che ci porta a percepire su di noi il peso eccessivo delle responsabilità giornaliere. Scopriamo insieme le cause e i modi per affrontarlo

Quante volte avete provato una sensazione di oppressione, come se tutte le responsabilità gravassero su di voi senza darvi un minuto di tregua? Questo fenomeno si chiama carico mentale.

Ma inquadriamo meglio il concetto. A livello concreto il carico mentale si riferisce alla quantità di sforzo cognitivo necessario per svolgere un determinato compito. In altre parole, è la quantità di attenzione, memoria e risorse cognitive che vengono impegnate quando si cerca di completare un'attività (che si aggiunge di fatto allo sforzo "pratico" fatto per compierla). Quando la quantità di attività si accumulano tanto da portare a un punto di rottura il nostro equilibrio interiore e a esaurire le nostre energie - soprattutto mentali - parliamo di carico mentale eccessivo, che spesso può portare a un vero e proprio burnout.

Il carico mentale è sempre più di frequente collegato alla disparità di genere o gender gap. Questo accade perché è stato dimostrato che nella maggior parte dei casi alle donne è addossato quasi completamente o in maniera preponderante il carico della gestione della casa e della famiglia. Un vero e proprio lavoro che il più delle volte viene completamente sottovalutato, ma che concretamente esaurisce le energie mentali e fisiche delle donne lasciandole in una condizione nettamente svantaggiata.

In questo articolo cercheremo di capire meglio in cosa consiste davvero il carico mentale, e in particolare il carico mentale domestico che rappresenta una vera e propria zavorra nella vita di moltissime donne.

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Che cos'è il Carico Mentale?

Il termine carico mentale viene menzionato per la prima volta nel 1984 dalla sociologa Monique Haicault, all'interno del libro La gestione ordinaria della vita a due. Nel testo non si parla soltanto di impegni che potrebbero causare lo stress, ma anche dell'organizzazione legata ad essi. Stare dietro a tutto ciò che accade all'interno della giornata risulta essere ancora più stressante dei normali obblighi quotidiani.

Ad esempio, impostare delle sveglie per ricordarci di fare la spesa o di svolgere le faccende di casa in un momento preciso della nostra giornata, non fa altro che aumentare il carico di responsabilità facendoci arrivare ad un livello di stress deleterio. Senza contare gli impegni lavorativi, come ad esempio una telefonata urgente, un appuntamento a cui non possiamo mancare o una scadenza da rispettare assolutamente. Più gli obblighi aumentano, più ci si può sentire nervose e si arriva così al completo burnout, ovvero al totale sfinimento.

Si sa che lo stress è uno dei mali del nostro secolo, proprio perché è la causa di grossi problemi di natura psicologica che spesso si riflettono anche sul fisico e sul nostro organismo. Nel frattempo gli impegni aumentano e con loro anche l'ansia e i pensieri negativi verso di noi. Queste orribili sensazioni che sembrano non darci pace, sono gli ingredienti principali per il micidiale cocktail chiamato carico mentale.

Perché il carico mentale è un probLlma per le donne?

È ovvio che questo fenomeno non ha né sesso né età, ma se lo analizziamo al microscopio noteremo delle differenze significative che ci portano a pensare che il carico mentale gravi di più sulle donne rispetto agli uomini.

Immaginiamo di intervistare una coppia eterosessuale con figli. Noteremo che l'uomo parlerà della sua settimana lavorativa sfiancante, ma sicuramente dirà che si sarà ritagliato un po' di tempo libero per uscire o per dedicarsi ai suoi hobby. Viceversa, la donna avrà organizzato in modo chirurgico la propria agenda per poter svolgere al meglio la propria professione, ma anche per occuparsi delle faccende, dei figli e dell'organizzazione generale. Un esempio può essere andare a prendere i bambini da scuola, unito alle telefonate di lavoro, alla lavatrice da caricare e ai pasti da preparare.

Anche quando i compiti vengono divisi in maniera più equa, in realtà è quasi sempre la donna a dover avere il controllo della situazione, a organizzare tutto, mentre l'uomo al massimo svolge i compiti che gli vengono indicati, senza mai prendere iniziative o gestire davvero la situazione. In questi casi la narrazione comune scivola sullo stereotipo della "matriarca" che detiene il potere dell'universo familiare. Una narrazione a dire il vero distorta e in alcune situazioni anche tossica.

Quello che tendiamo a ignorare è che questo disequilibrio spesso viene imposto dall'uomo stesso. Secondo la coach Marie-Laure Monneret, l'uomo della coppia tende a scegliersi gli obblighi (preferibilmente i più semplici) partendo dal presupposto che prima o poi qualcuno si occuperà di tutti gli altri.
Le donne spesso sono cresciute in una famiglia dove ha appreso dei ruoli di genere ben definiti. La madre faceva la madre e il padre portava il pane a casa. Tale imposizione silenziosa rimane sottopelle e porta a pensare che le cose possano funzionare solo in questo modo. Paradossalmente, la donna stessa tende a non delegare e a essere ipercritica nei confronti del partner.

Ognuno di noi svolge un ruolo e ogni ruolo ha delle responsabilità. Ma quando al ruolo del lavoratore si unisce anche quello del genitore e del "manager" della casa le cose si complicano.
Essere madre, o anche non esserlo ma comunque prendersi cura della casa, e al contempo svolgere una qualsiasi professione porta ad un carico di stress fisico ed emotivo non indifferente.

Proprio questo stress spesso è la causa principale della scarsa fiducia nelle proprie capacità. La situazione peggiora quando ci si mette di mezzo la società, che non accetta il fatto che una donna possa essere stanca. Chiunque merita del tempo libero, anche se una donna lavora ed è anche madre. Alla luce di tutto ciò, pensare di lasciarsi tutto alle spalle, fuggire in Costa Rica e aprirsi un chiringuito è il minimo che possa accadere.

Come diminuire il carico mentale?

In realtà la risposta è una sola, ma a volte è difficile da mettere in pratica: condividere il carico. Non esiste una legge che impone che solo le donne debbano occuparsi dei figli e della casa. Essere padre impone almeno le medesime responsabilità imposte dall'essere madre. La stessa cosa vale per le faccende domestiche, di cui si deve occupare anche il proprio partner, per il banale fatto che vive in quello spazio e ne usufruisce. Gli spazi della casa e i figli sono di entrambi, quindi non c'è alcun bisogno di affidare tutto il carico a uno dei due.

Per quanto riguarda il lavoro non bisogna mai avere paura di delegare o chiedere aiuto. Non si può avere il controllo di tutti gli impegni e rispettare ogni scadenza, soprattutto se si è in uno stato fisico ed emotivo preoccupante. Anche il carico lavorativo deve essere condiviso con il team o con un collega, perché altrimenti non si potrà mai svolgere un buon lavoro. Nessuno vi chiede di scaricare completamente le responsabilità sugli altri, ma solo di alleggerire il tutto. È preferibile svolgere meno mansioni, ma portarle a termine in modo soddisfacente.

Nessuna donna è Wonder Woman quindi spesso occorre anche abbassare le aspettative. Nessuna persona sarà mai perfetta e non si potrà avere ogni giorno la casa perfetta o il lavoro sempre svolto in maniera impeccabile. Il tempo risparmiato vi darà la possibilità di coltivare le vostre passioni o prendervi qualche ora per voi.

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