I social media alterano la percezione che abbiamo non solo di noi stesse, ma anche di tutto il resto del mondo che ci sta intorno. Quando, dopo una scrollata veloce sul feed, più che una sensazione di stacco positivo dalla realtà, proviamo malessere, è giunto il momento di riflettere.
Molti studi concordano che la maggior parte di noi trascorre almeno un paio d’ore ogni giorno sui social media. Non dobbiamo pensare solo a TikTok e a Instagram, ma anche a YouTube e Twitch. Ciclicamente riusciamo a disintossicarci, riducendo il tempo sui social, per poi ricaderci con tutte le scarpe nel momento in cui ci sentiamo annoiati o abbiamo bisogno di “spegnere il cervello”. Farà bene davvero?
Io non ho una dipendenza da social media (vero?)
Il tempo trascorso sui social media potrebbe quasi essere definito occulto, nel senso che molto spesso non ci si rende conto di quanti minuti (che messi insieme fanno ore) investiamo in un atto così scarsamente produttivo come quello dello scrollare una timeline. Puoi misurare quante ore trascorri sui social scaricando alcune App che misurano (e chiudono automaticamente) un social allo scadere di un tempo prestabilito, ma questo non cambierà il fatto che tante volte non ci si rende davvero conto della gravità del problema.
VEDI ANCHE LifestyleIl digital detox può migliorarti la vita: ecco come imparare a farloQuando il social diventa un elemento consolidato della nostra quotidianità, può davvero cambiare la percezione che abbiamo di noi stessi. A volte in bene, tante altre in male. L’equilibrio per un uso positivo e profittevole dei social è sempre in costante bilico, e non è proprio semplicissimo trovare la stabilità di cui abbiamo bisogno.
I social media alterano la percezione della felicità
La felicità, come forse già sai, è una costante ricerca. È un sogno che inseguiamo per tutta la vita. È transitoria, e fa bene tanto quanto fa bene la tristezza. Tutto, però, nella giusta misura. Un’altra caratteristica della felicità è che, per fortuna, è soggettiva.
Quando trascorriamo tante ore sui social media il nostro concetto di felicità si sposta. Siamo bombardati da milioni di donne magrissime (toniche e pettorute), ragazze che a sedici anni sfoggiano guardaroba più grandi e riforniti di quelli che possiamo permetterci con un lavoro a tempo indeterminato. Vediamo sedicenti famiglie felici che sorridono da località turistiche che non potremo mai permetterci. Vediamo scorci di “realtà” che non sono tali, ma che sono stati studiati a tavolino per sembrare veri. E studiati per essere migliori della realtà che viviamo noi.
C’è una bellissima citazione, talvolta attribuita a Theodore Roosevelt o alla bibbia, che si adatta bene a questa situazione: “Comparison is the thief of joy”. Ovvero: “Il confronto è il ladro della gioia”. Mettere a confronto la propria felicità con quella degli altri è il primo modo per farsela sfuggire. E i social media, tristemente, fanno esattamente questo!
VEDI ANCHE LifestyleCosa è la nomophobia e perché restare “sconnessi” ci spaventa tantoDunque è perfettamente normale sentirsi tristi, scoraggiati e senza speranza quando si trascorre troppo tempo sui social media. Gli effetti cronici si traducono spesso in sbalzi d’umore e talvolta anche ansia e depressione.
FOMO, la paura di perdersi qualcosa
Forse hai già sentito parlare della FOMO, “fear of missing out”. La FOMO è una forma d’ansia che si prova quando si ha paura di perdersi un’esperienza positiva che sta vivendo qualcun altro. Non è invidia nel vero senso del termine, ma è più un sentimento rivolto a noi stessi. Una colpa che ci attribuiamo per non essere riusciti dove un ragazzino più giovane, più bello, più magro e più ricco di noi è riuscito perfettamente e senza alcuna fatica.
La FOMO si manifesta anche quando i nostri amici sui social fanno qualcosa di bello, come andare al ristorante stellato, e noi invece siamo a casa a mangiare minestrone. Inutile dire che questa paura trova carburante ogni volta che apriamo i social.
I social media alterano la percezione delle aspettative
La maggior parte delle persone sa che i social media sono l’habitat naturale delle aspettative poco realistiche. Tutti i social e la stragrande maggioranza dei profili che seguiamo danno prova quotidiana di mancanza di autenticità.
L’esperienza autentica non è mai confezionata a misura di telecamera, né è mai perfetta dal punto di vista di trucco, parrucco e paesaggio. L’esperienza capita in maniera quasi del tutto casuale, e lo staging, che aiuta e favorisce l’ideale, non è qualcosa che fa bene alla nostra idea di quotidianità.
Col tempo tendiamo a dimenticare che la realtà non è fatta così, un po’ come guardando un film a luci rosse ci si può dimenticare che il sesso vero è tutta un’altra cosa.
Inoltre, guardando i social e vedendo la perfezione altrui, tendiamo inevitabilmente a pensare che la nostra quotidianità sia assai più misera e “allo sbaraglio”, quando non è affatto così. La verità è che quando guardiamo un video sui social, per quanto possa sembrare naturale e autentico, non possiamo avere idea di quello che c’è sotto.
Dovremmo sempre guardare i social come guardiamo i film: sapendo che, tutto sommato, nella perfezione non c’è quasi niente di vero.