Ti sei mai sentita il tuo peggior nemico? Le cose peggiori che facciamo a noi stesse sono spesso le peggiori in assoluto, non tanto perché sono autoinflitte, quanto più perché sappiamo davvero essere spietate con noi stesse.
Potrebbe sembrare una frase fatta, ma chi ha attraversato un periodo difficile, o è cresciuto con un carattere profondamente insicuro, sa quanto può essere facile adottare comportamenti svilenti o addirittura autodistruttivi, nel tentativo di rendersi invisibili, evitare il conflitto o la competizione.
VEDI ANCHE LifestyleLa sindrome della papera è l’autosabotaggio più comune: ecco come capire se ne soffriSei il peggior nemico di te stessa?
Non è facile accettare le altre persone, ma se c’è una cosa ancora più difficile è accettare se stessi. Perché? Perché conviviamo con noi stessi 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, e ci conosciamo (o facciamo finta di conoscerci) abbastanza bene da aver maturato, talvolta, la sensazione di non essere all’altezza degli altri e dell’altrui opinione.
Questa falsità bella e buona nasce dal fatto che non esiste nessun’altra persona con cui conviviamo così a lungo. Non i nostri genitori, non il nostro partner, non i nostri amici. Trascorriamo abbastanza tempo con noi stessi da comprendere i nostri pensieri intrusivi, i nostri difetti e sapere la verità, nuda e cruda, su quello che facciamo, anche se dall’esterno diamo tutt’altra impressione.
In altre parole, riusciamo a guardare attraverso tutto ciò che lasciamo credere agli altri, e in qualche modo sentiamo di non essere assolutamente all’altezza della competizione. Nei casi peggiori, ci sentiamo delle autentiche impostore. È così? Naturalmente no.
E ci sono ancora tante altre cose che facciamo a noi stesse, facendoci inconsapevolmente del male, con la pretesa di facciata di proteggerci.
Le cose peggiori che facciamo a noi stesse: screditare il nostro lavoro
L’umiltà è una dote straordinaria, ma a volte tendiamo a farne una mania. Dissimuliamo il duro lavoro, facciamo in modo che tutto il nostro operato non pesi sugli altri e, facendo ciò, non diamo abbastanza peso alla qualità e alla fatica che spendiamo per sentirci all’altezza.
In altre parole, se non sei la prima persona a dare valore al tuo operato, sia esso studio, lavoro, arte o quant’altro, non ti aspettare di trovare consensi negli occhi degli altri. Certo, è probabile che qualcuno sia davvero in grado di vedere il tuo valore, nonostante i tuoi strenui tentativi di sminuirlo, ma la maggior parte delle persone prenderà quello che affermi per vero, e ti crederà sulla parola se dirai che hai avuto fortuna, che è stato facile o che magari il tuo operato “non è niente di speciale”.
Screditare il proprio lavoro è il primo step per farci apparire inferiori, o comunque inadatti o meno competenti di quello che in effetti siamo.
La paura del fallimento
Un altro forte indicatore che le cose peggiori che facciamo a noi stesse sono anche le peggiori in assoluto è quello che riguarda la paura di fallire. Il fallimento spaventa, ma soprattutto, a spaventare, è l’idea che gli altri ci vedano fallire.
Questo comportamento ci porta a non provare nemmeno, nel terrore assoluto che ciò che accade a noi sia anche un modo che l’universo ha per ricordarci qual è il nostro posto. Ma sai qual è il tuo posto? È quello che vuoi, e non quello che pensi di meritare. Meriti molto di più di quello che la tua testa ti sta sussurrando.
VEDI ANCHE LifestyleLa sindrome dell’impostore ti taglia le gambe: riconoscila e superala cosìIl giudizio implacabile
Da dove nasce questo sabotatore che ci sussurra all’orecchio, ogni giorno, indicando con precisione chirurgica i nostri difetti, le nostre mancanze, le imperfezioni e la nostra scarsa capacità (scarsa rispetto a cosa, poi?) di convivere con gli altri ed essere all’altezza?
Potrebbe nascere dal fatto che la nostra famiglia abbia costruito attorno a noi una catena di disamore, o non abbia saputo proteggerci nei primi anni di vita. Averlo fatto senza cognizione di causa, senza rendersi conto del danno che ci ha arrecato. Potrebbe averlo fatto perché fa parte del modo in cui è cresciuta anche lei. Chi è stato vittima di bullismo o di atti di violenza ridimensiona molto l’opinione che ha di sé, e nell’essere una vittima costruisce una narrativa perdente, sconfitta, della sua vita.
Senza entrare nei dettagli psicologici di questo fenomeno, che dovrebbero sempre essere discussi con un professionista della salute mentale, è fondamentale ricordare a se stessi che il giudizio è un’arma potente che non va rivolta contro nessuno. Men che meno, noi stessi.
La maggior parte delle donne, e anche degli uomini, si guardano con severità eccessiva, tremenda, e tutto ciò che vedono è fallimento, dolore o gli errori commessi nel passato. Il perdono che esercitiamo generosamente, a volte anche troppo, con gli altri, è un balsamo per la nostra anima. Imparare a perdonarsi per il fatto di non essere perfetti? È l’unico modo per vivere una vita piena.