Se non hai familiarità con il termine family of choice sei nel posto giusto; tuttavia, è molto probabile che tu sappia già di cosa di tratta per sommi capi. Del resto è un concetto molto diffuso, specialmente nella comunità LGBTQ+, dove purtroppo la famiglia di sangue non è sempre disposta ad accoglierci così come siamo.
Ti sei mai posta la questione di chi sia la tua vera famiglia? La storia della “famiglia scelta” è lunga e complessa, ma non è niente di nuovo ed esiste da secoli. Secoli in cui le persone che non riuscivano ad essere accettate dalla società dovevano unirsi per sopravvivere insieme e condividere amore, fiducia e rispetto.
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Se non hai familiarità con il concetto di famiglia scelta e preferisci fartene un’idea da sola, ti consigliamo di guardare il film Paris is burning o di seguire la serie Pose, su Netflix. Queste pellicole ti danno un’idea dell’importanza paracadute di una famiglia scelta che non è per forza quella che proviene dai tuoi congiunti.
Del resto, cosa fai quando tutto attorno a te crolla? Cosa fai quando i tuoi consanguinei non riescono ad accettare la persona che sei? Come sopravvivi a una famiglia tossica? Te ne vai, ma non per rimanere sola. L’essere umano è un animale sociale e ci sono tante persone là fuori che vivono una vita molto simile alla tua. Col tempo le troverai e saranno loro, forse, a diventare la tua famiglia. La famiglia scelta, o la family of choice.
Il concetto di famiglia scelta è molto antico e non deriva necessariamente dalla queer culture, ma in poco tempo è stato associato ad essa. Non ce ne stupiamo. Anzi, se pensiamo alla family of choice, oggi, ci vengono in mente gli Harlem Drag Balls, antenati delle ballroom dove le persone queer potevano incontrarsi in un luogo sicuro (un safe space) per sperimentare e sovvertire i generi senza incappare nel giudizio della società.
Dentro il contesto dei Drag Balls germogliava quello della family of choice, ovvero santuario dove tutto era concesso, con la consapevolezza che all’interno di questi spazi le persone offrivano sicurezza, supporto, incoraggiamento e punti di riferimento senza chiedere nulla in cambio. Somiglierebbe proprio a una famiglia, eh? Se non hai mai sentito parlare della House of Xtravaganza o la Royal House of LaBeija e ti interessi di famiglia scelta, devi assolutamente rimediare. Ma procediamo con ordine.
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Cos’è una family of choice
Una famiglia scelta non è formata da parenti, ma da persone che si sono aggregate volontariamente, accomunate da idee o vite simili, per educarsi, sostenersi e darsi conforto a vicenda. Non saranno legate da vincoli parentali, ma a legarle è stata la vita. La famiglia scelta, pur non avendo una struttura definita, è pensata per essere aperta, libera e inclusiva. Il suo scopo è quello di unire e dare sostegno alle persone che sarebbero normalmente rifiutate dalla società e dalle loro famiglie di sangue.
VEDI ANCHE LifestyleTutti i modi per essere dei validi alleati della comunità LGBTQIA+In alcuni casi, la famiglia scelta era caratterizzata dalla presenza di figure rilevanti dal punto di vista dell’età, più esperte o più inclini a prendersi cura delle altre. Ecco che diventa piuttosto comune la comparsa di una “madre”, come avveniva per esempio nel caso della cultura drag (la così detta drag mother). La creazione di ruoli come “madre” o “padre” non era finalizzata a ricostruire la famiglia standard, quanto più a creare un senso di familiarità e appartenenza tra i membri della famiglia.
Il concetto di famiglia scelta cambia col tempo e con le necessità dei membri che la popolano. È in costante evoluzione, unica e soggettiva. Nasce per bisogno, e col tempo si trasforma in un modo per integrare le persone in un ambiente più tollerante e di supporto.
Le famiglie scelte vivono spesso sotto lo stesso tetto e sono finanziariamente solidali, contribuendo alle spese e alla creazione di un sistema paracadute per i membri più deboli. Attraverso gli aspetti pratici, la family of choice unisce, e insegna i valori della fiducia e del rispetto a chi non ha avuto il privilegio di riceverli nella sua famiglia di sangue.
Una famiglia per tutti, per sempre
La famiglia “tradizionale” è quella che, a livello legale, è formata da una moglie, un marito e la prole. È più che normale che questa definizione così retrograda e scritta nella pietra sia contestata dalla comunità LGBTQ+, la quale non sente di appartenere necessariamente a queste convenzioni sociali.
Davanti ai limiti in apparenza inamovibili della famiglia tradizionale, incisa nella pietra del tradizionalismo perché sì, le persone queer hanno deciso di ricavarsi il loro spazio, ricostruendo dalla tolleranza e dall’accettazione la loro idea di famiglia di origine o di crescita.
In questi luoghi vi è spazio per tutti. Dai giovani che, dopo il coming out, hanno sentito di non appartenere più alla loro vita “precedente”, che si sono sentiti emarginati e tagliati fuori da una società che non li capisce fino infondo, per quanto si sforzi, e che senza volere li spinge sull’orlo del baratro, a esporsi a rischi inutili. Alle persone più mature, che hanno già attraversato i tumulti della gioventù e possono porsi come guida per i più giovani. Non solo: l’invecchiamento comporta un aumento di necessità pratiche e sociali che normalmente verrebbero sbrigate da una famiglia. Nel caso della family of choice, saranno i più giovani a dare assistenza ai più maturi, proprio come un figlio farebbe con i propri genitori.