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Come si fa a essere davvero un supporto emotivo per gli altri?

supporto emotivo
10-03-2023
Cos'è e cosa significa dare supporto emotivo a chi ha bisogno di aiuto? Ecco come darlo nel modo corretto e gli errori da non fare.

Capita a tutti, prima o dopo nell’arco della vita, di essere in difficoltà. Di aver bisogno di avere qualcuno accanto, pronto a supportarci e a farci sentire che non siamo soli e che possiamo farcela, nonostante tutto e, soprattutto, nonostante spesso il nostro più grande nemico siamo proprio noi stessi. Un supporto emotivo che ci spinga a non mollare, ad andare avanti e che doni conforto. Un aiuto che spesso è difficile da ottenere poiché, darlo, può essere più complicato di quanto non sembri in realtà.

Dare supporto emotivo a una persona, infatti, non significa solo essere presenti fisicamente e rivolgere qualche parola dolce a chi si ha vicino, ma è un modo per aiutare le persone a sentirsi connesse e meno sole. Come? Per esempio sapendo ascoltare senza giudizio e dimostrando un buon livello di empatia verso chi si ha davanti e verso ciò che sta provando. Ma senza mai sostituirsi alla persona nel prendere decisioni o nel sistemare le cose. Insomma, per dare realmente supporto emotivo a qualcuno è bene capire esattamente come farlo nel modo corretto, diventando un aiuto concreto e un valore aggiunto per chi si ama.

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Cos’è il supporto emotivo

Per prima cosa, quindi, è bene comprendere nel dettaglio cosa si intende con supporto emotivo. Un qualcosa che va molto al di là della classica pacca sulla spalla o parola di conforto, ma un aiuto che avvolge la persona, rassicurandola e portandola a poter agire in autonomia, con una visione diversa di ciò che vive e con uno spirito più positivo.

Di fatto, quindi, quando si parla di supporto emotivo e di come darlo agli altri, si fa riferimento a una serie di gesti, comportamenti e parole volte alla cura di chi si ha davanti, dimostrando anche una buona dose di attenzione e di  compassione per l’altro. Un modo di aiutare che, però, dovrebbe sempre essere:

  • rispettoso, trattando la persona che si sta aiutando con dignità e considerazione;
  • non giudicante, ovvero senza giudicare i pensieri, i sentimenti o la prospettiva dell'altro nel vedere le cose;
  • incondizionato, il che significa che la persona non dovrebbe fare nulla o reagire in alcun modo specifico per ottenere supporto e viceversa non ci si dovrebbe aspettare nulla in cambio;
  • compassionevole, fornendo rassicurazione e comprensione costante;
  • centrato sulla persona, che si concentra sui desideri e sui bisogni della persona che cerca supporto e non sui propri o su quelli che si pensano essere i migliori in base alla propria esperienza personale.

Le caratteristiche di un buon supporto emotivo

Di fatto, quindi, e come visto, dare supporto emotivo richiede una completa partecipazione da parte di chi lo dona. Entrando davvero in connessione con l'altro e capendone i bisogni ed esigenze, distaccandosi dalla propria visione privilegiata delle cose, per immergersi e comprendere davvero quella dell’altro. Un aspetto che è possibile raggiungere in diversi modi.

Ascolto attivo

L'ascolto attento prevede che la persona che ha bisogno sia davvero ascoltata dimostrando un impegno diretto e un interesse reale verso ciò che si sta ascoltando, dandogli importanza. Per ascoltare attivamente una persona, quindi, si dovrebbe:

  • prestare all'altro massima attenzione;
  • lasciar parlare senza giudizio;
  • fare domande per comprendere meglio le loro esperienze;
  • riassumere verbalmente ciò che si è ascoltato e rifletterci insieme.
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Empatia e convalida di ciò che si prova

Entrare in empatia con chi si ha davanti e con le diverse esperienze vissute dallo stesso è una parte di grande importanza quando si sta cercando di dare supporto emotivo. E questo perché chi ha empatia è nella condizione di  poter comprendere e sentire a pieno i sentimenti vissuti da chi si ha davanti, mettendosi nei suoi panni ed entrando in connessione con essi, percependoli in modo concreto. E capendo così, in base a ciò che si prova, come agire e quali parole o gesti dedicare a chi si sta aiutando, donando massima comprensione e normalizzando queste emozioni e il loro svolgersi.

Amore, cura e incoraggiamento

Chi è in cerca di supporto emotivo, di base, sta cercando anche la sensazione di sentirsi amato, ben voluto, non solo. Ecco perché è importante far sentire che si è lì per lui/lei, che si è pronti ad ascoltare, che si vuole davvero il bene dell’altro e che, qualunque cosa accada, si è lì pronti ad aiutare. Anche solo ascoltando, facendo domande e, solo se richiesto (e se si è in grado), dando consigli.

Offrire supporto materiale

Quando si cerca di dare supporto emotivo un altro aspetto che può migliorare le cose e la vita di chi lo sta cercando è anche il supporto materiale, ovvero l’aiuto “fisico” che implica l'esecuzione di compiti o servizi. Esattamente come nel caso dei consigli non bisogna mai imporsi, ma è bene che sia chi si ha vicino che ce lo chieda, magari durante un suo sfogo, che voi sarete pronti a cogliere offrendo il vostro aiuto, come risposta alla sua richiesta indiretta.

Cosa non fare quando si dona supporto emotivo

Di contro, poi, se è bene imparare come dare supporto emotivo nel modo corretto, è anche bene sapere cosa non si dovrebbe fare o dire, ovvero quei gesti che potrebbero vanificare la vostra intenzione di supportare chi avete accanto come:

  • dire a una persona come si dovrebbe sentire o di provare a cambiare la sua mentalità, perché questo andrebbe a sminuire ciò che prova e/o sente; 
  • banalizzare il problema, poiché questo potrebbe far sentire peggio la persona oltre che in colpa per il modo in cui sente o vede le cose;
  • sentenziare di sapere come si sente l’altro, che sia vero o meno è sempre importante ascoltare e lasciare sfogare chi si ha vicino, è la sua esperienza che conta non la vostra;
  • mostrare fastidio o affrettare la conversazione: se non avete tempo o voglia di aiutare chi avete di fronte tanto vale non farlo.

Il supporto emotivo implica partecipazione e un‘attenzione totale al bisogno di chi sta chiedendo aiuto, lasciando da parte i propri e, almeno per il tempo richiesto, mettendo al centro dell’attenzione qualcuno diverso da sé.

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