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Papilloma virus e prevenzione: tutte le cose importanti da sapere

papilloma virus
13-05-2024
Quanto ne sai su Papilloma virus o HPV? Abbiamo cercato di dissipare tutti i dubbi in proposito chiedendo alle dottoresse Maria Elena Guerrieri e Anna Daniela Iacobone dello IEO - Istituto Europeo di Oncologia

Papilloma virus, Pap test, rischio di tumori e prevenzione: quanto ne sappiamo? Spesso non abbastanza, ma si tratta di tematiche fondamentali per la tutela della nostra salute, in particolar modo perché abbiamo a disposizione degli importanti strumenti di prevenzione, che è importante conoscere.

Abbiamo cercato di fare chiarezza su questi temi facendo un po' di domande alla Dott.ssa Maria Elena Guerrieri e alla Dott.ssa Anna Daniela Iacobone, entrambe facenti parte dell'Unità Ginecologia Preventiva IEO.

Che cos'è il Papilloma Virus (HPV) e in che modo si trasmette?

Il Papillomavirus umano o HPV è un virus che colpisce la cute e le mucose di vulva, vagina, cervice, ano, pene e orofaringe. Ci sono più di 200 genotipi di HPV, di cui circa 45 interessano l’apparato genitale femminile.

L’infezione da HPV è molto comune e circa l’80% della popolazione la contrarrà nell’arco della propria vita. Rappresenta la più comune infezione sessualmente trasmissibile, ma non si trasmette solo attraverso i rapporti sessuali (orali, vaginali e anali), ma anche per contatto di pelle contro pelle. Infatti, il preservativo non garantisce una protezione al 100%.

Quali sono i rischi associati all'HPV, e quali problemi può causare nelle donne (ma anche negli uomini)?

La maggior parte delle infezioni da HPV è asintomatica e regredisce spontaneamente (circa l’80% in due anni). In una minoranza di casi provoca lesioni pre-tumorali, chiamate CIN (neoplasie intraepiteliali cervicali), a livello del collo dell’utero. Le CIN possono essere di grado lieve o 1, moderato o 2 e severo o 3. La maggior parte delle lesioni CIN1 e circa il 50% delle lesioni CIN2 guariscono spontaneamente, ma alcune lesioni CIN2-3, se non curate, progrediscono lentamente verso il tumore del collo dell’utero.

Questo, però, è un evento molto raro e richiede generalmente molti anni per svilupparsi. L’HPV è coinvolto anche nell’insorgenza dei tumori della vulva, della vagina, dell’ano, del pene e dell’orofaringe.

Sebbene l'HPV sia spesso associato al cancro cervicale nelle donne, può anche causare vari tipi di tumore negli uomini, tra quelli a pene, ano, bocca e gola. Anche gli uomini possono essere portatori asintomatici del virus e trasmetterlo ad altri.

Quali sono i benefici del vaccino contro l'HPV e a quale età è più consigliabile vaccinarsi secondo le linee guida attuali? Il vaccino è raccomandato solo per le ragazze o anche per i ragazzi?

Il modo migliore per prevenire l’infezione è la vaccinazione (prevenzione primaria). Sono attualmente disponibili tre vaccini: bivalente, quadrivalente e nonavalente.

Il vaccino nonavalente protegge dai 2 genotipi (6 e 11) responsabili delle verruche genitali o condilomi e dai 7 genotipi di HPV (16, 18, 31, 33, 45, 52 e 58) più frequentemente correlati ai tumori.
La vaccinazione è consigliata a donne e uomini dai 9 ai 45 anni. In Italia, la vaccinazione è raccomandata e offerta gratuitamente, ma non obbligatoria, dal dodicesimo anno di età in entrambi i sessi, come da Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale. In quasi tutte le regioni, la vaccinazione viene offerta gratuitamente alle donne nel 25^ anno d’età in occasione del primo test di screening cervicale. In regione Lombardia, la gratuità è stata recentemente estesa alla fascia d’età 18-25 anni per entrambi i sessi.

La vaccinazione anti-HPV è consigliata e offerta gratuitamente alle donne che sono state sottoposte a un intervento per una lesione pre-tumorale del collo dell’utero (CIN2-3) indipendentemente dall’età, dal momento che è stata dimostrata una riduzione del 50% del rischio di recidiva grazie alla vaccinazione.

A che età bisogna iniziare lo screening per l'HPV (pap test)? Con quale frequenza dovrebbe essere fatto?

Nel mondo, il tumore del collo dell’utero rappresenta il quarto tumore più frequente nella popolazione femminile.
Oltre alla prevenzione primaria, che protegge da circa il 90% dei tumori cervicali HPV-correlati (vaccino nonavalente), esiste una prevenzione secondaria che mira a identificare e trattare precocemente le lesioni pre-tumorali e i tumori in stadio iniziale.

Lo screening cervicale nazionale, come da ultime linee guida del 2018, prevede:

  • Pap test ogni 3 anni dai 25 ai 29 anni
  • HPV test ogni 5 anni dai 30 ai 65 anni

L’identificazione delle lesioni pre-tumorali e il loro tempestivo trattamento permette di ridurre il
rischio di progressione a tumore invasivo del collo dell’utero.

Come funziona il pap test?

Il pap test, abbreviazione di “Papanicolau test”, è un esame che analizza le cellule del collo dell’utero per individuare eventuali anomalie precancerose o cancerose. Durante il test, il medico raccoglie una piccola quantità di cellule sia dalla parte esterna del collo dell’utero mediante una spatola (Spatola di Ayre) sia dal canale cervicale mediante uno spazzolino (Cytobrush). Il campione di cellule viene quindi strisciato su un vetrino (citologia convenzionale) o stemperato in una soluzione (citologia in fase liquida, su cui può essere eseguito anche il test HPV) e inviato in laboratorio, dove verrà esaminato al microscopio per individuare eventuali anomalie.

Come l'HPV può portare allo sviluppo del tumore alla cervice?

Il papillomavirus infetta le cellule del collo dell’utero e attraverso micro-lesioni dell’epitelio superficiale può raggiungere le cellule basali, dove si integra con il DNA cellulare e può alterare il normale ciclo di crescita e divisione cellulare. Questo processo diventa incontrollato e determina così lo sviluppo delle lesioni dapprima pre-tumorali (se confinate solo all’epitelio cervicale) e poi tumorali (quando oltrepassano la membrana basale dell’epitelio cervicale e invadono i tessuti sottostanti) della cervice uterina.

Esistono altri tipi di cancro legati all'HPV?

Sì, oltre al cancro cervicale, l'HPV può essere associato ai seguenti tipi di tumori:

Anale: l'HPV può causare lesioni precancerose nell'ano, similmente a quanto si verifica sul collo
dell’utero, che possono progredire in tumori anali.

Orofaringeo: questo tipo di cancro può coinvolgere la parte posteriore della gola, la base della lingua e/o le tonsille e può essere causato anche da altri fattori di rischio, in particolare alcol e fumo di sigaretta. Ma i tumori correlati all’infezione da HPV, in particolare dal tipo 16, sono attualmente in significativo incremento.

Genitale maschile: l'HPV può causare tumori nel pene, nella regione genitale maschile e nella regione perianale.

Vulvare e vaginale: sebbene meno comuni, l'HPV può essere associato anche ai tumori della vulva e della vagina.

Per tutti questi tumori al momento non ci sono test di screening validati, sebbene ci siano studi in corso per l’ano e l’orofaringe, per cui l’unica arma di prevenzione efficace e sicura è la vaccinazione anti-HPV.

Quali sono le opzioni di trattamento disponibili per le lesioni precancerose causate dall'HPV?

Le opzioni di trattamento per le lesioni precancerose cervicali causate dall'HPV dipendono dalle caratteristiche (grado ed estensione) delle lesioni, dalla storia clinica, dalla struttura anatomica del
collo dell’utero della paziente, e includono:

  • Trattamenti escissionali (conizzazione)

In questo intervento chirurgico, una piccola parte del collo dell'utero contenente la lesione precancerosa viene rimossa. Tale rimozione può avvenire mediante ansa elettrica (LEEP), raggio Laser (laser conizzazione) o bisturi (conizzazione a lama fredda). Quest’ultima tecnica è sempre meno utilizzata negli ultimi anni per l’aumentato rischio di complicanze a breve (emorragia) e lungo termine (stenosi cervicali, infertilità secondaria, complicanze ostetriche nelle successive gravidanze).

  • Trattamenti ablativi

Utilizzano un raggio laser (laservaporizzazione) o altri tipi di energie fisiche (diatermocoagulazione o criocoagulazione) per distruggere le cellule anomali sul collo dell'utero, ma si possono utilizzare solo se si esclude la presenza di un tumore invasivo della cervice uterina.

  • Follow-up stretto

In alcuni casi, soprattutto nelle giovani donne, il ginecologo può consigliare controlli scanditi nel tempo anziché un trattamento immediato, questo grazie alla possibilità di regressione spontanea della lesione mediato dal nostro sistema immunitario. Questo tipo di management “osservazionale” è soprattutto consigliabile nelle donne desiderose di prole e preoccupate degli effetti collaterali dei trattamenti sulle successive gravidanze (aumentato rischio di aborto e/o parto pre-termine).

Come possono donne e uomini proteggersi ulteriormente, oltre che con la vaccinazione e
con lo screening regolare?

Praticare sesso protetto: utilizzare il preservativo durante i rapporti sessuali può ridurre il rischio di contrarre l'HPV e altre infezioni sessualmente trasmissibili.

Limitare il numero di partner sessuali può diminuire il rischio di esposizione all'HPV e ad altre infezioni sessualmente trasmissibili.

Evitare il fumo che aumenta il rischio di sviluppare lesioni precancerose e tumori cervicali in
donne infette da HPV. Smettere di fumare può ridurre questo rischio.

Avere cura del proprio sistema immunitario: una corretta alimentazione, un’attività fisica regolare, una buona qualità del sonno aiutano a ridurre lo stress e a ottenere un sistema immunitario forte e capace di abbattere le infezioni.

Come bisognerebbe procedere se si hanno risultati anormali nei test di screening per l'HPV?

Se si ricevono risultati anomali nei test di screening per l'HPV, è importante seguire le raccomandazioni del proprio medico. L’esame di secondo livello successivo ai test di screening anomali è la colposcopia: viene utilizzato uno strumento chiamato colposcopio con cui il medico osserva a forte ingrandimento la cervice uterina con l’ausilio di due coloranti (acido acetico e soluzione di Lugol) per individuare eventuali lesioni su cui eseguire una biopsia.

Quanto influisce il lavoro della Ricerca medica sui progressi diagnostici e curativi?

Al nostro fianco è sempre presente la Fondazione IEO-MONZINO, che supporta i giovani talenti della ricerca e i progetti più innovativi, contribuisce all’acquisto di macchinari all’avanguardia e garantisce il sostegno necessario alle nostre attività e ci aiuta a diffondere una cultura della prevenzione.

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