È capitato a tutte di fare i conti con il senso di colpa, uno dei sentimenti più complessi e (diciamolo) avvilenti che esistano. Provarlo è del tutto umano, ma cosa succede quando non proviene da noi ma a scatenarlo sono gli altri? Semplice: iniziamo il guilt trip, un percorso negativo che ci riempie di dolore, disagio e confusione.
Purtroppo, il senso di colpa può essere un'arma affilata e potente e c'è chi sa usarlo molto molto bene, sfruttandolo per manipolare e sottomettere gli altri. Per questo è essenziale imparare a difenderci e imparare a decostruirlo con lucidità quando iniziamo a provarlo.
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Il guilt trip o viaggio nel senso di colpa è una pratica di comunicazione manipolatoria che comincia quando un'altra persona inizia a insinuare che abbiamo commesso qualcosa di sbagliato. A prescindere da quanto sia vero o meno, la persona in questione esprime il suo dissenso in modo psicologicamente violento, cucendoci addosso il ruolo di cattivo e lasciando a noi il compito di risolvere quello che per lei/lui è in problema.
Questa pratica è piuttosto efficace perché la persona che la mette in atto sa che chi subisce sarà più propenso a fare tutto il possibile per aiutare o per tornare nelle sue grazie, anche a costo di fare qualcosa con cui all'inizio non era d'accordo e/o che non gli fa bene.
Gli step del guilt trip
Ma come si struttura questo viaggio nel senso di colpa? È presto detto: tutto parte quando il manipolatore agisce su quella che identifica come una nostra potenziale pecca nei suoi confronti, facendosi forte della nostra bassa autostima e iniziando a minare la nostra sicurezza.
La persona in questione può agire in diversi modi: per esempio, potrebbe sottolineare tutto ciò che fa per ottenere i nostri stessi risultati, facendoci sentire immeritevoli del successo, o potrebbe fare osservazioni sarcastiche o passivo-aggressive su una situazione in corso.
Una volta innescato il senso di colpa e fatto partire il nostro viaggio, il manipolatore cercherà in qualche modo di ottenere un tornaconto. Agendo sempre in maniera subdola e senza mai concedere il "perdono", ci accompagnerà fino alla meta finale di questo devastante cammino, che altro non è che la sua soddisfazione, il suo personale traguardo.
Chi mette in pratica il viaggio nel senso di colpa?
Purtroppo, la cosa peggiore del guilt trip è che spesso a metterla in atto sono persone a cui teniamo particolarmente (attenzione, la dipendenza affettiva è dietro l'angolo). Queste persone hanno due grandi consapevolezze: sanno che contano moltissimo per noi e non vogliamo perderle e sono perfettamente a conoscenza del fatto che non vorremmo mai che stessero male.
Forti di questa posizione di potere, queste persone si sentono del tutto a loro agio nell'avviare il guilt trip perché. Come mai? Perché credono di averne tutto il diritto. Sapendo che facciamo ogni cosa pur di tenerle al nostro fianco e nella nostra vita, pensano che sia "corretto" avere da noi sempre e solo quello che loro ritengono giusto.
Gli effetti del guilt trip
Come abbiamo già detto, il senso di colpa è un sentimento complesso e questo è vero per un motivo: non sempre si tratta di una cosa negativa e ognuno di noi, in cuor suo, lo sa. Sappiamo che provare senso di colpa è in qualche modo "sinonimo" di avere una buona morale e siamo del tutto convinti che, se lo proviamo, stiamo sbagliando qualcosa.
Il senso di colpa, quando commettiamo un errore o feriamo qualcuno involontariamente, ci motiva, ci porta a fare ammenda e a non scivolare di nuovo in futuro. Tuttavia, quand'è usato in modo manipolatorio, avviando il guilt trip, impedisce una comunicazione sana, non porta a una corretta risoluzione dei conflitti e provoca sentimenti di risentimento e frustrazione.
Come liberarsi del guilt trip
Ma come si fa a liberarsi di una pratica così sottile e subdola? Semplice (a dirsi): iniziando non più ad accontentare la persona che abbiamo di fronte ma rispondendo a ogni fase del guilt trip nel modo giusto. Per esempio, nel momento dell'innesco, l'arma giusta da usare è l'ascolto attivo. Invece di dare per scontato che abbiamo sbagliato noi e chiedere scusa, proviamo a chiedere alla persona cosa l'abbia ferita e ad avviare un dialogo.
Portando la persona a parlare, noteremo più facilmente dei ragionamenti fallaci. E non solo: con la giusta dose di pazienza e serenità, potremmo farle rivelare qual è davvero il problema e, dimostrandole empatia, potremmo convalidare sì il suo disagio, ma allo stesso tempo tenere alta l'attenzione sul nostro benessere.
Un'altra cosa importante, specie se il guilt trip è già avviato, è fare domande. Non serve, ovviamente, bombardare la persona che ci sta manipolando di quesiti: basta chiedere cosa sta succedendo, momento per momento, fino a far intendere che si è in cerca di una soluzione equa e calibrata.
Infine, una volta disinnescato il guilt trip, è bene capire come e perché la persona voglia sempre farci sentire in colpa e perché noi, effettivamente, cadiamo nella trappola. A questo punto potrebbe essere utile valutare un allontanamento o, almeno, un nuovo modo per approcciarsi alla relazione.