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Che cos’è la golden hour e perché ci aiuta a gestire i traumi

golden hour
14-03-2024
Ecco cos'è la golden hour e perché, dopo un dolore o un trauma, è bene essere assistiti tempestivamente a livello emotivo.
Nell'articolo:

Affrontare il dolore o vivere un trauma è inevitabile nella vita di ognuno di noi. Queste esperienze, che spaziano dalle più lievi alle più devastanti, ci colpiscono indipendentemente dalla nostra volontà o preparazione. La vita, con il suo carico di imprevedibilità, ci espone a situazioni che possono scuotere profondamente il nostro equilibrio interiore, generando sofferenza e dolore.

Questi traumi, che possono assumere le forme più diverse, segnano spesso un prima e un dopo nella vita di chi li sperimenta, divenendo crocevia fondamentali del nostro percorso esistenziale. La tendenza naturale potrebbe essere quella di rimuovere questi ricordi dolorosi, di seppellirli nelle profondità della nostra mente nella speranza che il tempo ne attenui il peso. Tuttavia la rimozione spesso si rivela controproducente, poiché il dolore non elaborato può generare cicatrici invisibili ma persistenti, che influenzano il nostro comportamento e le nostre relazioni.

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La metafora della "golden hour" è particolarmente efficace nel contesto dei traumi emotivi. Questo termine, mutuato dal campo della medicina d'urgenza, indica il breve lasso di tempo successivo a un infortunio fisico durante il quale l'intervento medico è cruciale per prevenire conseguenze a lungo termine. Allo stesso modo, nel contesto psicologico, la "golden hour" simboleggia quel periodo immediatamente successivo a un evento traumatico, durante il quale è fondamentale affrontare il dolore, anziché evitarlo o sopprimerlo. In questa fase, il sostegno emotivo, sia esso professionale o attraverso la rete di affetti personali, diventa cruciale per elaborare il trauma in modo sano, permettendo all'individuo di iniziare un percorso di guarigione.

Così come in seguito a una ferita fisica si ricerca immediatamente assistenza medica, allo stesso modo le ferite dell'anima richiedono attenzione e cura. Isolarsi o ignorare il dolore emotivo può portare a un'infezione interna, metaforicamente parlando, che conserva e amplifica il dolore invece di risolverlo. La "golden hour" rappresenta dunque un'opportunità preziosa per affrontare e superare il trauma, un momento in cui possiamo trasformare il nostro dolore in un percorso di crescita e di riscoperta di noi stesse. Esplorare questi sentimenti con l'aiuto di specialisti o del proprio nucleo affettivo può aprire la strada a una nuova comprensione di sé e del mondo, segnando il primo passo verso una rinascita interiore.

Cos’è la golden hour

Come detto, quando si parla di golden hour si fa riferimento a quel lasso di tempo immediatamente successivo a un trauma. Una sorta di spazio temporale in cui, se assistiti da personale specializzato (come uno psicologo), si andrebbero a evitare la nascita di eventuali disturbi psicologici post evento, sia di breve che di lungo termine, agendo in modo tempestivo sul soggetto e sulla sofferenza che sta vivendo. Esattamente come si farebbe per una profonda ferita fisica che necessita di cure immediate.

Come una specie di pronto intervento emotivo che aiuta a curare e mitigare l’impatto che il dolore, la sofferenza o un trauma possono avere su chi li prova.

Un modo per evitare la possibilità che si vadano a generare problemi di salute mentale, tanto che perfino il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V) sostiene questo concetto, sottolineando quanto la tempistica di intervento post traumatico a livello emotivo sia decisiva per abbassare il rischio di incorrere in disturbi post traumatici da stress (PTSD).

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A cosa serve la golden hour

Di fatto, quindi, agire durante la golden hour (che si traduce nelle tre ore successive post evento) ha uno scopo ben preciso che andrebbe davvero ad aiutare chi ha subito un dolore, un abuso, un trauma, ecc. alleviando l’impatto sul suo stato emotivo e fornendo strumenti utili all’elaborazione dello stesso e al suo superamento.

Fermo restando che un evento traumatico (come una perdita, un abuso o un lutto per esempio) non si può cancellare e non si dimentica, scopo dell’agire durante la golden hour è quello di minimizzare l’azione dell’evento stesso sul cervello del soggetto. Donandogli gli strumenti necessari per non farsi travolgere e per non distorcere la realtà con immagini, pensieri ed emozioni edulcorati dal dolore e dall’evento subito.

Cosa avviene durante “l’ora d’oro”

Quello che viene fatto durante la golden hour, quindi, è offrire protezione, sicurezza, ascolto e una zona di comfort al soggetto. Andando a limitare lo stress che l’evento ha generato sulla persona e accompagnandola in un “luogo” sicuro, in modo da confortarla tempestivamente e mettendola in una condizione di cura e protezione.

Per fare questo è importante che i professionisti si approccino al soggetto con empatia, serenità, calma, pazienza, in modo rilassato, andando a contrastare l’ovvia chiusura e l’atteggiamento di difesa che può subentrare in seguito a un trauma. E trasmettendo queste sensazioni a chi si ha davanti, mostrandosi pronti all’aiuto e facendo capire che non si è soli.

Il tutto evitando di somministrare ansiolitici o sostanze rilassanti, evitando di agire secondo un percorso psicologico, ma limitandosi all’ascolto, al conforto e ad accompagnare il soggetto verso una visione e stimoli diversi che non intensifichino il dolore. E senza giudicare o cercare di mitigare le normali reazioni del soggetto, che possono essere di rabbia, pianto, chiusura, domande, ecc. e che hanno tutta la ragione di esserci e di essere comprese.

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