Soddisfare i propri bisogni emotivi è fondamentale per non chiudersi in se stessi e per non isolarsi. Affrontare le emozioni, positive o negative che siano, vuol dire riconoscere il potere della vulnerabilità, senza percepire quest’ultima come una minaccia o un pericolo. Sentirsi vulnerabili infatti è un modo per sentirsi vivi, per accogliere le emozioni e percepirle in maniera profonda senza cercare di prevederne l’effetto che potrebbero avere su di noi, evitando così di viverle solo per la paura di poter soffrire. Chi sceglie quest’ultima strada infatti, mette in campo la cosiddetta deprivazione emotiva. Di cosa si tratta?
VEDI ANCHE LifestyleAllenare l’intelligenza emotiva può cambiarti la vita, ed ecco comeDi uno schema mentale subdolo che non ci permette di avere una vicinanza emotiva con chi ci è accanto innalzando una barriera emozionale così forte da arrivare a non farci più comprendere le nostre reali emozioni e men che meno quelle degli altri. La deprivazione emotiva apporta, come possiamo facilmente immaginare, conseguenze negative sulla psiche e sul modo di relazionarsi ed è scatenata da cause che possono essere indagate sin dall’infanzia. Quali sono e in che modo possiamo superare la nostra condizione di deprivazione emotiva? Lo scopriamo subito.
Le cause della deprivazione emotiva
Partner, amici, familiari, ognuno di noi nella vita stringe legami importanti che innescano rapporti di fiducia basati sull’empatia e la connessione emotiva. Ci sono però traumi ed eventi che possono spezzare indelebilmente queste connessioni, impattando in maniera anche molto pesante sul benessere psicologico.
È proprio a causa di questi accadimenti che può manifestarsi lo stato di deprivazione emotiva. Le radici di quello che viene identificato in psicologia come uno schema a tutti gli effetti, hanno basi ben piantate a terra e non spuntano da un momento all’altro. Tra le cause principali capaci di scatenare la deprivazione emotiva vi sono:
- Esperienze traumatiche
- Rapporti interpersonali difficili
- Bisogni emotivi non soddisfatti durante l'infanzia
- Mancanza di supporto
- Assenza di relazioni empatiche
Queste sono solo alcune delle principali cause alla base della deprivazione emotiva e si riferiscono principalmente all’infanzia. È proprio da piccoli infatti che si percepiscono le prime risposte ai bisogni emotivi e se queste risposte non avvengono nella maniera corretta e non soddisfano questi bisogni, possono causare una chiusura da parte di chi le riceve e portare a non voler più condividere le proprie emozioni con le altre persone.
Chiusura emotiva: il rifiuto della vulnerabilità
Questa vera e propria chiusura emotiva serra a doppia chiave le porte alla vulnerabilità, non lasciandole alcuno spazio nella vita per la paura atavica di poter tornare a soffrire.
VEDI ANCHE LifestyleL’integrità emotiva è tutto: come imparare a riconoscere i nostri bisogniQuando eravamo bambini, pensavamo che una volta cresciuti non saremmo più stati vulnerabili. Ma crescere vuol dire accettare la vulnerabilità. Essere vivi significa essere vulnerabili.
Madeleine L’Engle
Gli studi sulla materia parlano della deprivazione emotiva come di una forma di auto-sabotaggio, perché la chiusura verso il mondo è prima di tutto una chiusura verso se stessi. Chi applica questo schema infatti, non permette a se stesso di lasciarsi andare alle emozioni precludendosi di provare tutto ciò che potrebbe turbarlo, sia in positivo che in negativo. In questo modo la vita diventa una mera sopravvivenza. Lo stress emotivo e l’ansia sociale sono sempre più presenti e le esperienze e le sfide da affrontare quotidianamente diminuiscono drasticamente sino a rendere sterile qualsiasi situazione e a trasformare le giornate in semplici routine meccaniche.
Come superare la deprivazione emotiva
Fortunatamente superare questa condizione è possibile. Riconoscere di avere un problema è il primo passo per iniziare a risolverlo e in questo caso, capire che di aver messo un muro tra noi e la possibilità di provare emozioni è fondamentale. Una volta compreso questo si deve necessariamente trovare il coraggio di chiedere aiuto. Per chi applica lo schema di deprivazione emotiva non è affatto facile.
Anche una semplice telefonata a un' amica con cui aprirsi in maniera sincera può diventare una montagna durissima da scalare. Ma è proprio questo il click che può cambiare le cose. Lo stesso click che porta migliaia di persone ogni anno, a chiedere un supporto psicologico mirato, avviando un percorso psicoterapico atto proprio a individuare e conseguentemente sciogliere, i blocchi che hanno innescato questo subdolo schema mentale.
Trattandosi di un sistema di auto-sabotaggio è importantissimo rivolgersi a professionisti del settore, gli unici in grado di poter fornire gli strumenti giusti in grado di sviscerare le cause profonde del malessere che ha generato questa condizione. Una volta acquisiti tali strumenti e avviato il percorso psicoterapico, si potrà tornare a capire l’importanza di sentirsi vulnerabili e di aprirsi al mondo e alle relazioni, mettendo in conto la possibilità di poter soffrire, certo, ma non per questo precludendosi tutto il bello che la vita può donare.