Saving the planet is saving ourselves: il climate change impatta sulla nostra salute mentale molto più di quanto immaginiamo. E scatena una vera e propria "eco-ansia" in chi ne teme gli effetti.
Scopriamo come si manifesta, i soggetti più colpiti e, soprattutto, come superare i disagi che crea. Sempre all'insegna del coraggio e nel rispetto del nostro pianeta.
Climate change
La questione, neanche a dirlo, scotta. Il cambiamento climatico che il nostro pianeta sta subendo ha l'essere umano come primo responsabile e l'inciviltà umana sullo sfondo.
Nessuna scusa o giustificazione: il climate change impatta sulla nostra salute mentale perché siamo noi i responsabili, e agendo diversamente potremmo, se non evitarlo, almeno arginarne le conseguenze disastrose.
I cambiamenti climatici fanno parte della storia del nostro Pianeta fin dalle origini, ma il climate change a cui assistiamo da circa 150 anni è anomalo perché innescato dall'uomo e dalle sua attività.
Accanto ad un effetto serra naturale, si è sviluppato infatti un altro tipo di effetto serra, detto antropico proprio per i fattori che lo hanno generato, oggi considerato causa del 97% dell'inquinamento globale. E anche fattore scatenante della nostra eco-ansia.
Ansia per il futuro
Un recente sondaggio effettuato su 10.000 persone, di età compresa tra i 16 ei 25 anni, ha confermato che al 75% degli adolescenti e dei giovani il futuro fa paura a causa del cambiamento climatico.
Si parla in particolare di una paura cronica per il destino ambientale, detta eco-ansia. Ma l'ansia rappresenta solo uno dei modi attraverso cui il climate change impatta sulla nostra salute mentale.
L'eco-ansia sta infatti lasciando spazio ad altri tipi di disagi psicologici, che purtroppo si stima diventeranno sempre più critici col peggiorare della situazione in cui versa il nostro Pianeta.
Non solo ansia
Uno studio dell'APA (American Psychological Association) ha riscontrato diverse patologie collegate ai modi attraverso cui il climate change impatta sulla nostra salute mentale. Se infatti le parole hanno un peso che però molto spesso si riesce ad ignorare, i fatti non concedono la stessa possibilità.
Dietro la locuzione "cambiamento climatico", oltre i cartelli "Save the Planet", ci sono infatti tutti coloro ai quali l'effetto serra antropico non ha concesso il lusso di girarsi dall'altra parte.
Sopravvissuti ai disastri naturali che hanno vissuto esperienze traumatiche, sfollati che hanno perso tutto quello che possedevano per un'inondazione o un'uragano, soccorritori che puntualmente devono fare i conti con qualcosa che diventa sempre più grande di loro. Sono tutti potenzialmente a rischio di un disagio mentale che va ben oltre quello dell'ansia.
E che può sfociare nella depressione, nel disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e nella schizofrenia.
Depressione
Reggie Ferreira, Direttore del lavoro e del programma della Disaster Resilience Leadership Academy, ha affermato che diversi studi attestano come il climate change impatta sulla nostra salute mentale.
Nello specifico, è stato riscontrato che un aumento della temperatura non solo provoca un cambiamento dell'umore e disturbi d'ansia, ma può portare fino ad un potenziale suicidio.
Se d'estate infatti sperimentiamo sulla nostra pelle quanto sia difficile mantenere calma e concentrazione quando il termostato si alza, a lungo termine i tradizionali rimedi per gestire lo stress potrebbero risultare inefficaci. Senza contare i danni morali e materiali con cui dover fare i conti in seguito a condizioni metereologiche estreme.
Perdita dei posti di lavoro, crisi economica, diminuzione delle infrastrutture sono infatti solo alcune delle conseguenze che un disastro naturale porta con sé. E che contribuiscono a determinare circostanze in cui i tassi di depressione crescono vertiginosamente.
Disturbi da stress post traumatico (PTSD)
Uno tsunami, un incendio, un'alluvione sono tutti accadimenti naturali che l'inciviltà umana però fomenta con costanza da ormai troppo tempo.
E tutti hanno in comune una cosa: lasciano in chi li vive una condizione di disagio emotivo, che se non affrontata nel modo giusto può dare origine ad un disturbo post traumatico. Un tipico esempio di come, concretamente, il climate change impatta sulla nostra salute mentale.
Una casa in fiamme che forse non si rivedrà più, un'onda anomala che spazza via tutte le proprie cose sono episodi di rottura con l'esistenza precedente di chi ha vissuto tali eventi. Ma chi ha la fortuna di essere un sopravvissuto, deve sopportare anche il peso, emotivo ed economico, di dover iniziare un percorso per superare il trauma.
In alcuni casi, quelli più semplici, il trattamento e la cura per i disturbi da stress post-traumatico possono risolversi anche in sei mesi. Nei casi più gravi invece, perché la cura abbia degli esiti positivi possono volerci anche molti anni.
Come reagire
Vietato rassegnarsi. Ma perseverare, controllare la situazione per superarla. Se il climate change impatta sulla nostra salute mentale, bisogna correre al riparo e mitigarne gli effetti. E no, in questo caso non basta una doccia fredda o un tè caldo.
Nelle situazioni più gravi è indispensabile l'intervento di un terapista professionista, ma esistono anche misure di prevenzione. Gli esperti prescrivono resilienza.
Nota come la capacità di fare fronte in maniera positiva ad eventi traumatici, fa leva sulla possibilità di ricostruirsi cogliendo le opportunità positive che la vita mette a disposizione.
Un po' come coltivare una pianta, educare alla resilienza significa educare alla cura di sé e coltivare i propri punti di forza. Tenerli allenati e sempre pronti all'occorrenza.
Per essere come quei famosi sempreverdi che anche durante la stagione avversa non perdono le foglie.