Alcune persone si pongono in un modo che non ci piace. Le provocazioni non piacciono, aumentano il nervosismo e spesso non si sa come comportarsi a caldo. Per questo spesso chi utilizza questa modalità comunicativa - che chiameremo provocatore - è capace di creare molta negatività.
Una risposta mirata, però può fare la differenza e rompere gli schemi. Lasciare di sasso il proprio interlocutore è la reazione ideale, quella che si fa risolvere il problema.
Come ci si difende dai provocatori? Alcuni consigli utili possono farci diventare dei veri esperti, degli ossi duri per coloro che amano essere pedanti e fastidiosi. Eccoli!
Con chi si ha a che fare
Prima di capire come ci si difende dai provocatori, è importante studiare la loro forma mentis: per combattere il nemico bisogna conoscerlo. A nessuno, infatti, piace essere accusato ingiustamente, essere preso in giro, deriso oppure offeso.
Il più delle volte si reagisce con un attacco verbale o non verbale, con violenza e aggressività. Ci si arrabbia e non ci si riesce a controllare. Ma siamo sicuri che questa sia la tattica migliore?
Il provocatore, infatti, colpisce con intenzione, vuole stare a godersi la reazione. Il fine è attirare l’attenzione e infastidire colui che si trova di fronte. È chiaro, quindi, che bisogna giocare d’astuzia e non cadere nel suo tranello.
Rispondere con sarcasmo
Ci si difende dai provocatori in un solo modo, a dir la verità: senza reagire. L’unica cosa che non dobbiamo mostrare loro è la rabbia. Il primo consiglio, quindi, è di controllare le proprie emozioni e di rispondere con intelligenza.
Se, invece, l’interlocutore pensa di aver fatto centro potrebbe decidere di rincarare la dose e il nostro stato d’animo non ne gioverebbe di certo. Dobbiamo togliergli il controllo della situazione, fargli credere che con noi certi giochetti non funzionano.
Servono l’autoironia, il sarcasmo, il senso dell’umorismo: una risposta distaccata ma pungente, che faccia credere che si sia indifferenti, è l’arma migliore. Infine, mai alzare la voce!
Conoscere sé stessi
Per poter fare ciò che abbiamo appena descritto, bisogna avere padronanza di sé stessi. Conoscere i propri punti deboli e difenderli per primi dagli attacchi. La consapevolezza ci permette di mettere in atto delle strategie vincenti contro coloro che amano provocare.
Se gli appunti non sono veritieri, l’unica cosa da fare è ignorarli e andare avanti. In caso contrario, se si riceve una critica costruttiva, la si può sfruttare per crescere e non è certo negativa.
Più si cresce, più ci si conosce, più si sarà forti a incassare le provocazioni senza che il mittente si senta compiaciuto e, soprattutto, senza che queste ci feriscano. Non è infatti solo una questione di apparenze, ma di sostanza. Sapersi difendere dai provocatori è importante soprattutto per la propria salute emotiva e psicologica.
Dare una risposta assertiva
Con assertività si intende la capacità di dare una risposta ferma e decisa, consapevole. Il segreto è esprimere le proprie opinioni, dire ciò che si pensa e mettere in tavola i propri bisogni; ma nel rispetto di tutti gli attori in gioco. L’autocontrollo spiazza chi vuole punzecchiare.
Si tratta un compromesso per evitare di reagire in maniera aggressiva o di subire. Nessuna delle due strade è quella corretta in casi del genere. Non bisogna dare soddisfazione, ma nemmeno diventare la preda ideale perché non si riesce a mettere a posto colui che di certo non dimostra rispetto.
Respirare
Come ci si difende dai provocatori? Prima di tutto, respirando e poi reagendo in maniera intelligente e controllata. Certe situazioni, al di là che lo si dia a vedere o meno, provocano stress e nervosismo. Per ridurre al minimo degli stati d’animo nocivi, è bene saper respirare.
In questo modo si tiene a bada il cortisolo – un ormone che si produce automaticamente e che ci spinge a scappare o ad attaccare – e si migliora l’apporto dell’ossigeno al cervello. Ne giova anche l’apparato muscolare, visto che si riduce la tensione.
Inoltre, in questo modo si prende tempo e si pensa alla risposta migliore da dare a coloro i quali hanno solo l’obiettivo di attaccare e ferire. Non c’è nulla di vero in una provocazione, altrimenti la si chiamerebbe critica.
Cambiare argomento
Quale maniera migliore per ignorare e passare oltre? Se cambiamo argomento, stiamo dicendo fra le righe che quello attuale non ci interessa, non è importante e non merita di essere approfondito.
Il provocatore, dunque, si sente spiazzato e si ridimensiona. Così anche il suo atteggiamento. Fare delle domande, poi, può anche dimostrare che determinate affermazioni non sono fondate. Insomma, il segreto è mostrarsi superiori e indifferenti.
I provocatori sono l’anello debole
Questo è il punto della questione: contrariamente a quanto possa sembrare, fra due persone che si confrontano colui che provoca in maniera gratuita è quello che ha maggiori insicurezze. Quello che attacca per difendersi. Inoltre, spesso c’è di fondo un bisogno di attenzioni, ci si sente inadeguati e fuori posto quando ci si comporta in questo modo.
Conoscere questo meccanismo può darci la forza di mettere in pratica tutti i consigli prima citati. Tenere a mente che siamo noi quelli forti, che non c’è nulla di reale da combattere e che la perdita di controllo farebbe compiacere il provocatore è la chiave di volta.