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Qual è la differenza tra emozioni semplici ed emozioni complesse?

emozioni
06-10-2022
Cosa sono le emozioni e cosa differenzia quelle definite semplici da quelle complesse, ecco come riconoscerle
Nell'articolo:

Quando si parla di emozioni, si tende a racchiudere nel termine qualunque tipologia di cambiamento nel proprio stato mentale e psicologico, sia in positivo che in negativo. In poche parole qualsiasi cosa si prova e che si  differenzia dal proprio stato d’animo “normale”.

Di fatto, però, esistono emozioni semplici ed emozioni complesse. E non tutto ciò che viene definito tale rientra in queste categorie. Motivo per il quale è bene comprendere di cosa si sta parlando e quali sono le differenze tra queste due tipologie di emozioni diverse.

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Cos’è un’emozione

Per prima cosa, quindi, è importante capire cos’è un’emozione. Ovvero uno o più stati affettivi intensi, attivati da stimoli esterni o interni, naturali o appresi, e che si manifestano per breve durata attraverso specifiche espressioni del nostro corpo, di carattere fisiologico, comportamentale ed espressivo.

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Quando si prova un’emozione (dall’etimologia della parola "portare fuori"), quindi, il nostro organismo reagisce allo stimolo ricevuto sia attivando il sistema nervoso centrale e autonomo (reazione fisiologica), sia mettendosi in atto con una serie di azioni (reazione comportamentale) sia con espressioni del volto o con la gestualità (reazione espressiva). Ma cos’è che differenzia le emozioni semplici dalle emozioni complesse e perché vengono definite in questo modo?

Emozioni semplici VS emozioni complesse

Prima di capire la differenza tra queste due categorie di emozioni è importante specificare che ognuno di noi, anche se a livelli e intensità diverse, le prova. Fanno parte del nostro sentire e in quanto tale appartengono a ognuno di noi.

Quando si parla di emozioni semplici o primarie, si intendono tutti quei sentimenti innati, che caratterizzano qualsiasi popolazione. E che proviamo in modo automatico dal momento in cui nasciamo. Pensiamo per esempio a un bambino che assaggia per la prima volta un sapore che non gli piace e all’espressione di disgusto che ne consegue in modo involontario.

Queste emozioni, per cui non serve autoconsapevolezza, sono la gioia, la tristezza, la paura, la rabbia, il disgusto e la sorpresa.  Emozioni base, quindi, che si manifestano a seconda dello stimolo ricevuto in modo più o meno intenso.

Nel caso delle emozioni complesse o secondarie, invece, quello che accade è una sorta di mescolanza tra stati d’animo diversi. Veicolati e creati anche dal contesto sociale e culturale di appartenenza e dall’educazione ricevuta. Oltre che dal grado di introspezione e dal concetto che una persona ha di sé. Tra queste ci sono emozioni come il senso di colpa, la vergogna, l’invidia, la rassegnazione, la nostalgia, ecc., ovvero degli stati d’animo appresi e/o il prodotto della combinazione di diverse emozioni primarie.

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Di fatto, quindi, se per quelle primarie è tutto molto più naturale, innato e inconscio, per le emozioni complesse molto dipende dall’influenza sociale subita da chi le prova.

Comprendere e gestire le emozioni

Proprio per questo è importante imparare a comprendere ciò che si prova. In modo da conoscere e gestire i propri stati d'animo una volta che si presentano.

Nonostante siano tutte adattive e che quindi permettano di adattarsi all’ambiente circostante, e nonostante sia possibile imparare a controllarle e gestirne le reazioni a prescindere dal fatto che siano semplici o complesse, soprattutto nel caso di queste ultime è possibile "liberarsene". In che senso? Se si prova un’emozione complessa negativa e se si comprende che questa è il frutto di pensieri indotti, costrutti sociali o dell’ambiente culturale in cui si vive, è possibile agire su questi aspetti e su ciò che si è appreso ma che è lontano da noi. Sradicando la radice stessa dell’emozione vissuta e imparando a vivere più leggeri di fronte agli stimoli che l’hanno generata.

Il tutto lavorando su se stessi, sul proprio sentire e sul modo di approcciarsi a ciò che esiste al di fuori di  noi. Vivendo più serenamente e diventando padroni di ciò che si prova.

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