Oggi proviamo a spiegarti cos’è la derealizzazione, tenendo conto che si tratta di un problema che dovrebbe sempre essere discusso con un professionista della salute mentale. In questo caso, uno psichiatra è la figura più corretta.
Spesso correlata alla depersonalizzazione, la derealizzazione è un disturbo scatenato da traumi sottostanti che, secondo la letteratura medica, possono manifestarsi gradualmente o all’improvviso, e soprattutto hanno una durata variabile, proprio come l’intensità dei sintomi.
Una premessa sulla derealizzazione
La derealizzazione è una cosa seria. In questo articolo divulgativo proviamo a spiegartela in maniera da semplificare al nostro meglio un problema medico serio che non deve mai essere sottovalutato.
Ricordati sempre che le spiegazioni non potranno mai essere esaustive e complete come quelle di uno psicoterapeuta o uno psichiatra.
Non sottovalutare questo sintomo, ascolta il tuo corpo e la tua mente e chiedi aiuto senza esitazioni o paura.
Cosa succede al derealizzato?
Quando una persona è derealizzata, comincia a perdere la percezione dello spazio che la circonda. Di solito, una persona che soffre di questo disturbo sente un forte distacco nei confronti di quello che dice e quello che fa. Insomma: come in un sogno, agisce e si comporta come se le sue parole e i suoi gesti non avessero davvero conseguenze, o come se fosse tutto parte di un sogno. La realtà appare “appannata, rimpicciolita, estranea, osservata al microscopio” e in ogni caso priva di alcuna risonanza emotiva.
Più precisamente, il soggetto si comporta come se ciò che fa fosse opera di qualcun altro, qualcosa su cui non può intervenire o comunque non può esercitare una forma di controllo. Per stabilire correttamente il quadro clinico del paziente, un terapeuta dev’essere in grado di capire se la durata degli episodi è temporanea o prolungata nel tempo.
La derealizzazione non va confusa con la depersonalizzazione, la quale non è una distorsione della percezione del mondo esterno, ma una distorsione della percezione del sé.
In alcuni casi, infatti, la derealizzazione è sintomo di una patologia sottostante anche grave, come ad esempio la schizofrenia o il disturbo ossessivo. Prima di diagnosticarci malattie complesse e problematiche, è sempre importante rivolgersi al proprio medico di base e a uno specialista di fiducia, naturalmente.
Infatti, la derealizzazione può verificarsi anche in soggetti non malati che però stanno vivendo un momento complesso della loro vita, come forte stress, traumi, situazioni di abuso o peggio.
Cosa causa la derealizzazione?
In linea generale, i medici affermano che la comparsa della derealizzazione sia più spesso imputabile a traumi infantili o eventi particolarmente stressanti. Pensiamo per esempio a una grave forma d’ansia, ma anche a un abuso fisico, una violenza domestica o un genitore malato mentalmente o gravemente disabile. Anche la morte improvvisa di una persona cara può essere un trigger potente per un episodio di derealizzazione.
L’origine dei sintomi viene spesso determinata in stress relazionali, finanziari o professionali. Le persone che si derealizzano, spesso, non sono estranee alla depressione. Anche l’uso di stupefacenti può acuire la derealizzazione.
La dissociazione dalla realtà è una forma estrema e ultima di difesa che la mente adotta per confrontarsi con situazioni talmente complesse da non poter essere metabolizzate.
Il problema della derealizzazione è che è difficile da spiegare, anche se si sta cercando aiuto. Pur conoscendone la definizione clinica, una persona che la vive potrebbe pensare “semplicemente” di stare impazzendo. La persona derealizzata è cosciente del fatto che il distacco dalla realtà non è “reale” nella maggior parte dei casi.
Quando il distacco dalla realtà non è riconosciuto come tale, i medici parlano invece di psicosi.
Un sintomo da non sottovalutare
La derealizzazione non è una malattia di per sé, ma il sintomo di un problema associato che dev’essere curato affinché la persona smetta di dissociarsi da se stessa.
Può non essere facile per tanti motivi: economici, di vergogna o quant’altro. Eppure, l’approfondimento degli episodi di derealizzazione non è un percorso che si può intraprendere da soli, tenendo un diario o magari praticando la meditazione. È un sintomo serio di qualcosa che la nostra mente non è riuscita ad elaborare, e da cui ci sta proteggendo in buona fede, ma nel modo sbagliato.
Il medico curante, solitamente uno psichiatra, farà tutte le domande necessarie a capire quali sono i trigger che innescano le situazioni di derealizzazione. Attraverso di esse, ti aiuterà ad indagare sulla presenza di altri sintomi che possano portare a una diagnosi.
Grazie alla diagnosi corretta, lo psichiatra avvierà un percorso che porterà la persona alla guarigione. Per questa figura professionale potrebbe essere una procedura facile, ma per una persona in balia di dolore, stress o patologie mentali chiedere aiuto è un atto di coraggio e di amore nei confronti di sé.