Che effetti ha sulla nostra salute mentale l'iper connessione? In occasione dell'Internet Safer Day, che ricorre il 6 febbraio, approfondiamo questo tema.
Il contesto in cui viviamo al giorno d’oggi è fortemente caratterizzato da un’ampia diffusione dell’uso di Internet e dei social media. Del resto la connessione Internet è ormai diventata uno strumento fondamentale per tantissime attività della nostra vita, e molti di noi sono costretti a farne un uso massivo anche per motivi lavorativi. Oltre a ciò si aggiunge il fatto che trascorriamo connessi (generalmente sui social) gran parte del nostro tempo libero. Le piattaforme online sono anche il luogo dove concentriamo gran parte delle interazioni sociali. Ma quali sono gli effetti a breve e lungo termine sulla nostra salute mentale e sul nostro benessere generale? Ecco cosa ci h spiegato Martina Migliore, psicoterapeuta e Direttrice Formazione e Sviluppo del Centro medico per il benessere online Serenis.
VEDI ANCHE LifestyleStai esagerando con i social? Questi sono i segnali da non sottovalutareL'incidenza dell'iperconnessione nella fascia 20-30 anni
"Il fenomeno dell'iperconnessione, spesso preso in considerazione tra i giovani, in realtà è presente anche in tutta la popolazione adulta: secondo il Report digital 2021 che prende in considerazione solo la popolazione adulta, dai 18 ai 65 anni, il 92% degli italiani è connesso ogni giorno a internet. La maggior parte dispone di ben due contratti telefonici, il 60% è connesso ai social e il tempo di permanenza giornaliera solo su essi sfiora le 2 ore.
Ad oggi l’essere connessi, o avere un qualunque accesso a internet è praticamente una necessità, e non direi che costituisce un problema di per sé. Il vero problema sta nella dipendenza da internet, che porta ad associare alla disconnessione veri e propri sintomi da astinenza: angoscia, panico, ansia estrema etc."
Ci sono effetti sulle capacità cognitive?
"La grandissima ricchezza di stimoli incrociati esistenti in modo ormai del tutto naturale nei siti web e nelle modalità di “scroll” dei social, fa si che ci sia una vera e propria sovrastimolazione delle nostre risorse attentive ed una spinta al multitasking, per il quale il nostro cervello non sarebbe portato. Il tempo medio di attenzione si è ridotto moltissimo nel corso degli anni, e si attesta ora intorno ai 7 secondi, oltre i quali l’abitudine ad essere “catturati” da un altro stimolo si fa molto elevata. Non è un caso che siano molto pubblicizzate attualmente applicazioni per rendere gli smartphone “minimal”, eliminando notifiche, internet e distrazioni per un tempo definito: è come se avessimo bisogno di un elemento esterno di controllo e guida nella nostra gestione di internet."
Gli effetti sulle attitudini emotive e relazionali
"L’abitudine a condividere ogni aspetto della nostra emotività a distanza, tramite i social, rischia di
renderla meno reale e autentica. Ormai è frequente osservare persone che scorrono video e notizie
sullo smartphone stando fianco a fianco, in auto, al ristorante, in casa. La tecnologia ci ha permesso
di mantenere i nostri contatti importanti durante le restrizioni della pandemia, e più in generale
permette di restare in contatto e conoscere persone molto lontane fra loro. Tuttavia, la conoscenza
reale non dovrebbe mai venir messa da parte: confrontarsi direttamente facilita l’espressione delle
proprie opinioni e della propria emotività, anche attraverso un conflitto ad esempio. La
comunicazione sui social, invece, tende ad essere unidirezionale e spesso distruttiva purtroppo."