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Cosa significa avere una personalità dipendente?

Donna triste e pensierosa
Forse non ci hai mai pensato, ma potresti avere una personalità dipendente. Ti spieghiamo cosa significa e come imparare a vivere meglio

Temi le separazioni e hai paura di essere abbandonata, per questo muti il tuo comportamento i base alle esigenze altrui? Potresti avere una personalità dipendente. Spesso siamo troppo presi da ciò che proviamo, dalla vita quotidiana e dai nostri timori e non riusciamo a fermarci per ragionare con calma su ciò che facciamo. Forse non è la prima volta che senti parlare di disturbo dipendente di personalità, ma sarebbe importante per te rifletterci e capire di cosa si tratta.

Che cos’è una personalità dipendente

Una personalità dipendente si manifesta in modo piuttosto specifico e limpido. La persona che soffre di questo disturbo ha necessità di essere accudita continuamente, mostrando eccessiva sottomissione e forte accondiscendenza per paura della separazione. Tale comportamento è finalizzato a suscitare un senso di protezione negli altri. Nasce infatti dalla percezione di sé stessi come incapaci di fare qualsiasi cosa da soli.

Come si riconosce

Chi ha una personalità dipendente ha una grandissima difficoltà a prendere delle decisioni quotidiane senza fare ricorso a consigli e rassicurazione da parte delle altre persone. Tende ad essere passiva e permette alle altre persone di prendere iniziativa e assumersi responsabilità in tutti i settori dell’esistenza.

Il motivo la persona dipendente ha paura di perdere l’approvazione e il supporto degli altri, per questo evita anche di esprimere il proprio disaccordo, in particolare nei confronti degli individui verso cui ha una dipendenza. Tutto nasce da una bassa autostima e da una visione negativa di sé stessi. Nella mente l’immagine è quella di una persona che ha bisogno di assistenza e non può fare nulla da sola, per questo evita di iniziare qualsiasi lavoro e considera le critiche ricevute come una conferma della propria inadeguatezza.  

Chi soffre di questo disturbo, soprattutto quando termina una relazione, tende a cercare subito un nuovo amore, per mettere nuovamente in atto questo meccanismo. Ha infatti la percezione di non poter sopravvivere senza il supporto e l’accudimento di qualcuno. Nei rapporti d’amore chi ha una personalità dipendente avverte la necessità di conformarsi con i desideri del partner e si ribella con rabbia quando sente che i suoi bisogni non vengono soddisfatti. Il disappunto causa la sensazione che la relazione stia vacillando e porta la persona ad accorciare, immediatamente, le distanze con l’altro, tentando di assecondarlo in ogni modo.  

Personalità dipendente: quali sono le cause

Solitamente chi ha una personalità dipendente ha alle spalle un’infanzia e un’adolescenza segnate dalla sensazione di essere inefficace e vulnerabile. Il bambino, a causa del comportamento dei genitori, costruisce e interiorizza una rappresentazione sbagliata di sé. Ciò fa sì che, per assicurarsi la vicinanza della sua figura di riferimento, sviluppa delle dinamiche di dipendenza, temendo l’abbandono. Queste dinamiche di dipendenza, che si sviluppano nell’ambito delle relazioni genitoriali, vengono rafforzate e confermate dalle relazioni sociali che si vivono in età adulta.

Cosa fare se hai una personalità dipendente

La personalità dipendente si può curare ricorrendo a una terapia psicologica. La terapia cognitivo comportamentale, ad esempio, permette di migliorare la qualità della vita della persona, lavorando sulle sue priorità e difficoltà. La terapia metacognitiva interpersonale invece si basa sulla comprensione e la gestione degli aspetti che fanno parte di questo disturbo.

L’obiettivo è quello di rendere la persona autonoma e indipendente, aiutandola a riconoscere bisogni ed emozioni. Questo perché una personalità dipendente, anche durante una terapia psicologica, potrebbe tentare di essere accondiscendente con lo psicologo e non agire in modo autonomo e sincero per paura di contrastare la sua autorità.

Il rischio di dipendenza affettiva

Le personalità dipendenti hanno una maggiore probabilità di sviluppare una dipendenza affettiva. In questo caso il partner si trasforma in una droga a cui è necessario attingere quotidianamente per riempire una sensazione profonda di vuoto. Non si riesce a beneficiare in profondità dell’amore, ma si ricerca un piacere immediato per alleviare il senso di insicurezza. Ottenuto l’appagamento ci si sente più tranquilli e soddisfatti, per questo motivo si ha voglia di reinnescare la vicinanza con la persona. Per questo motivo si è disposto a tutto pur di stargli accanto. Chi soffre di dipendenza affettiva non ha la capacità di uscire dal rapporto anche se sa che la sua relazione non ha alcuna speranza di migliorare, è distruttiva e insoddisfacente. A questa sensazione si accompagnano sintomi come depressione, ansia generalizzata, inappetenza, insonnia, malinconia e idee ossessive.

La dipendenza affettiva è dunque una forma patologica d’amore che viene vissuta principalmente, ma non in via esclusiva, dalle donne. Nel legame, che risulta doloroso, l’equilibrio fra il dare e il ricevere è alterato. La dipendente dedica anima e corpo al partner, si riscontrano dei sintomi di forte malessere quando l’altro non c’è o, peggio ancora, quando decide di interrompere la relazione. Si cerca dunque di tenere la vicinanza con l’altro, ci si sente vuote, si sperimentano ansia, malessere fisico e depressione.

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