Il significato di empatia è alla portata di tutti, ma non sempre riusciamo ad afferrarlo. Come leggiamo nel dizionario Treccani empatia significa "Capacità di porsi nella situazione di un'altra persona". Non si tratta quindi solo di immedesimarsi, ma di entrare in quelli che sono i sentimenti dell'altro, accogliendoli.
Per capire meglio, sinonimo di empatia sono "immedesimazione" e "identificazione", ci si riferisce insomma a un vero e proprio mettersi nei panni dell'altro. Può aiutarci anche scoprire l'etimologia di empatia: deriva dalle due parole greche en (dentro) e pathos (sentimento). Il contrario di empatia è invece "incomprensione".
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Perché è importante parlare di empatia e capire di cosa si tratta per metterla in pratica? L'empatia è una capacità umana fondamentale nei rapporti interpersonali, e quindi nella vita quotidiana. Si tratta di un'attitudine che ci permette di coltivare le relazioni in modo positivo, cosa che sul lungo periodo è davvero importante per la salute mentale nostra e delle persone che amiamo. In questo articolo procediamo ad approfondire il concetto di empatia, e come possa giocare un ruolo fondamentale nella nostra vita.
Significato di empatia
L'empatia rappresenta un'attitudine che per molte persone è assolutamente naturale. Non è semplice da spiegare, se non attraverso alcuni esempi di comportamenti empatici. Dipende molto dall'esperienza e potrebbe essere facilmente racchiusa nella frase "Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te".
Questa frase l'abbiamo sentita molto spesso. Per semplificare, si potrebbe indicare la definizione di empatia come la capacità di metterci in connessione con gli altri, sentire quello che provano e immedesimarci nei loro sentimenti, e poi comportarci di conseguenza. È un po' come quanto ti commuovi davanti a un film.
VEDI ANCHE LifestyleCome si fa a capire se sei davvero una persona empatica?L'empatia è inoltre una condizione istintiva, perché si collega direttamente al nostro vissuto. Empatia è indossare l'abito di un altro per capire cosa sta provando. Da qui, deriva il modo di dire "mettersi nei panni degli altri", che definisce in modo perfetto questo fenomeno, e che dovrebbe essere in teoria abbastanza naturale da mettere in pratica.
Lo spiega bene Martin Hoffman, docente di psicologia dell'Università di New York, secondo il quale l'empatia si svilupperebbe secondo tre componenti:
- affettiva
- cognitiva
- motivazionale.
Si riferiscono a diverse fasi della vita e, la prima, parte proprio dalla nascita.
Le tre fasi dell'empatia secondo Hoffman
Andiamo allora a vedere quali sono le fasi dell'empatia individuate da Martin Hoffman.
La componente affettiva è la prima a svilupparsi e riguarda soprattutto i neonati. È una reazione istintiva agli stati emotivi e si manifesta senza che intervenga la ragione. Se chi mi sta intorno è triste, allora divento triste. Se gli altri sono felici, allora lo sono anche io. Basti pensare agli scambi tra la mamma e il bambino: i piccoli si lasciano facilmente contagiare dalle emozioni.
L'empatia cognitiva è invece successiva e riguarda l'età dello sviluppo. In questo caso, si è già in grado di dare un nome alle emozioni oltre che capire quello che stanno provando gli altri. Si rafforza con la conoscenza dell'altro, con l'esperienza e con la capacità di riconoscersi nei sentimenti degli altri.
In ultimo, cresce e si delinea la componente motivazionale che riguarda il desiderio di aiuto che sorge quando ci interfacciamo con un'esperienza empatica. Poter fare qualcosa per l'altro ti fa stare bene e allontana il senso di colpa, quello invece tipico di chi osserva le situazioni con distacco.
Empatia e intelligenza emotiva
Empatia e intelligenza emotiva sono strettamente connesse, e combinate sono due capacità che migliorano la qualità delle nostre relazioni e quindi della nostra vita. Per intelligenza emotiva si intende proprio un tipo di intelligenza legata alle emozioni: vuol dire saper riconoscere le emozioni nostre e degli altri, e di conseguenza saperle gestire nella costruzione di rapporti significativi e appaganti. Insomma: avrai capito che empatia e intelligenza emotiva sono due concetti fortemente interconnessi, e senza l'una non può esserci l'altra e viceversa.
I tempi di sviluppo dell'empatia sono molto rapidi. Insorge, infatti, nella più tenera età e si rafforza tramite il rapporto con i genitori. Diventa così una capacità che si rinsalda se viene favorita dal contesto in cui si nasce. In questo modo, si avrà certamente la possibilità di vivere delle relazioni felici e appaganti.
Laddove non si abbia questa opportunità, invece, ecco che l'empatia viene a mancare perché le figure di riferimento non sono state in grado di trasmettere questa capacità. Le relazioni diventano così difficili da mantenere e da gestire,
VEDI ANCHE LifestyleQuando il sesso ti coinvolge “troppo”: pro e contro dell’empatia sessualeEmpatia ed intelligenza emotiva non vanno quindi sottovalutate e sono importantissime, perché permettono di avvicinare le persone e di avere con loro un rapporto sano. Permettono di comprendere i sentimenti degli altri e calibrare il nostro comportamento in base a quello che potrebbe ferirli o, al contrario, renderli felici. L'empatia è quindi il collante della vita sociale, quella che mantiene salde le relazioni.
L'empatia è fondamentale e non solo per lo scambio con le altre persone ma anche per rafforzare quello con noi stessi. Imparare ad ascoltarsi non è poi così scontato: conoscerci è infatti il primo passo per avere un rapporto sano con gli altri.
Esempi di empatia: cosa fanno le persone empatiche
Come abbiamo spiegato, l'empatia insorge già dai primi giorni di vita. La mamma riesce così a intercettare i bisogni del suo bambino, garantendo la sua presenza, permettendo al piccolo di sentirsi bene. Se questa manca, allora i suoi bisogni affettivi non trovano riscontro e soddisfazione, facendolo crescere come frustrato e incompreso.
Le persone empatiche, inoltre, sono molto intuitive rispetto a tutto quello che le circonda, oltre a percepire i dettagli con facilità. Non si tratta, quindi, solo di sentimenti ma anche di un'abilità a riconoscere i comportamenti degli altri. Sanno riconoscere, ad esempio, se qualcuno sta mentendo o nascondendo qualcosa, o anche se l'altra persona si sta sentendo ferita o offesa da un loro comportamento.
Non solo chi è empatico sente quello che provano quelli che gli stanno vicini ma, a sua volta, è in grado di provare delle emozioni molto forti. Ha una sensibilità spiccata ed è capace di stare bene anche da solo. Le persone empatiche riescono infatti a connettersi meglio con quello che sentono.
Attenzione, però, questo non significa che per gli empatici sia tutto più semplice. Anzi, potrebbero recepire il mondo come molto complicato. Sanno lottare per una società migliore, per se stessi e per gli altri. Sanno gioire con molta facilità. Grazie a questa loro capacità, sono in grado di liberarsi dalle emozioni costrittive e vedono il mondo con occhi sinceri, senza preconcetti o sovrastrutture.
Come sviluppare empatia?
Come abbiamo visto la maggior parte delle persone sviluppa un buon grado di empatia a partire dalla prima infanzia, e continua a farlo lungo le numerose esperienze della vita, semplicemente agendo in un certo modo nei vari contesti. Ciò non toglie che il grado di empatia può essere molto diverso da persona a persona, e su questo è possibile operare una certa autoanalisi. Ma esiste un modo per sviluppare l'empatia? Lungi dal dare una vera e propria ricetta, possiamo dire che se giungiamo alla conclusione che potremmo lavorare su noi stessi per essere un po' più empatici, i nodi principali su cui concentrarci concretamente possono essere i seguenti:
- Mettersi nei panni degli altri
Prova a vare questo sforzo di immaginazione, e pensa "come mi comporterei adesso al posto di questa persona?". Si tratta di un'esercizio tutt'altro che sterile, che può allargare i nostri orizzonti.
Imparare a mettere in pratica la comunicazione empatica e ad ascoltare gli altri migliora le nostre relazioni, ed è molto importante cercare di evitare il giudizio, e piuttosto impegnarsi per capire davvero come si sente l'altro, e perché si sta comportando in un certo modo.
- Praticare la gentilezza
Spesso non costa nemmeno un grande sforzo, e può cambiare da così a così il rapporto con qualcuno: la gentilezza è senz'altro un modo per abbracciare il vissuto di chi hai vicino. Può essere utile sforzarsi di compiere almeno un gesto gentile al giorno, anche se non strettamente necessario.
- Fare domande
Interagire con gli altri ci porta a conoscerli meglio e a entrare in connessione più facilmente. Si parte da un semplice come stai per far capire all'altro che ci interessa cosa gli sta succendendo.
- Cambiare punto di vista
Ognuno di noi ha i suoi pregiudizi, è normalissimo e non c'è nulla di male. Tuttavia diventare più consapevoli dei nostri bias cognitivi è qualcosa che può cambiarci la vita, e per farlo cambiare punto di vista, a cominciare dal cercare di capire il punto di vista di chi abbiamo vicino, può essere molto formativo.
VEDI ANCHE LifestyleChi è il “Dark Empath” e perché può essere pericolosoMancanza di empatia
Abbiamo visto quanto sia fondamentale l'empatia nella vita quotidiana, e anche quanto sia un'inclinazione spontanea, naturale, e che si costruisce sin dalla prima infanzia. Ma quindi perché esistono persone non empatiche a più livelli? Come riconoscere chi ha una totale mancanza di empatia?
Cominciamo col non generalizzare e soprattutto non condannare nessuno. L'empatia non è una coccarda, ma più una capacità che può essere esercitata a più livelli, e che può essere addirittura allenata. Non tutti abbiamo lo stesso grado di empatia, e chi è meno empatico non è per forza un criminale.
Solitamente le cause della scarsa empatia possono essere rintracciate negli anni dell'infanzia: semplificando molto possiamo dire che un bambino che non riceve empatia dai genitori tende a riproporre questo comportamento. A ciò possiamo aggiungere il fatto che la mancanza di empatia può essere un tratto di alcune patologie come il narcisismo, la schizofrenia e il disturbo borderline. Ricordiamo che si tratta di patologie serie, che in quanto tali vanno diagnosticate da uno specialista. In altre parole, meglio non avventurarsi in sentenze di questo tipo quando semplicemente abbiamo a che fare con qualcuno che ci tratta con insensibilità.
Pur senza arrivare alla patologia, esistono moltissime persone poco empatiche, la cui mancanza semplicemente si traduce in un carattere egoista e poco attento alle esigenze degli altri. Sta a noi - tramite la nostra intelligenza emotiva - saper gestire i rapporti con queste persone, e nel caso interrompere l'eventuale relazione che risulti per noi dannosa.
Empatia e salute mentale
L'empatia è importante per la salute mentale perché ci permette di comprendere gli altri e di creare relazioni significative, che ci arricchiscono. Questo ci permette di sviluppare una maggiore comprensione e rispetto degli altri, e di creare relazioni più sane e gratificanti.
Inoltre, l'empatia può aiutare a ridurre lo stress e l'ansia. Quando siamo empatici verso gli altri, siamo in grado di prenderci cura di loro e di offrire loro supporto, rendendo più solido il rapporto. In questo modo l'empatia può anche ridurre la solitudine e aumentare il senso di appartenenza e di connessione sociale, che sono importanti per la salute mentale.
Infine, l'empatia può aiutare a sviluppare l'autocompassione e la gentilezza verso noi stessi (ossia l'autoempatia). Quando siamo empatici verso gli altri, possiamo anche essere più comprensivi e gentili con noi stessi, il che può aiutare a ridurre la critica interna e l'autogiudizio. Trattare se stessi con compassione, senza fustigarsi per gli errori fatti, è proprio il segreto per affrontare in modo più sereno e proattivo anche i momenti più difficili, che possono mettere a rischio la nostra salute mentale.
In sintesi, l'empatia è importante per la salute mentale perché aiuta a creare relazioni significative, ridurre lo stress e l'ansia, aumentare il senso di connessione sociale, e sviluppare l'autocompassione e la gentilezza verso noi stessi.
Domande e risposte
Inoltre generalmente risultano molto carenti di empatia persone affette da specifiche patologie come la schizofrenia e il disturbo bipolare.