E se bastasse un glimmer per essere felici? Vi sarà capitato, infatti, soprattutto se siete soliti stare sui social, di imbattervi in questo termine, che significa letteralmente “barlume”. Una parola che, in psicologia, va a indicare tutto ciò che può scatenare e attivare delle sensazioni piacevoli e che, in un modo o nell’altro, fanno sentire al sicuro chi le prova.
Esattamente l’opposto di ciò che viene comunemente definito come trigger, ovvero quell'insieme di fattori che vanno a scatenare ricordi traumatici ed emozioni “negative”.
VEDI ANCHE LifestyleL’energia emotiva è alla base del nostro benessere: impariamo a gestirla cosìGlimmer e trigger: cosa sono
Glimmer e trigger sono due concetti comparsi per la prima volta all’inizio degli anni ’90, all'interno della teoria polivagale sviluppata dal dottor Stephen Porges. Dopo di lui, Deb Dana (medica e docente specializzata in traumi complessi) riprese i concetti di trigger e glimmer, affermando che l’aver vissuto un trauma ci modella, portandoci all’essere più propensi ad autoproteggerci piuttosto che a sviluppare connessioni esterne.
Un atteggiamento che porta ad essere costantemente in uno stato di sopravvivenza, impedendo quindi di vivere attivamente. In tutto ciò, i trigger, agiscono attivando il nostro sistema nervoso simpatico o il ramo vagale dorsale del sistema nervoso parasimpatico, portando a uno stato di ipervigilanza.
I glimmer, invece, sono collegati al sistema vagale ventrale, permettendo al soggetto di rimanere ben connesso a se stesso e provocando una sensazione di sicurezza, modificando anche la prospettiva con cui si guardano e vivono le cose. Ma cosa sono in concreto i glimmer? E come trovarli?
Dove trovare i glimmer
Se si vuole rispondere a questa domanda, si potrebbe dire che i glimmer non sono altro che stimoli esterni che provengono dall’ambiente che ci circonda, da ciò che si vede, sente o vive, dai sapori agli odori, dai colori ai luoghi in cui ci si trova.
Così come possono essere anche emozioni che si vivono internamente nel momento stesso in cui si entra in connessione con qualcun altro, sia che questo avvenga con consapevolezza sia che lo si viva inconsciamente, attivando una sensazione positiva che provoca benessere e che fa stare bene chi la vive. E migliorando il proprio stato di benessere interiore, facendo sentire al sicuro chi è entrato in contatto con il “suo” glimmer personale.
VEDI ANCHE LifestyleConoscere la gerarchia dei bisogni per migliorare il nostro benessere mentaleTenere un “diario dei glimmer” per il proprio benessere
Proprio per queste ragioni, tenere un resoconto dei glimmer e delle esperienze positive che si vivono (fosse anche accarezzare il proprio gatto, fare sport, concedersi del tempo per leggere, bere una tazza della nostra bevanda calda preferita, ecc.), può essere di grande aiuto per la propria salute mentale.
Per il mantenimento del proprio benessere interiore, e per imparare anche a riconoscere i glimmer nella vita quotidiana, focalizzando lì la propria attenzione. E imparando anche a bilanciare trigger e glimmer, permettendosi di aumentare i secondi e raggiungendo uno stato di pieno e duraturo benessere. Per curarsi dentro con piccoli assaggi di benessere costanti e diventare padroni di ciò che si prova e di come si vive.
Insomma, parlando di glimmer ciò che tutti dovremmo fare è una ricerca di tutte quelle bellissime e piccole sensazioni che, giorno dopo giorno, ci permettono di innescare dentro di noi magnifiche sensazioni di gioia, benessere e sicurezza. Vivendole a pieno, con consapevolezza e in pace, per portarle sempre dentro di noi e godere di uno stato di positività duraturo e diffuso a ogni livello.