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Cos’è il contagio emotivo e perché dovremmo coltivarlo sempre

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Il contagio emotivo lo viviamo nella nostra quotidianità senza accorgercene, ma perché è così importante e in cosa consiste davvero?
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Il contagio emotivo è un meccanismo mentale che consiste nel “copiare” e fare nostre le emozioni degli altri. Si tratta di un comportamento che è stato studiato nei secoli da filosofi, scienziati, sociologi e psicologi, sotto varie forme, ma è stata una donna, Elaine Hatfield, a coniare il termine e a teorizzare quanto discusso in passato.

Quindi sì, secondo gli studi condotti, il contagio emotivo esiste, ed è racchiuso in una serie di espressioni facciali che ci suggeriscono cosa prova l’altro, portandoci a provarlo a nostra volta, specie se siamo persone particolarmente empatiche.

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Che cos’è il contagio emotivo?

Il contagio emotivo è quel fenomeno in cui una persona rispecchia o imita inconsciamente le emozioni di coloro che la circondano. Il contagio emotivo può essere innescato da elementi non verbali come le espressioni facciali, nonché da segnali conversazionali o comportamentali evidenti: un sorriso può diffondersi da una persona all’altra e qualcuno che si lamenta può abbattere qualcun altro.

Le persone spesso non sono consapevoli della propria suscettibilità all'umore o alle emozioni di un altra persona, e la comprensione di questo fenomeno può aiutare qualcuno a regolare le proprie emozioni ed evitare di smorzare l'umore degli altri.

Come avviene il contagio emotivo

Il contagio emotivo può diffondersi attraverso le espressioni facciali, il tono vocale e la postura. Il contagio emotivo può derivare dalle interazioni tra persone così come dalle interazioni tra persone e animali.

Il riconoscimento delle emozioni in base alle espressioni facciali è universale in tutte le culture del mondo: è un qualcosa che può farci capire se gli altri provano felicità, rabbia, dolore, indifferenza, approvazione, ansia, e una infinita gamma di emozioni. Nello stesso modo esse possono condizionarci, facendoci sentire le stesse esperienze emotive (magari in scala ridotta) dell’altro, stimolando la nostra empatia, sia che si tratti di una persona che conosciamo bene o che abbiamo appena incontrato.

Pertanto, le espressioni facciali hanno un ruolo sociale e psicologico importantissimo nell’interazione umana.

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Perché si parla di contagio emotivo?

Il contagio emotivo fu descritto per la prima volta da Elaine Hatfield, psicologa sociale americana, considerata la pioniera dello studio scientifico dell'amore. Hatfield usa questo termine per descrive come le persone che osservano le emozioni e i comportamenti di un altro, tendono a copiare quelle emozioni e comportamenti.

Il contagio emotivo nasce da studi che dimostrano che gli osservatori che assistono a un'espressione facciale hanno una risposta “affettiva” (emotiva) che imita le emozioni espresse dalla persona con l'espressione facciale originale.

Ricercatori come Barger e Grandey attribuiscono questo mimetismo al tentativo di “affiliarsi o entrare in empatia con gli altri”. Già nel 1759, filosofi economici come Adam Smith osservarono che le persone immaginano se stesse nelle situazioni degli altri e mostrano un “mimetismo motorio”. In effetti, i teorici delle emozioni, come Theodor Lipps, sostenevano che l’empatia fosse causata dalla mimica motoria delle espressioni delle emozioni degli altri.

Come già anticipato, Elaine Hatfield fu la prima a suggerire l’ipotesi del contagio emotivo e a definirlo come la tendenza a imitare e sincronizzare automaticamente espressioni, vocalizzazioni, posture e movimenti con quelli di un’altra persona e, di conseguenza, a convergere emotivamente.

Hatfield offre diverse proposte sulle cause del contagio emotivo e ritiene che queste, dopo attento studio, siano più sottili, automatiche e onnipresenti di quanto supponessero i teorici precedenti, delineando due meccanismi principali: mimetismo e feedback.

Che cos’è l’empatia?

L’empatia è alla base del contagio emotivo. Essa è la capacità di riconoscere, comprendere e condividere i pensieri e i sentimenti di un'altra persona. Sviluppare l’empatia è fondamentale per stabilire relazioni e comportarsi in modo compassionevole. Implica sperimentare il punto di vista di un’altra persona, piuttosto che solo il proprio, e consente comportamenti prosociali o di aiuto che provengono dall’interno, piuttosto che essere forzati. L’immedesimarsi porta poi al contagio emotivo.

L’empatia ci aiuta a cooperare con gli altri, costruire amicizie, prendere decisioni morali e intervenire quando vediamo gli altri vittime di violenza o ingiustizie di ogni genere. Gli esseri umani iniziano a mostrare segni di empatia nell’infanzia e il tratto si sviluppa costantemente fino all’adolescenza. Tuttavia, è probabile che la maggior parte delle persone provi maggiore empatia per persone come loro e potrebbe provare meno empatia per coloro che sono al di fuori della loro famiglia o comunità.

La capacità di trasmettere sostegno a un partner, un parente o un amico è fondamentale per stabilire relazioni positive. L’empatia ci consente di instaurare su basi emotive e solide un rapporto con un’altra persona, farla sentire ascoltata e, attraverso le parole e il linguaggio del corpo, imitare le sue emozioni, ecco perché la profonda correlazione tra empatia e il contagio emotivo. L’assunzione di prospettiva, o la capacità empatica di assumere lo stato cognitivo di un’altra persona e vedere un problema attraverso i suoi occhi, può consolidare ulteriormente una connessione, che può diventare profonda nel tempo.

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