Perché è bene che il passato rimanga nel passato? È vero, oggi siamo le persone che siamo grazie alle esperienze che abbiamo vissuto, ma restare ancorati al passato non è la scelta migliore per vivere la nostra vita.
Anche se a volte capirlo può non essere semplice, perché tra nostalgia e malinconia le esperienze passate ci sembrano quasi dolci e romantiche da rivivere, ci sono dei motivi per cui è bene che rimangano indietro. Vediamoli.
Non siamo le stesse persone di ieri
Che ne siamo consapevoli o no, in quanto esseri umani, cambiamo continuamente: ce lo ha dimostrato l’emergenza sanitaria, che ha modificato le nostre abitudini e i nostri comportamenti quotidiani. Abbiamo cambiato modalità di socializzazione, di fare acquisti, di lavorare, di vivere la nostra casa. È stato un cambiamento radicale, non abbiamo avuto scelta, ma anche in periodi di non emergenza cambiamo di continuo.
Lo facciamo perché cambiano le circostanze, le persone con le quali interagiamo, le esperienze che facciamo. Per esempio, quando passiamo dallo studiare al lavorare, quando conosciamo nuove persone, quando decidiamo di praticare uno sport. Ogni volta cambiamo un po’. Ma se ci ostiniamo a viaggiare indietro nei ricordi, se restiamo legati al passato, sprechiamo le opportunità che il “qui e ora”, il presente, ci offre.
Il passato può oscurare la bellezza del presente
Siamo così concentrati a ricordare specifiche esperienze già vissute, a soffrire per ciò che avevamo ma che non tornerà più, che trascuriamo la bellezza di ciò che potrebbe accaderci oggi.
Quando viviamo nel passato, è molto probabile che non ci rendiamo conto di quello che succede intorno a noi, perdendoci così numerose occasioni di migliorare la nostra vita attuale.
Perché ci ostiniamo a vivere nel passato?
I motivi per cui ci ostiniamo, anche inconsapevolmente, a vivere nel passato sono molteplici. I più noti sono:
- la nostalgia dell’adolescenza o della giovinezza;
- un trauma;
- una posizione sociale acquisita che poi si è persa;
- un amore finito dal quale non si riesce a liberarsi.
Tutti prima o poi nella vita viviamo una o più di queste esperienze. È di fondamentale importanza, però, capire se la nostalgia per il passato è un sentimento intermittente oppure una vera e propria ossessione, che non ci consente di vivere la vita presente ma ci obbliga a restare insistentemente nel passato.
Gli indizi per capire se viviamo aggrappati al passato
Ci sono alcuni indizi che possono aiutarci a capire se la nostra nostalgia del passato è sana oppure sta diventando un problema serio. Eccoli:
- avere paura di continuo di affrontare situazioni nuove e mai vissute prima;
- non sapere mai che cosa fare quando si presentano delle occasioni che sono con evidenza vantaggiose per la nostra vita;
- ritornare in continuazione su un dettaglio, su un episodio vissuto nel passato, tanto da sognarlo o averne gli incubi;
- idealizzare sempre situazioni o persone del passato, come se non avessero avuto nessun aspetto negativo in assoluto;
- tornare sempre al passato con la mente, ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, e non riuscire a vivere il presente né col pensiero, né con le relazioni.
Tutti questi segnali indicano con chiarezza che abbiamo paura del presente: abbiamo paura di fare scelte sbagliate, di poter vivere imprevisti inaspettati, ci sentiamo inadeguati.
Così ci aggrappiamo al passato, che sentiamo come la parte più bella della nostra vita, e quando ci pensiamo non consideriamo mai le circostanze negative che comunque abbiamo vissuto, ci sembra tutto perfetto, meraviglioso, senza problemi, al contrario del presente. Quanti di noi si sentono o si sono sentiti così nella vita?
La soluzione
La buona notizia, però, è che c’è una soluzione per evitare di restare aggrappati al passato. Non possiamo né dobbiamo cancellare il nostro passato: è grazie a tutto ciò che abbiamo vissuto che oggi siamo le persone che siamo.
Quello che possiamo (e dobbiamo) fare, invece, è aprirci al futuro: smettere di avere paura delle circostanze sconosciute, buttarci in situazioni mai vissute, e non importa se sbagliamo. Dobbiamo provarci. E se sbagliamo, diamoci una pacca sulla spalla, facciamoci una risata e proviamoci ancora.
Quello che a volte perdiamo di vista è il fatto che siamo tutti uguali: non c’è un essere umano al mondo che non abbia sbagliato almeno una volta nella vita. Sbagliare fa bene. Gli errori ci consentono di comprendere quali sono i comportamenti, le situazioni o le parole che è meglio evitare.
In questo modo, la prossima volta che ci troveremo ad affrontare la stessa circostanza, saremo in grado di gestirla e il nostro sarà un successo.
Chiediamo aiuto
Un’ultima cosa: se abbiamo la consapevolezza di vivere costantemente nel passato e, nonostante questo, non riusciamo a rivolgere la nostra attenzione al presente e al futuro, ci sentiamo del tutto impotenti e non riusciamo a uscire da questa situazione in nessun modo, allora la cosa da fare è incontrare un professionista che ci aiuti a trovare il modo per superare questo blocco e rompere definitivamente con il nostro passato.
Per richiedere informazioni e prenotare una seduta con un professionista basta andare dal proprio medico di base, farsi fare una impegnativa e poi telefonare all’azienda sanitaria regionale (per esempio in Lombardia si chiama ATS, altrove ASL) e prenotare un appuntamento. I numeri di telefono delle aziende sanitarie regionali sono facilmente reperibili online.