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Cosa è la cecità di genere e perché può essere un pericolo per donne e persone non binarie

Cecità di genere
È una vera e propria ideologia: la cecità di genere descrive la pratica di ignorare le differenze tra i generi, non riconoscendole come determinanti a livello storico, sociale, lavorativo, medico e via dicendo. Con (alcuni) pro e (tanti) contro, è un fenomeno in ascesa che va analizzato attentamente.

Nonostante le premesse abbiano il sapore di un’uguaglianza su un piano più profondo, la realtà è ben altra: la cecità di genere - scegliendo di non vedere le differenze tra i generi - può essere positiva sotto alcuni aspetti, ma dannosa per altri. La cecità di genere infatti è qualcosa di ben diverso dalla parità di genere. Nuove ricerche dimostrano infatti che alcune strategie di cecità di genere possono aiutare le donne, in particolare quelle che lavorano in ambienti dominati dagli uomini.

D'altra parte, però, lo svantaggio è quello di creare una vera e propria barriera all'uguaglianza di genere su più fronti, da quello lavorativo alla salute. In questo articolo andremo a spiegare e approfondire il concetto di cecità di genere, per capirne i pro ma soprattutto i contro.

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La definizione di genere: cos'è?

È importante fare chiarezza su un argomento caldo, spesso discusso. Con genere identifichiamo il modo in cui un individuo definisce la propria identità, e comprende sia il genere con cui si identifica che il modo in cui lo esprime attraverso il suo aspetto e il suo comportamento.

Mentre il genere è spesso presentato come una dicotomia maschio o femmina, la realtà è che parliamo di un ampissimo spettro - che include identità non binarie, genderfluid e transgender - e le persone possono definirlo ed esprimerlo in molti modi diversi. È fondamentale smettere di confondere il genere con il sesso: quest'ultimo, infatti, si riferisce alla biologia di una persona.

Perché è importante tenerne conto? Il genere gioca un ruolo strategico nel modo in cui tutti noi veniamo trattati. Mentre la spinta per l'uguaglianza di genere sta pian piano cambiando il panorama, il sessismo e la transfobia non smettono di creare pregiudizio e oppressione nei confronti delle donne cisgender, delle persone transgender e non binarie. Una deriva che non possiamo ignorare e di cui la cecità di genere ha parte della colpa.

I pericoli della cecità di genere

È facile confondere e trasformare la cecità di genere in una mancanza di consapevolezza e riconoscimento, ignorando le differenze storiche tra persone di sesso diverso. La realtà è che tutti gli individui, nel corso della loro vita quotidiana (tra relazioni, lavoro, vita sociale e questioni di salute) vengono trattati in modo sempre diverso a causa del loro genere.

In un mondo in cui imperano ancora sessismo e transfobia, le donne cisgender e tutti gli individui transgender sono oppressi e vittimizzati attraverso pregiudizi inconsci e stereotipi su di loro. Rifiutando di riconoscere che le persone possano essere oppresse (o privilegiate) a causa della loro identità di genere, si corre il terribile rischio di ignorare le difficoltà delle minoranze.

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L'impatto positivo della cecità di genere

Come anticipato, la cecità di genere può avere sia pro che contro. Partendo dai pro, aiuta le donne a vivere in modo più sereno un ambiente di lavoro dominato dagli uomini, con meno pregiudizi rispetto alle loro capacità (in particolare nei campi legati alla ricerca, alla scienza e alla matematica).

Gli stereotipi di genere ci hanno abituati a credere che tutti gli uomini sul lavoro siano assertivi, disposti al rischio, leader naturali mentre le donne sono viste come incerte, timide, non portate per il rischio. Una mentalità che insiste a farci vedere gli uomini come più performanti sul lavoro rispetto alle donne, creando uno svantaggio in partenza che si basa sulle differenze di genere.

La cecità di genere, secondo una ricerca degli psicologi Ashley E. Martin e Katherine W. Phillips, aiuta le donne a ottenere la fiducia dei superiori per poi fare carriera. Nel corso di cinque esperimenti, le due ricercatrici hanno infatti scoperto che, in ambienti a dominanza maschile come quelli manageriali, gli uomini si sentono sempre più sicuri delle donne.

Per verificare se questo senso di sicurezza potesse essere neutralizzato, i partecipanti sono stati introdotti alla cecità di genere per minimizzare le differenze tra colleghi uomini e donne. La conclusione è semplice: le donne si sono sentite più sicure, riuscendo a identificarsi addirittura come dominanti, forti e leader, pronte a negoziare per i propri obiettivi. Gli uomini, invece, non hanno rilevato cambiamenti particolari.

Negli ambiti lavorativi STEM (legati a scienza, tecnologia, matematica e tecnologia) il pregiudizio nei confronti delle donne diventa esponenziale: uno studio ha svelato che, dopo aver sottoposto ad alcuni scienziati un gruppo di candidature per un ruolo di laboratorio, sono stati scelti quasi esclusivamente nomi maschili.

Le donne, in campo scientifico, vengono considerate meno competenti, più faticose da formare e destinate a stipendi inferiori rispetto ai colleghi uomini. Un'indagine per scoprire come superare questa situazione di pregiudizio ha confermato che la cecità di genere è di grande aiuto.

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L'impatto negativo della cecità di genere

Le pratiche di gender blindness hanno un impatto fortemente negativo su tanti altri aspetti, però. Non riconoscere che il genere è un determinante essenziale a livello sociale può essere pericoloso: in medicina si manifesta con la carenza di ricerche che contengono dati in base al sesso, sulla base del presupposto che non ci siano differenze tra maschi e femmine.

La cecità di genere influenza quindi negativamente le diagnosi e le cure sia per le donne sia per gli uomini. Un esempio pratico? Moltissimi farmaci vengono studiati solo sulla biologia maschile (come quelli per la fibromialgia, patologia che colpisce in particolare le donne), quindi risultano totalmente inefficaci sulle donne.

Così, essere uomo o donna condiziona l’insorgenza, il decorso e la sintomatologia delle malattie, ma anche la diagnostica, la cura e la riabilitazione. Non è tutto, perché la cecità di genere trascura anche le differenze storiche nel trattamento dei generi, ignorando secoli di oppressioni razziali e discriminazione.

La cecità di genere come politica generale può annullare anni di lotte perché, come dimostrato da diverse ricerche, contribuisce a mantenere vive credenze e comportamenti sessisti nella vita quotidiana, decontestualizzando tutti gli sforzi per una parità vera e propria.

La neutralità di genere come evoluzione positiva della cecità di genere

La cecità di genere sembra non essere sempre la politica migliore da perseguire in tutte le situazioni perché rischia di negare una parte importante dell'identità di chi abbiamo intorno, danneggiando particolarmente le minoranze di genere. L'evoluzione più corretta è invece la neutralità di genere: mentre la cecità di genere incoraggia a ignorare il genere nelle interazioni sociali, la neutralità di genere chiede alle istituzioni un cambiamento strutturale in cui i ruoli non siano più distinti per genere.

Sono molte le occasioni in cui la neutralità di genere può aiutare a superare pregiudizi di genere di lunga data: la creazione di momenti in cui vengono enfatizzate le somiglianze nelle competenze tra colleghi di genere diverso, l'oscuramento dei nomi sui curriculum dei candidati in fase preliminare di scelta così da evitare discriminanti, educare sui temi della discriminazione di genere e incoraggiare l'osservazione e la segnalazione di qualsiasi caso di pregiudizio di genere.

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