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Perché i nostri confini interiori sono così importanti e come imparare a difenderli

Il giudizio spezza i nostri confini interiori
I nostri confini interiori sono dei limiti invisibili, immateriali, delle regole di vita che ci diamo per mantenere al sicuro la nostra identità, indipendentemente dalle esperienze che viviamo
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I nostri confini interiori sono ciò che ci permette di avere comportamenti, atteggiamenti e limiti che difendono la nostra autostima e la nostra stabilità emotiva.

Sono proprio questi confini che ci consentono di restare stabili a livello emotivo e mentale qualsiasi cosa succeda, sia che viviamo delle esperienze negative, sia positive. Ecco perché è importantissimo conoscerli, comprenderli e abbracciarli.

Il ruolo dei confini interiori

I confini interiori servono a delimitare il nostro spazio personale, a mantenere la nostra sicurezza fisica e la nostra identità, a evitare pericoli. In sostanza, è il diritto inalienabile di ognuno di noi di dire sì o no, il diritto oltre il quale gli altri, senza il nostro permesso, non possono entrare.

Queste regole ci consentono di evitare comportamenti inaccettabili da parte degli altri, ci aiutano a gestire i problemi, a scegliere parole e azioni che proteggono questo nostro spazio.

La finestra di tolleranza

Si tratta di comportamenti e atteggiamenti che attuiamo per evitare che i confini della nostra finestra di tolleranza vengano oltrepassati. La finestra di tolleranza è il ventaglio di oscillazioni delle nostre emozioni. È il fluttuare dei nostri stati d’animo a seconda delle esperienze che viviamo.

Se oltrepassiamo i limiti della finestra di tolleranza, percepiamo la sensazione di essere fuori controllo, con la conseguenza di un malessere psichico, fisico e mentale profondo, che può manifestarsi con agitazione, paura, rabbia, vergogna, troppa energia o, al contrario, con apatia estrema.

Quali sono i nostri confini personali?

Quali siano esattamente i nostri confini personali l’ha detto in modo esaustivo e semplice la studiosa statunitense Nina W. Brown, che ne ha riconosciuto quattro tipologie:

  1. Flessibili;
  2. Morbidi;
  3. Rigidi;
  4. Deboli.

1. Confini flessibili

La prima tipologia, quella dei confini flessibili, è la tipologia ideale. Crea benessere, ci rende capaci di capire se una relazione è tossica o è sana, di selezionare con consapevolezza cosa rifiutare e cosa accettare, di comprendere al volo se ci stanno manipolando o se ci vogliono sfruttare o ingannare.

Se abbiamo dei confini interiori flessibili gestiamo le nostre emozioni senza mai oltrepassare la finestra di tolleranza, non abbiamo bisogno dell’approvazione degli altri perché ci amiamo e ci rispettiamo, quindi viviamo felici sia da soli, sia in coppia.

2. Confini morbidi

I confini morbidi sono il risultato della mescolanza tra confini rigidi e confini deboli. La caratteristica delle persone con questa tipologia di confini interiori è l’incertezza: di dire sì o no, di accettare o rifiutare.

3. Confini rigidi

La persona con confini rigidi è una persona che praticamente non vive la vita. Diffida degli altri, di tutti gli altri, vive isolata, non parla di sé.

Gli psicologi dicono che le persone con questi confini sono quelle che, nell’infanzia, hanno subito traumi profondi come abusi o comunque brutte esperienze a livello fisico, emotivo, psicologico o sessuale.

4. Confini deboli

Infine, la persona con confini deboli è facile che si lasci manipolare e ingannare dagli altri. Il fatto di avere confini deboli rende non percepibile chi oltrepassa questi stessi limiti. La conseguenza è che si possa facilmente cadere nel pericolo di considerare normale che un altro prenda decisioni al posto nostro.

Chi ha questa tipologia di confini deve sempre tenere lo sguardo concentrato sul proprio spazio personale, sul continuo riassestamento dei paletti dei propri limiti personali, perché a lungo andare potrebbe perdere la propria identità.

Come difendere i propri confini?

Da quanto detto finora abbiamo capito che i nostri confini personali hanno a che fare con il rispetto e l’integrità del nostro essere, sia a livello psichico e mentale, sia a livello fisico.

Di conseguenza, la prima forma di difesa è la conoscenza di sé. Abbiamo il dovere di conoscerci a fondo: di sapere quali sono i nostri desideri, i nostri bisogni, le nostre paure, le fragilità, i nostri punti deboli. Se non conosciamo queste cose, è difficile stabilire dei confini interiori stabili e sani.

La seconda forma di difesa è non cedere. A tutti sarà capitato di ascoltare una frase sarcastica sulla propria persona, un commento maschilista che, inconsapevole o no, ha fatto ridere la compagnia. Persino quel giudizio di nostra madre o dei nostri compagni, detto con affetto. Bene, davanti a queste minuscole aggressioni dobbiamo avere il coraggio di reagire. Solo così terremo al sicuro la nostra identità e il nostro benessere mentale.

Terza forma di difesa: impariamo a dire no. Al lavoro, con la nostra migliore amica, coi nostri compagni, diciamo no. Quando? Nel momento in cui le richieste che ci vengono fatte ci fanno irrigidire, ci fanno stringere lo stomaco. Quando percepiamo un senso di disagio e incrociamo le braccia. In tutti questi casi, dobbiamo semplicemente dire no.

Cosa fare se i nostri confini interiori si sono spezzati

Se ci rendiamo conto di aver perso il nostro equilibrio mentale, se percepiamo che i nostri confini sono stati rotti, niente paura. Possiamo ridefinirli. È importante, però, rivolgersi a un esperto e farci aiutare.

Questi sono alcuni dei segnali di rottura dei nostri limiti interiori:

  • sentirsi giudicati di continuo;
  • dire sempre si a tutti;
  • essere troppo tolleranti ai ricatti, alle provocazioni;
  • investire molto tempo per gli altri, anche nel lavoro, e ricevere sempre meno;
  • avere costante bisogno di approvazione da parte degli altri;
  • avere sempre relazioni tossiche;
  • essere sempre indecisi;
  • sentirsi in colpa quando realizziamo un nostro desiderio;
  • lasciarsi convincere spesso a fare cose di cui non siamo convinti.

“Senza confini psichici saremmo come gocce di inchiostro sparse in una pozza d’acqua, facilmente assorbibili dalle definizioni che gli altri creano per noi. Noi abbiamo la libertà di autodefinirci”

Nina W. Brown
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