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Imparare a giudicare meno ci rende più felici: ecco come fare

giudicare meno
26-07-2023
Uno dei tanti segreti per vivere una vita più piena e più serena? Smettere di preoccuparsi degli altri significa soprattutto sospendere il giudizio su chi ci circonda, partendo da noi stesse

Imparare a giudicare meno è il primo passo verso una vita più felice e meno stressante. Imporre la nostra severa autorità su noi stesse e su chiunque ci circonda è tanto tossico quanto deleterio. Non solo fa terra bruciata attorno a noi, ma ci rende anche meno propense a goderci la vita.

Il giudizio, di sé e degli altri, è un’abitudine che ci viene spesso inculcata dal contesto sociale in cui viviamo, e la assimiliamo come se fosse un nostro diritto di nascita. Lo è? Forse, ma il fatto che si possa fare non rende questa attività così redditizia come sembra. Giudicare significa in qualche modo mettersi su un piedistallo e spiegare agli altri come dovrebbero vivere la loro vita. Chi vorrebbe qualcosa del genere?

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Giudicare meno per vivere meglio

Ti sei mai soffermata a pensare al numero di volte al giorno in cui ti soffermi a giudicare un comportamento, una situazione, un aspetto o un evento? Non sei da sola: più o meno volontariamente, lo facciamo tutti.

Già nel primo istante in cui incontriamo qualcuno lo osserviamo con un livello di attenzione variabile, e attraverso questa osservazione stabiliamo un giudizio arbitrario su ciò che abbiamo davanti. Ma com’è vestito oggi? Perché non si è fatto la doccia stamattina? Era lui che la mia amica ha visto su Tinder? Ancora peggio sui social media, dove il giudizio è l’unità di misura con cui spesso ci soffermiamo a osservare i contenuti o meno.

Quanto ci piace guardare le storie su Instagram e giudicare senza ritegno persone che non ci vanno particolarmente a genio, ma non per forza solo loro? Che acconciatura portano? Ma quanti soldi spendono? Possibile che sia sempre in viaggio? Ma non lavora come tutti gli altri? Come fa a non ingrassare se mangia quasi tutte le mattine una colazione del genere?

Questi sono solo alcuni degli infiniti giudizi che distribuiamo con brutale facilità su tutti coloro che ci circondano. Che lo vengano a sapere o meno, questi giudizi inquinano per prima la qualità della nostra stessa vita. Perché la domanda è una sola: chi se ne importa?

Il giudizio come abilità cognitiva

A livello teorico, giudicare è una capacità, o meglio, un’abilità cognitiva che ci permette di valutare le persone, le situazioni e le relazioni in base a ciò che possiamo osservare, o a prove più o meno indiziarie. In un mondo migliore, il giudizio ci aiuta in qualche modo a scremare le persone potenzialmente pericolose per la nostra vita. Ci mette nelle condizioni di scegliere con chi vogliamo trascorrere del tempo e con chi invece no.

Questa nostra preziosa facoltà, o istinto che dir si voglia, è utile solo nel momento in cui non viene utilizzato come arma di distruzione di massa. O come una valvola di sfogo per farci sentire migliori degli altri nel modo più sbagliato che c’è. Tra le caratteristiche una persona che giudica troppo, troviamo:

  • Un’eccessiva attitudine alla critica, rivolta a qualsiasi aspetto della vita propria e altrui.
  • La critica non è mai costruttiva, ma nasce dal bisogno di formulare opinioni negative sulla vita degli altri, senza nessuna prova a disposizione.
  • La capacità di vedere il mondo esclusivamente attraverso la lente del proprio pregiudizio.
  • Mancanza di empatia.
  • Bisogno di sentirsi in qualche modo superiori.
  • Istinto a vedere le persone che ci circondano come possibili rivali o nemici.
  • Infelicità pervasiva
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Hai capito bene: chi giudica troppo e senza ritegno non è mai una persona felice. Coloro che sono felici, invece, tendono a non curarsi troppo di quello che fanno gli altri. La vita è piena di cose belle da vivere: che importa se gli altri fanno ciò che fanno?

Imparare a giudicare meno

Cambiare il modo in cui scegliamo di porci nei confronti degli altri è il primo passo per imparare a giudicare meno e diventare persone positive. Disinnescare i meccanismi mentali che ci portano a giudicare richiede un certo lavoro di ricalibrazione dei propri pensieri. Tutte le volte che ti trovi a pensare a un giudizio severo nei confronti di qualcuno, prova a riascoltarlo nella tua mente. E prova a rendere questo pensiero non giudicante.

Facciamo un esempio: invece di pensare “Ma come si è vestita stamattina la mia collega?”, prova invece a cercare di capire il motivo per cui potrebbe averlo fatto. Potrebbe non essere per nulla interessata alla moda, oppure potrebbe essere troppo occupata per preoccuparsi di fare shopping. È importante non cercare subito di giungere a conclusioni affrettate e giudizi negativi: imparare a empatizzare significa comprendere le motivazioni dietro a un comportamento.

Riconoscere i propri bias cognitivi, e i propri pregiudizi, ci aiuta in un certo senso a condurre una vita meno ossessionata da ciò che fanno gli altri, e soprattutto ci aiuta a disinnescare il giudizio. Chi vorrebbe mai essere giudicato in ogni momento?

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