Cosa è l'ikigai
Che cos'è "ikigai" e che significato ha per la nostra vita la ricerca della felicità? Dal Giappone giunge la lezione di una parola che si trasforma in filosofia esistenziale: una meditazione quotidiana per (ri)trovare ogni giorno ciò che accende il nostro entusiasmo. Misteriosa fino a pochi anni fa, la parola giapponese ikigai si potrebbe tradurre, infatti, come la ragione per cui ci alziamo ogni mattina.
Dell'ikigai la celebre esperta del riordino Marie Kondo ha scritto che si tratta di un concetto ovvio, un metodo che con grande semplicità è in grado di ispirarci quotidianamente. Forse solo un occhio straniero sa individuare ciò che all'interno di una certa cultura vige imperante tanto da divenire scontato. Così deve essere sembrato il concetto di ikigai a Héctor García, spagnolo originario di Alicante, che da anni vive a Tokyo: una folgorazione, qualcosa che prima o poi nella vita abbiamo tutti sfiorato, visto o sperimentato, ma per cui non avevamo un nome.
Qual è il motivo per cui ti alzi ogni mattina?
“Ikigai si scrive 生き甲斐, dove 生き significa “vita” e 甲斐 significa “valere la pena”. A sua volta 甲斐 può essere scomposto in 甲, che significa “armatura”, “numero uno”, “essere il primo ad andare (al fronte in una battaglia, prendendo l'iniziativa e guidando gli altri)”, e 斐, che significa “elegante”, ”bello”.
Héctor García e Francesc Miralles
Ikigai non è una sola cosa, ma tante. Ikigai è tutte le attività che aggiungono bellezza alla nostra esistenza. Ikigai sono le nostre passioni, ma non solo. Questo concetto dentro porta il seme della missione, la vocazione: ciò che ci sentiamo chiamati a fare. Ovvero, ciò che amiamo fare e che possiamo fare, non semplicemente per noi, a nostro uso e consumo, bensì per il mondo. Dentro l'idea che in Occidente abbiamo chiamato con la parola “vocazione” è presente un aspetto fondamentale che riguarda la capacità di mettersi al servizio della vita: è l'eredità che lasceremo di noi stessi. Attraverso le nostre azioni spargiamo semi nel tempo. Esprimiamo le nostre capacità creative e cambiamo il mondo intorno a noi, giorno per giorno.
Che cosa dà senso alla tua vita?
Dopo una lunga notte di chiacchiere e pioggia in una piccola trattoria di Tokyo, Héctor García e il giornalista catalano Francesc Miralles decidono di partire: la meta è Okinawa, l'isola dei centenari. Nasce così il viaggio alla scoperta dell'ikigai. Intervista dopo intervista, emerge la vita quotidiana degli anziani del piccolo villaggio di Ogimi, un insediamento rurale nel nord del Giappone, dove è presente il più alto indice di longevità al mondo. Qui, riporta l'autore, gli anziani appaiono attivi e soddisfatti fino all'ultimo giorno. Eppure la vita non sempre è stata facile: la seconda guerra mondiale ha lasciato qualcosa come duecentomila morti. Rispetto a questo fra la popolazione emerge un sentimento di non ostilità che sembra costituire un ulteriore elemento in grado di fare la differenza. È il principio dell'ichariba chode, espressione che Héctor García nel libro “Il metodo Ikigai” (Rizzoli) traduce così: “Tratta tutti come fossero tuoi fratelli, anche se non li hai mai visti prima”. Questa norma interiore si combina a un alto concetto del senso di comunità: yuimaru è il lavoro in gruppo. Il senso di riconoscimento, aiuto reciproco e unione a livello sociale si riflette nella vita del singolo: un dato che ritroviamo in altri Paesi del mondo e sembra emergere più chiaramente nelle piccole comunità, dove il vicino ha un volto che conosciamo e le relazioni durano anni, decenni.
Uno dei luoghi più studiati al mondo per il numero di centenari riguarda un'altra isola, questa volta italiana: la Sardegna. Anche qui l'esistenza si contraddistingue per il senso della comunità. Su un'isola il tempo è un passo più lontano dalla frenesia della città e un po' più vicino al ciclo delle stagioni. Una vita non priva di durezza, anche. Un tempo si era da sempre abituati alla scomodità, a case più fredde e un'alimentazione più semplice, a lavarsi con l'acqua ghiacciata e non badare troppo al superfluo. È ciò che sperimentiamo quando torniamo a vivere a contatto con la terra: la fatica e la bellezza dell'essenziale. Anche questo fa parte della filosofia dietro l'ikigai: una vita lunga e felice è un'esistenza in cui imparare ciò che veramente vale la pena. Attiva, piena, fatta delle attività che ci appassionano: è la giornata di chi non andrà mai in pensione, ma semplicemente usa il tempo per evolversi, creare e condividere. Tempo per sentire e sperimentare la propria presenza con autenticità, nel flusso delle cose e della giornata. In fondo, qualcosa di molto simile all'antico concetto dell'otium latino, esercizio di meraviglia e rifugio per l'anima.
Che cosa fai del tuo tempo?
“Parliamo delle piante mentre la stagione c'invita a osservarle”, scrive alla cugina, madame Delessert, il filosofo Jean- Jacques Rousseau. Di Rousseau è nota la mole di opere, eppure non sempre si conosce una passione che lo accompagnò per tutta la vita: la botanica. Alla cugina, che desidera insegnare alla figlia a riconoscere le piante, invia diverse lettere, oggi raccolte nel volumetto “Brevi lezioni di botanica” (Piano B edizioni, 2021). Anziché uno sterile elenco di nomi e famiglie, il noto filosofo parte dall'opposto: la terra. La conoscenza che insegna nasce nell'osservazione della natura e si radica nella tenacia del passeggiatore solitario quale è stato, lui che se ne andrà in solitudine in una mattina di inizio estate proprio di ritorno da una delle sue passeggiate. Si tratta di un meraviglioso esempio di ikigai.
Ogni giorno Rousseau cammina e si ferma a osservare le trasformazioni della terra attraverso le stagioni. Con infinita lentezza il filosofo raccoglie ed essicca erbari, preparando quella che diventerà una ricca collezione di piante. Vive il momento: si esercita nella contemplazione, sprofonda in un'attività che ha tutta la sua concentrazione, calma mentale, presenza. Non una scienza da imparare a memoria, bensì passo dopo passo, sviluppando la visione e l'attenzione, parallelamente ai suoi studi. Con buon umore, tanto che su questo scriverà: “Se noi non diamo ai vostri figli un'occupazione divertente, perdiamo la metà migliore del nostro scopo, che consiste nell'esercitare la loro intelligenza divertendoli, e nell'abituarli all'attenzione”. Le cose che facciamo con piacere e riescono a farci sentire in un mood rilassato sono un buon indicatore capace di guidarci fino al nostro ikigai.
Le cose che ti fanno sorridere
Da quando abbiamo smesso di divertirci nel fare le cose? O meglio, da quando, esattamente, abbiamo smesso di chiederci che cosa ci fa divertire e appassiona, che cosa porta il sorriso nella nostra giornata? “L’ikigai deve essere lasciato accadere. Esso non è qualcosa da realizzare attraverso uno sforzo cosciente, piuttosto un premio che viene a te se sai accoglierlo, liberandoti dai condizionamenti imposti dalla famiglia, dall’educazione, dalla società” scrivono nel libro, "Ikigai, ciò per cui vale la pena vivere” (Hermes Edizioni) Selene Calloni Williams e Noburu Okuda Do, i quali invitano a una riflessione preziosa. Ciascuno di noi viene al mondo con una missione, tuttavia educazione e condizionamento sociale ci spingono a tenere più in considerazione le suggestioni che arrivano dall'esterno rispetto a ciò che sentiamo dentro. Gradualmente, la nostra voce interna diventa sempre più flebile, fino a trasformarsi in un sussurro.
È così che perdiamo i nostri sogni, inseguendo obiettivi che non sono nostri sull'onda di chi vuole convincerci di come debba essere il nostro futuro, quale sia il lavoro migliore per noi, se costruire una casa, accendere un mutuo, che tipo di auto acquistare, o pensare alla pensione. La verità è che solo tu hai in mano le chiavi della tua vita. Sta a te scegliere quali porte varcare, ricordando che nessuno è in grado di conoscere il futuro, semplicemente perché… è inconoscibile. Chi avrebbe potuto prevedere una pandemia come quella che ha scosso il mondo? L'unica cosa che sappiamo su come vivere il cambiamento è l'importanza di affinare il nostro istinto e seguire l'olfatto: essere capaci di flessibilità e di una mente elastica.
Come funziona il metodo ikigai
Ikigai ha a che fare con le attività che sappiamo fare e possono apportare un significativo miglioramento della vita. Ma non è affatto scontato essere consapevoli delle proprie passioni e renderci conto del perché facciamo ciò che facciamo. Lo schema di Marc Winn propone una riflessione sulle attività quotidiane suddividendole in diverse aree di interesse. Puoi creare anche tu lo schema disegnando quattro circonferenze che si incrociano, oppure scaricare e stampare il diagramma.
Ecco i 4 punti su cui riflettere:
- quello che AMI
- quello che ti viene BENE fare
- quello per cui puoi essere PAGATO
- quello di cui il mondo ha BISOGNO
Le passioni qualche volta sono difficili da monetizzare. D'altro canto lavorare gratis è svilente. Spesso ci si ritrova in un mestiere solo perché sappiamo fare una certa cosa e questo può diventare altrettanto frustrante. È il grande problema di tutti: come possiamo combinare la nostra voglia di essere creativi con la necessità di sopravvivere? Che cosa sei o saresti senza i ruoli o la laurea che ti contraddistinguono? Il cambiamento inizia quando ci diamo la possibilità di scoprire nuove parti di noi stessi.
Cinque pilastri Ikigai
- “Primo pilastro: Cominciare in piccolo
- Secondo pilastro: Dimenticarsi di sé
- Terzo pilastro: Armonia e sostenibilità
- Quarto pilastro: La gioia per le piccole cose
- Quinto pilastro: Stare nel qui e ora”
Ken Mogi
Ciascun pilastro costituisce un punto di riferimento per comprendere l'ikigai e integrarlo nella vita quotidiana, scrive il neuroscienziato giapponese Ken Mogi nel suo “Il piccolo libro dell'ikigai”. Essere completamente immersi nel qui e ora è ciò che lo psicologo ungherese Mihály Csíkszentmihályi definirebbe “essere nello stato di flow”, nel flusso. Quando ci troviamo immersi in un'attività capace di farci dimenticare tutto e da cui usciamo rigenerati è il sintomo che ci troviamo a vivere una situazione gratificante, di interesse e crescita per noi stessi.
Stai realizzando i tuoi sogni?
Ogni bambino è in un contatto intimo e ravvicinato con i sogni: sa che cosa scatena il suo entusiasmo. Conosce i suoi sogni e ne parla agli altri, li racconta, li accarezza; giocandoci insieme e coltivandoli, li fa crescere, dà loro spazio. Spesso gli adulti sorridono dei sogni dei bambini, raccontati in modo così avvincente e vero, come fossero già lì, presenti e realizzati. La maggior parte degli adulti ha dimenticato come sognare. Eppure calare un'idea nel concreto è trasformare un sogno in progetto: un'avventura incredibile, che richiede tempo, coraggio... e fedeltà a se stessi.
Che cosa sarebbe voluta diventare tua madre se fosse stata completamente libera di scegliere? E tuo padre? Che cosa ti hanno detto che è importante cercare per la vita? Senza rendercene nemmeno conto spesso finiamo per impegnarci a realizzare sogni che non sono nostri ma di altri: primi fra tutti i nostri genitori, partner e chi per noi conta, perché non vogliamo deludere chi amiamo.
Il padre e la madre sono immagini che vivono dentro di noi: sono le idee e i valori che ti hanno trasmesso. Ne siamo così intrisi che in molti casi non sappiamo distinguere i loro pensieri dai nostri. Il primo passo da fare è sciogliere la paura profonda che ci blocca e paralizza l'azione. Accetta di lasciarti andare al flusso e l'imprevedibile accadrà. Accetta che non sei tu l'unico responsabile di come vanno le cose e l'ispirazione ti toccherà in modi che oggi non puoi prevedere. Ci vuole coraggio per lasciare andare gli ormeggi… e una sana dose di curiosità. È un viaggio attraverso l'ignoto. La ricerca dell'ikigai è iniziare a trovare in te le risposte e chiederti che cosa davvero valga la pena. Per te, solo per te.
Libri sull'Ikigai
Se desideri saperne di più e applicare questo metodo alla tua vita, ecco gli autori che hanno scritto di ikigai.
Bettina Lemke, “Ikigai : il metodo giapponese : trovare il senso della vita per essere felici”. Giunti, Firenze, 2017
Ken Mogi, “Il piccolo libro dell'ikigai : la via giapponese alla felicità”, trad. di Anna Rusconi, Einaudi, Torino, 2018
Hector Garcia, Francesc Miralles, “Il metodo Ikigai : i segreti della filosofia giapponese per una vita lunga e felice” trad. di Francesca Pe', Rizzoli, Milano, 2017