Per molti potrebbe sembrare un atteggiamento saggio, un approccio lungimirante e analitico alle scelte: valutare tutte le opzioni a disposizione prima di prendere una decisione. Per alcuni, però, l’esistenza di opzioni differenti e l’impossibilità a prevedere prima quale sia la migliore e quali saranno le conseguenze può provocare uno stato di ansia e stress di cui è difficile liberarsi. Una condizione che da qualche tempo ha un nome ben preciso, e cioè “Fobo”, letteralmente “Fear of better option”, “la paura dell’opzione migliore”.
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A coniare l’acronimo Fobo è stato Patrick McGinnis, l’autore americano che ha inventato anche il termine Fomo, la “Fear of missing out”, la “paura di non vivere al massimo” ed essere tagliati fuori di cui ha ammesso di soffrire anche la grintosissima bassista dei Maneskin, Victoria De Angelis. La Fobo, spiega McGinnis, è la “sorella cattiva della Fomo che può rovinarvi la vita”.
Per l’autore, la Fobo «impedisce di impegnarsi in qualsiasi scelta nel caso in cui si presenti un'altra opportunità apparentemente migliore. Di conseguenza ci si ritrova ad allungare i processi decisionali, per decisioni grandi o piccole, il più a lungo possibile, scegliendo all’ultimo minuto ciò che funziona meglio per sé, senza considerare gli effetti che il proprio comportamento ha su coloro che sono influenzati dall’indecisione».
Per McGinnis, la Fobo può presentarsi di fronte alle scelte più disparate: un nuovo modello di smartphone, un paio di scarpe, la meta per le vacanze, la posizione lavorativa, come trascorrere il venerdì sera
E a differenza della Fomo, che è quasi sempre involontaria, la Fobo invece si manifesta con intenzione. Un’intenzione ben precisa, che è quella di non fare una scelta, ma di attendere per prendere la decisione.
Quali sono i sintomi della Fobo
I segnali da tenere d’occhio per capire se si soffre di Fobo (o se si ha a che fare con qualcuno che ne soffre) sono specifici e facilmente riconoscibili, soprattutto se si ripropongono ogni volta che ci si trova davanti a una scelta. Si va dal rifiuto di accontentarsi delle opzioni che si hanno di fronte in un determinato momento, rimandando la decisione, al mettersi al primo posto senza tenere conto delle esigenze altrui, dall’attesa per avere a disposizione più opzioni prima di procedere al vivere costantemente nel “forse” o nel “ti faccio sapere”.
Alcune persone che soffrono di Fobo tendono anche a scomparire quando si tratta di finalizzare i piani, o a cancellarli all’ultimo secondo nel caso in cui all’orizzonte comparisse un’opzione migliore
Non si tratta dunque della classica indecisione che coglie un po’ tutti a domande come “cosa fai a Capodanno” o “dove andiamo a cena stasera”, ma di un sistematico prendere tempo davanti alla necessità di fare una scelta e del farsi prendere dall’ansia di analizzare tutti i possibili scenari, anche sino all’ultimo minuto, per essere certi di compiere la migliore decisione possibile. E poco importa che tergiversare possa avere conseguenze sugli altri, o anche su se stessi.
VEDI ANCHE LifestyleChe cos’è la sindrome del papavero e come affrontare chi ce l’haLe conseguenze della Fobo (e come evitare che prenda il controllo)
Per McGinnis le conseguenze della Fobo sono principalmente sociali. Più è la paura di mancare l’opzione migliore a comandare le scelte, più questa indecisione cronica (e intenzionale) diventa parte della personalità e si radica, permeando molti aspetti delle relazioni personali e lavorative. E via via che si radica, spiega ancora l’autore, le persone inizieranno ad accorgersi di questo atteggiamento e tenderanno a fidarsi meno e, magari, a prendere le distanze. A questo si aggiunge il malessere e lo stress generati dall’arrovellarsi per giorni sulla stessa cosa, in cerca di un’opzione migliore che potrebbe non presentarsi mai.
Per evitare che la Fobo prenda il controllo, dunque, il primo passo è accorgersi di soffrirne. Se siete persone che rimandano sempre la decisione e analizzano tutte le altre opzioni disponibili, che si tratti di scegliere il drink all’aperitivo o di valutare la nuova offerta di lavoro, è bene fermarsi un attimo e capire che cosa c’è alla base dell’eterno tentennamento.
I consigli per gestire la Fobo e trarne il meglio
Una cosa molto importante da tenere a mente, poi, è che è impossibile raggiungere la perfezione: nessuna scelta si rivelerà perfetta al 100%, e c’è sempre la possibilità che si riveli un errore anche se apparentemente sembrava la migliore.
È impossibile avere il controllo in anticipo su ciò che accadrà, ma si possono gestire le conseguenze delle proprie scelte nel migliore dei modi, a patto che le decisioni vengano prese
Bene dunque prendersi del tempo per valutare le conseguenze delle proprie scelte e analizzare i vari scenari, ma stabilendo quali sono i requisiti fondamentali che una determinata opzione deve avere per essere scelta. Stabiliti i pilastri, sarà più facile prendere una decisione senza troppi retropensieri.
C’è poi chi tergiversa ed esita nel prendere decisioni per timore di dire no. Sono quelle persone che tendono ad aspettare per capire se è possibile accontentare tutti, o quantomeno non scontentare nessuno. La capacità di dire “no” è però una capacità che si apprende praticandola, e non innata. Per liberarsi della Fobo, dunque, può essere utile “esercitarsi” a dire piccoli “no” quando si capisce che l’opzione che si presenta, o l’opportunità che viene offerta, non è nelle nostre corde. E che difficilmente questa condizione cambierà.
Anche fare una lista di pro e contro delle singole opzioni può aiutare: vederle su carta aiuta a riportare ordine nella mente, a schematizzare e a scartare quelle opzioni che inizialmente potevano sembrare valide alternative, ma che arrivano sulla scena semplicemente perché esistono. A questo va accompagnata la consapevolezza che in molti casi la Fobo è una manifestazione della paura del cambiamento, perché molto spesso scegliere comporta un cambiamento nello status quo, e non tutti sono pronti ad affrontarlo. Ritrovarsi bloccati sulle decisioni, e rimanerci troppo, potrebbe bloccare anche il cambiamento, che quando si presenta è quasi sempre fisiologico perché riflette esigenze interne di cui non sempre si è consapevoli. Ascoltare la propria paura, dunque, e non tentare di tenerla a bada per silenziarla, è importante per capire che cosa la provoca e uscire dall’impasse.
L’ultimo consiglio condiviso da McGinnis è poi quella che lui stesso definisce “la regola d’oro”. Ovvero, trattare gli altri come si vorrebbe essere trattati dagli altri
Il che significa ricorrere all’empatia, e cercare di capire come l’esitazione e il calcolo delle migliori opzioni possa riflettersi sulle persone che ci stanno intorno, e potenzialmente danneggiarle. In questo modo si prende, dalla Fobo, l’aspetto positivo, superando quello negativo.