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Che cos’è l’invalidazione e perché è una violenza emotiva

invalidazione emotiva
02-04-2022
L'invalidazione emotiva si verifica quando una persona sminuisce, ignora o non prende sul serio le nostre sofferenze e i nostri sentimenti. Si tratta a tutti gli effetti di una vera e propria violenza emotiva che può farci sentire profondamente sbagliati e soli e, in definitiva, non meritevoli di rispetto e attenzioni

L'invalidazione emotiva può essere fonte di grande sofferenza, perché ci induce a credere che i nostri sentimenti non siano importanti. Invece di tirar fuori la nostra sofferenza, quindi, (e, in questo modo, riconoscerla e pian piano accettarla) tenderemo a tenercela dentro e questo può peggiorare enormemente la nostra condizione psicologica. Proprio per questo motivo è assolutamente necessario sapere che l'invalidazione è una vera e propria violenza emotiva, contro cui dovremmo sempre ribellarci.

Non sempre chi mette in pratica l'invalidazione lo fa consapevolmente, anzi. Di solito le persone tendono a sminuire i nostri sentimenti negativi (dicendoci, ad esempio, "ma non stare male per una cosa così insignificante" o "non prendertela per così poco") nel tentativo aiutarci a ridimensionarli. In realtà questo atteggiamento non porta nessun aiuto, perché invece di sentirci supportati avremo l'impressione di non essere capiti. Una sensazione che non farà che aumentare il nostro senso di solitudine.

Invalidazione emotiva: verbale o comportamentale

L'invalidazione emotiva può verificarsi sia a livello verbale che comportamentale. Si può infatti sminuire i sentimenti dell'altra persona sia dicendogli cose come "sei troppo sensibile" o "te la prendi troppo", sia semplicemente ignorando il suo sconforto e la sua richiesta di supporto emotivo.

Ecco che, in questo modo, si verrà naturalmente portati a credere di non meritare attenzione e ci si troverà soli ad affrontare i propri demoni. Ma perché ciò avviene?

Perché si verifica l'invalidazione emotiva

Questo tipo di violenza emotiva è molto comune e si verifica molto frequentemente. Chi è solito metterla in atto, più o meno consapevolmente, presenta di solito scarsi livelli di empatia e capacità di immedesimarsi nell'altro. Si tratta di un vero e proprio deficit nell'elaborazione delle emozioni di cui a farne le spese è la persona che soffre.

Sapersi mettere nei panni dell’altro, capendo la sua sofferenza e provandone compassione, è una dote che non tutte le persone hanno. Molto spesso il soggetto che mette in pratica l'invalidazione cerca di evitare di venir trascinato nel vortice di dolore dell'altra persona perché, sostanzialmente, teme la sofferenza e cerca di tenere lontana da sé. Ecco perché sminuire i sentimenti e la sofferenza dell'altro può aiutalo a chiudere in fretta una questione che non ha voglia di affrontare.

Non è insolito, inoltre, che le persone mettano involontariamente in atto l'invalidazione perché troppo prese dai loro problemi per poter prendere realmente in considerazione quelli di altri. In alcuni casi, invece, i soggetti che mettono in atto questa forma di violenza sono sostanzialmente egocentrici, e quindi del tutto indifferenti ai problemi altrui.

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L'invalidazione emotiva nel rapporto genitori/figli

Particolarmente dolorosa (ma molto comune) è l'esperienza di invalidazione emotiva vissuta da un bambino da parte dei suoi genitori. Questi ultimi, molto spesso, mettono in atto l'invalidazione per tenere sotto controllo il loro figlio ed evitare che il loro malumore sfoci in urla e comportamenti difficili da gestire.

In queste situazioni, non è insolito che il genitore cerchi di sminuire l'esperienza negativa vissuta dal bambino, con lo scopo di aiutarlo a guardare il problema da un'altra prospettiva ed evitare di rattristarlo ulteriormente. In realtà, si tratta di un atteggiamento molto dannoso per lo sviluppo emozionale del piccolo che, a lungo andare, potrebbe addirittura arrivare a credere di avere molto valore e di non meritare attenzioni.

Questa disregolazione emotiva può portare il bambino a non saper più comunicare le proprie emozioni e a considerarsi sbagliato o incapace. A questo punto, il bambino può iniziare a attuare comportamenti estremi con il solo scopo di attirare l'attenzione, oppure può semplicemente tenere dentro di sé le emozioni senza mai comunicarle a nessuno per paura di venir deriso o anche solo ignorato. Si tratta di un approccio alla genitorialità molto distruttivo, soprattutto per quei bambini che presentano già di base una elevata vulnerabilità emotiva.

Le conseguenze dell'invalidazione emotiva

Questo genere di violenza emotiva può provocare seri danni nella persona che la subisce. Quest'ultima può infatti provare una crescente confusione riguardo ai sentimenti che prova. L'incapacità di dare un senso a ciò che si prova può sfociare in tristezza, depressione e rabbia (anche molto intensa). Le persone particolarmente sensibili, inoltre, possono trovare molto difficile ritornare alla normalità dopo aver sperimentato per diverso tempo questo tipo di svalutazione emotiva.

Chi ha vissuto ripetutamente l'invalidazione emotiva in età infantile può soffrire di disturbo borderline di personalità e avere grossi problemi nella gestione delle emozioni. L'invalidazione negli adolescenti, invece, è stata collegata a un aumento del rischio di autolesionismo.

L'atteggiamento da adottare per evitare l'invalidazione emotiva

L'unico modo per evitare di mettere in pratica, anche solo involontariamente, l'invalidazione emotiva è aprirci all'altro. È solo ascoltandolo con attenzione che potremo dimostrargli tutto il valore che ha per noi.

Invece di rispondere alla sua sofferenza con frasi svilenti, potremmo sostenerlo dicendogli cose come "poteva andare peggio" o "deve essere stato terribile" o ancora "hai vissuto un'esperienza terribile ma verranno tempi migliori". In questo modo, la persona si sentirà ascoltata e capita e potrà affrontare con più positività e determinazione le difficoltà della vita.

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